
"questo libro non ha certo la pretesa di essere un trattato di astrofisica. pero` vi spieghera` tutto (o quasi) quello che avete sempre voluto sapere sulle nane bianche, sulle giganti rosse, sulle supernove e le pulsar, sulle differenti forme di spazio, sulle galassie e i buchi neri... vogliamo invitare il lettore a un vagabondaggio poetico e filosofico, a una libera passeggiata (forse un po` iconoclasta) nel giardino delle stelle."

"aprendo questo volume" scrive margherita pieracci harwell "si ritrovera` la campo che conosciamo ... ma anche una affascinante figura nuova, di cui brilla a tratti la giocosita` - che a detta di tutti ne iridava la conversazione, ma fin qui non avevamo visto trapassare nella scrittura - o d`improvviso scoppietta la maliziosa civetteria ... sono la voce, queste lettere, di una limpida, calda, forte amicizia, prezioso residuo salvato all`estinguersi della gran fiamma di un amore che aveva formato e tormentato chi le scrive nell`arduo passaggio dall`adolescenza all`eta` illuminata dal sole al suo zenit". cristina campo e leone traverso (insigne grecista e germanista) avevano formato per anni "una coppia perfetta" - lui dotato di fascino, non solo intellettuale, lei di bellezza e di grazia - al centro di quella cerchia di scrittori fiorentini di cui nel dopoguerra facevano parte, fra gli altri, tommaso landolfi e mario luzi. poi il rapporto si era incrinato, per chiudersi definitivamente nel 1956: troppo diversi, e lontani, il "rigore di spada" che contraddistingueva cristina e la "mollezza veneta" che le sembrava di scorgere in lui. tuttavia, a legare cristina e leone (a cui lei stessa aveva dato il soprannome di bul) fu ancora per lungo tempo - e ne testimonia questa corrispondenza - una duratura comunione di gusti e di disgusti, la passione per la perfezione dello stile, e soprattutto la fedelta` profonda a una certa idea, alta ed esigente, della letteratura.


novembre 1618: la comparsa di tre comete non solo eccita i timori dei superstiziosi, ma tiene "in continuo esercizio i primi ingegni d`europa". ottobre 1623: si conclude la stampa del saggiatore di galileo galilei, colui che gli accademici lincei salutano come "lo scopritore non di nuove terre, ma di non piu` vedute parti del cielo". spaziando dalla genesi del suono all`origine del calore alla composizione della luce "in atomi realmente indivisibili" galileo entra pubblicamente nella disputa contro "lotario sarsi sigensano, l`astronomico e filosofico scorpione", cioe` il gesuita orazio grassi. nel ripercorrere la vicenda delle sue scoperte galileo delinea insieme una difesa del proprio operato e l`apologia della ricerca scientifica, sempre piu` insofferente dei vincoli imposti da autorita` teologiche e politiche. nel tempo in cui, come scrive il poeta john donne, "la nuova filosofia mette tutto in dubbio", galileo si affida alla matematica come a una guida sicura per uscire da "un oscuro laberinto" e comprendere il grande libro della natura; ma "l`artista toscano" non dimentica per questo il ruolo dell`esperimento e l`apporto della tecnica. geometria, esperienza e "discorso" (cioe` arte dell`argomentazione) cooperano cosi` alla confutazione dell`errore in un`impresa che il singolo studioso puo` tradire solo col rendere il suo intelletto "mancipio - cioe` servo - dell`intelletto di un altr`uomo".





solitario come un`autobiografia e corale come una saga familiare, questo vigoroso e insieme delicato romanzo intreccia le storie di una comunita` e i destini dei suoi componenti attraverso lo sguardo di una donna che, per scongiurare la follia sprigionata dal dolore, si affida al potere rasserenante della memoria. riemergono allora, in un accorato fluire di ricordi, la madre anita, il padre francesco, la zia peppina, il cugino saverio... sullo sfondo di un sud tanto avvolgente e aspro quanto vitale e dolce, chiara guida, da una vecchiaia vissuta fuori dal tempo nel turbinare dei suoi fantasmi, lungo gli aspri sentieri della sua esistenza.