

antonella clerici, si sa, e` una buona forchetta... ma in cucina come se la cava? be`, in modo fenomenale, a giudicare dal libro che avete tra le mani. con l`aiuto degli chef della prova del cuoco, degli amici piu` cari e anche della sua mamma, ha raccolto un vero patrimonio di ricette: sono semplici e veloci, ma sempre sfiziose e mai banali. dalle alici marinate con patate e prezzemolo alla carbonara di pesce spada affumicato, dal gulasch di manzo al ciambellone della nonna, oltre 250 schede - tutte a colori e corredate dalle piu` belle foto di famiglia di antonella - che permetteranno anche ai cuochi inesperti di fare un figurone a tavola. e daranno tante nuove idee a tutti gli altri.

nel 1647, al crepuscolo del siglo de oro, appare a huesca, nell`aragona, un sottile libro in-12?, opera di un lorenzo gracian dietro al quale si celava un teologo gesuita dalla solida fama di scrittore, baltasar gracian. nessuno poteva prevedere che quei trecento aforismi avrebbero esercitato in europa - grazie soprattutto alla traduzione-travisamento di amelot de la houssaie, dedicata a luigi xiv nel 1684 - un`influenza immensa, sino a diventare un classico dell`educazione del gentiluomo, amato da schopenhauer (che volle tradurlo) e apprezzato da nietzsche. ma che cos`era in realta` l`oracolo manuale (cioe` `maneggevole, di facile consultazione`)? per capirlo, non abbiamo che da affidarci a marc fumaroli, il quale, in un illuminante saggio, ci rivela come l`oracolo, trasformato da amelot in una collezione di tattiche mondane, fosse qualcosa di infinitamente piu` audace e innovativo. fondandosi sulla lezione della saggezza antica e sull`umanesimo teologico della compagnia - sulla fiducia, dunque, nella cooperazione della natura e della grazia -, in opposizione al rigorismo giansenista, con quel libretto dallo stile conciso e concentratissimo gracian intendeva infatti offrire alle grandi anime libere un viatico per affrontare vittoriosamente i pericoli e le insidie di un mondo degradato - e per imprimere il loro marchio nella vita politica e civile. non una regola, dunque, ma uno stile, sorretto dalla conoscenza di se` e degli uomini non meno che dall`eleganza delle maniere e dal gusto raffinato, dal sapere enciclopedico e dalla solidita` del giudizio, dalla docilita` della volonta` e dalla piu` calibrata riservatezza.