docente di letteratura francese all`universita` della tuscia e all`istituto universitario di suor orsola benincasa, benedetta craveri concentra la sua attenzione in questo libro su versailles e affronta una questione centrale nel corso di tutto l`ancien re`gime: quella legata al potere delle donne. per secoli e` stato infatti predicato che affidare a una donna una qualsivoglia responsabilita` di governo fosse "cosa ripugnante alla natura, contumelia a dio, sovvertimento del retto ordine e di ogni principio di giustizia". eppure, questo potere a loro ostinatamente sottratto le donne se lo sono arrogato, vanificando di fatto le leggi e le consuetudini. lo dimostrano le storie di caterina de` medici, maria antonietta, diana di poitiers e tante altre.
"chi non ha mai scritto versi?... anch`io, ad intervalli regolari, "ad ora incerta", ho ceduto alla spinta: a quanto pare, e` inscritta nel nostro patrimonio genetico". in realta`, il fare poesia non e` stato in primo levi un`attivita` marginale o minore; egli stesso ci racconta come, scampato al lager, gli fosse venuto spontaneo fissare la tragedia di auschwitz nei versi che poi avrebbero aperto "se questo e` un uomo". nei testi poetici raccolti in questo volume ritroviamo, come ha osservato giovanni raboni, "lo stesso acume morale, la stessa forza di memoria, ammonimento e pieta` che rendono sostanziosa, cosi` giusta, cosi` naturalmente memorabile la sua prosa".
ritorna in una nuova edizione "mahler. una fisiognomica musicale", da un lato uno dei culmini in senso assoluto della produzione saggistica di adorno, dall`altro libro piu` ardito, sorprendente e rivelatore che sia mai stato scritto sul compositore boemo. da quando apparve in tedesco nel 1960, infatti, il mahler adorniano e` considerato un classico dell`interpretazione musicale. in questo saggio, in cui confluiscono temi fondamentali che di li a poco avrebbero trovato sviluppo e sistemazione nella dialettica negativa, la musica di mahler pare offrire alla filosofia adorniana irrinunciabili conferme. eppure, il saggio non nasce come pretesto di speculazione filosofica, ne` trasforma l`esegesi in dimostrazione.
e un libro di racconti scritti fra il 1959 e il 1972. cosi` sciascia stesso: "... mi pare di avere messo assieme una specie di sommario della mia attivita` fino ad ora e da cui vien fuori... che in questi anni ho continuato per la mia strada, senza guardare ne` a destra ne` a sinistra (e cioe` guardando a destra e a sinistra), senza incertezze, senza dubbi, senza crisi (e cioe` con molte incertezze, con molti dubbi, con profonde crisi); e che tra il primo e l`ultimo di questi racconti si stabilisce come una circolarita`". una circolarita` che non ha per nulla intaccato, e anzi esalta, la felicita` e l`efficacia delle storie qui riunite come in un breve compendio delle molte voci narrative di sciascia.
"la bizzarria si scosta dalla consuetudine. l`imbizzarrito e` uno sconosciuto capitato per sbaglio a una festa di nozze. cosi furono i profeti della scrittura sacra. abramo si sradica da casa, patria, affari, raggiunto da una voce a lui solo rivolta. e un ordine: "vai vattene", lo avvia a un vagabondaggio senza fine. per singolare sigillo dell`intesa si circoncide il prepuzio, da se stesso. non per mutilazione, ma in segno di apertura. poi salira` su un monte per scannare suo figlio, dietro richiesta assurda. poi si fara` fermare a coltello sguainato sulla gola. e raffica di mosse infervorate dall`obbedienza alla voce. abramo e` banderuola di una sola brezza. per molto meno di un ascolto simile, dei poeti, variante minore di profeti, holderlin, walser, si avvitarono in un silenzio impenetrabile, nella tenuta stagna di un isolamento. sentivano le voci, un parlottio di sala da teatro prima dell`alzata del sipario. nelle pagine di questa sezione si narrano comportamenti sgangherati ma provvisti di giustifica sacra. "navigare es preciso", dicono i portoghesi, dove "preciso" sta per obbligatorio. cosi e` la bizzarria della provvidenza, la deviazione urgente di un singolo diventa apripista del percorso di tutti gli altri. gli imbizzarriti di queste pagine sono esploratori." (dalla premessa)