madame du deffand visse da libertina gli anni turbolenti della reggenza; esercito` la potenza di grande salonnie`re nella parigi della meta` del settecento; sostenne d`alembert, fu amica di voltaire, ma guardo` con insofferenza agli illuministi come "partito"; si abbandono`, cieca e settantenne, alla passione per un uomo molto piu` giovane di lei. esercito` le migliori virtu` del suo secolo: il culto dell`intelligenza, la sovranita` del gusto, il senso della naturalezza. ma era, come scrisse cioran, devastata dal "flagello della lucidita`", che le faceva percepire il nulla e il tedio che formano l`essenza del vivere. edizione con un saggio di marc fumaroli.
nei racconti che compongono questo volume, rinvenuti tra le carte di fenoglio dopo la sua morte e rimasti a lungo inediti, scene e personaggi delle langhe sono colti con la vena del cronista disincantato ma partecipe del mondo di casa, tra asprezze e generosita`, miserie e grandezze. ma siccome e` di fenoglio che parliamo, le storie di famiglia, i matrimoni, l`ossessione per la "roba", le beghe e le risse lievitano ben presto, fino ad assumere le dimensioni di una ruvida epica paesana. forse perche` dietro a ognuna di queste vicende sta l`incessante sperimentazione dello scrittore: il linguaggio che utilizza accortamente le durezze del dialetto e le robuste metafore del parlare contadino, con il suo piglio svelto e concreto. o forse perche` fenoglio ha, come pochi, la straordinaria capacita` di consegnarci eventi e personaggi memorabili.
a tre anni john comincia a manifestare i sintomi di una strana malattia che gli provoca un dolore intensissimo alle articolazioni. gli viene diagnosticata una febbre reumatoide e i medici gli ordinano di restare immobile a letto. cosi` per anni lui resta in camera sua, circondato da una carta da parati a roselline gialle e con la costante compagnia della madre. ma la diagnosi era sbagliata e la terapia prescritta a john dai medici era quindi totalmente errata, per non dire disastrosa: i suoi arti ormai si sono praticamente cementati. da qui comincia la vita nel mondo "di fuori": john viene mandato alla scuola-ospedale, e poi a un liceo per disabili. tutto questo diventa un vasto libro di avventure, in cui la curiosita` domina su tutto, incontrastata e felice, anche nel sesso, che viene affrontato con eroica caparbieta` malgrado tutte le difficolta` che possono presentarsi quando si scopre il sesso per la prima volta, da disabili e per di piu` gay...
il protagonista di questa bruciante confessione non puo` proprio definirsi un eroe: e` un uomo istintivo e violento, che durante la seconda guerra mondiale "si e` fatto strada in quella che sarebbe stata chiamata germania est a suon di stupri", ma allo stesso tempo e` un individuo capace di grandi slanci emotivi e dotato di una sensibilita` che puo` solo definirsi "tipicamente russa". ormai e` vecchio e l`antica autoindulgenza ha lasciato il posto al rimorso e all`amarezza: decide di tornare in patria - da cui era fuggito vent`anni prima - e intraprendere un ultimo disperato viaggio attraverso la siberia, nei luoghi che lo videro internato in un gulag da dopo la guerra fino al mutamento del clima politico successivo alla morte di stalin. le giornate al suo interno sono scandite da un implacabile calendario di violenze: nel campo la vita nuda si rivela in tutta la sua crudelta` e quell`esperimento chiamato unione sovietica viene a reclamare il suo costo in vite umane. a norlag, un inferno artico "poco sopra il sessantanovesimo parallelo", e` rinchiuso anche il fratellastro del narratore, lev. a dividerli non sono solo le inclinazioni lev e` un poeta e un pacifista - ma anche l`amore di zoya, una giovane ragazza ebrea, bellissima e sensuale, che con la sua scelta decide il destino dei due uomini.
un romanzo ambientato in una bologna cupa e notturna, un noir che procede con un rapido alternarsi di sequenze, una trappola spietata come la tela di un ragno, una storia intricata, dipanata con la padronanza di un maestro del genere: mentre la citta`, dal finestrino di un tram, prende la forma di un magico mosaico di punti di vista. protagonisti leila, una ragazza che sfrutta il suo fascino per abbordare e rapinare uomini dall`aspetto danaroso, e franz un autista d`autobus annoiato e depresso, con il vizio del gioco e un mare di debiti in agguato.
il falso risponde anche ad un bisogno intellettuale e pratico: mira a colmare un vuoto, a completare quanto la tradizione avara o l`ingiuria del tempo ci hanno sottratto. il falso e` percio` anche il sogno, e talvolta l`obiettivo, di piu` di un filologo di genio. il falso lo si crea per innumerevoli ragioni: il guadagno e` solo una di esse, e forse la meno importante. in realta`, il falso e` innanzi tutto opera d`arte: jakob burckhardt lo spiego` in una memorabile lezione, or sono moltissimi anni. e addito` in costantino simonidis (1820-1890) un esempio memorabile di falsario grande e non necessariamente venale. simonidis, l`autore ormai acclarato del cosiddetto `papiro di artemidoro`, fu, per i suoi contemporanei, un "enigma", un pericolo, un mito. "enigma" lo defini` alexander von humboldt, il maestro della geografia ottocentesca. ma un pericolo egli fu per tutti: dall`accademia delle scienze di berlino, da lui beffata, alla british library, cui vendette pezzi buoni e pezzi falsi che ancora oggi ci inquietano. questo libro, che tra l`altro svela l`incompleta analisi degli inchiostri, mostra, conclusivamente, perche` il cosiddetto artemidoro, inverosimile papiro geografico misteriosamente affiorato in europa trent`anni or sono e pregevole prodotto di una mente moderna, non puo` che essere opera sua.
michel tournier, grande visitatore di testi classici, rilegge il racconto della nativita` per narrarci le immaginose biografie dei re orientali che vanno a betlemme seguendo la misteriosa stella. "ognuno di loro possiede un segreto e un`andatura", ognuno insegue un suo sogno-desiderio: gaspare, re nero di meroa, e` stato abbagliato dalla pelle candida di una schiava traditrice; baldassarre, re di nippur, e` un infaticabile cacciatore d`oggetti di rara bellezza; melchiorre, principe di palmirena, e` il re-mendicante di un paese insanguinato da lotte intestine. ma nel racconto di tournier c`e` un quarto ipotetico re: sempre in ritardo, alla ricerca del divino pasticciere... tra tutti gli invitati alla corte dell`intrigante e crudele erode, sara` forse lui, il giovane e goloso taor, ad avvicinarsi maggiormente al messaggio evangelico.
Bene mio e core mio viene messa in scena da Eduardo De Filippo nella stagione teatrale 1955-’56; la commedia ripropone temi cari ad Eduardo, quelli legati ai conflitti che si sviluppano all’interno della famiglia, in questo caso rappresentata da una coppia di fratello e sorella.
nel 1952 a ivan bunin, ormai confinato in un letto a causa delle pessime condizioni di salute, capitano tra le mani i volumi dell`epistolario di a.p. cechov, che si andava allora pubblicando in urss. e quella lettura e` per lui come una scossa improvvisa perche` gli fa rivivere i momenti di una intensa amicizia - nata nel 1895 e interrotta soltanto dalla morte di anton pavlovic nel 1904 -, in cui il vincolo affettivo si fondeva con la venerazione per il talento del maestro. turbato, commosso, bunin scopre ora con quale fervida considerazione cechov parlasse di lui nelle lettere agli amici, e decide di contraccambiare il calore di quei sentimenti scrivendo o dettando alla moglie i suoi ricordi. l`amico e` evocato soprattutto nella dimensione quotidiana, alle prese con la malattia, nel rapporto con i suoi cari, assorbito da un ideale artistico assoluto, intento a riflettere sui princi`pi etici che devono governare la vita. la sua indole complessa e schiva, eppure sempre benevola, si manifesta attraverso conversazioni, giudizi, impressioni fuggevoli, battute, frammenti di lettere. ma bunin si imbatte anche in un`altra sorprendente rivelazione: le memorie della scrittrice lidija avilova, pubblicate postume nello stesso periodo, fanno riemergere l`amore impossibile, e gelosamente custodito fino alla tomba, che lego` il destino di anton pavlovic a quello di lei.
La colonna sonora del nuovo episodio die Star Wars, The Force Awakens. Musica di John Williams. Ricca edizione in digipack.
Rara performance dal vivo della band capitanata da Kurt Cobain, registrata a Rio De Janerio, Brasile, il 17 Gennaio 1993.
2 LP. Concerto inedito, registrato da Miles Davis il primo di Luglio del 1991, poche settimane prima della sua morte. Miles Davis in serata di grazia, accompagnato da una band di tutto rispetto, formatata da Kenny Garrett, Deron Johnson, Foley, Richard Patterson e Ricky Williams. Concerto brillante, innovativo, in cui Davis mischiava bellamente vari stili e generi musicali. Tra i brani eseguiti, ricordiamo Hannibal, Human Nature, Time After Time, Penetration, Wrinkle, Amandla, Jailbait.Vinili 180 grammi, stampa Eu, copertina apribile.
"alte montagne, laghi d`acqua dolce che sembrano oceani e chilometri di costa scandita da spiagge e isole. e poi i grandiosi paesaggi urbani, dove si attraversano i continenti semplicemente passando da un quartiere all`altro". in questa guida: itinerari in automobile, i parchi nazionali, viaggiare in famiglia, a tavola con gli americani.
milano (associazione italiana maglierie e calzetterie) 1986