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xiamen e` una citta` sull`omonima isola rocciosa, collegata alla cina sud-orientale da un`autostrada e due ponti: a una baia "disseminata di imbarcazioni e sfavillii erratici" fa da controcanto un agglomerato industriale fitto di immigrati "irregolari e affamati". qui per lungo tempo ha spadroneggiato lai changxing, il tycoon che prima di diventare "il latitante piu` ricercato della cina" e` stato il piu` famoso tra i nuovi ricchi del post-maoismo, di volta in volta definito come un semplice tufei ("bandito", ma non sempre in senso dispregiativo) o come un robin hood dispensatore di lavoro. e qui si insedia, alla fine degli anni novanta, il giovane corrispondente del "times" oliver august, per il quale lai e` l`emblema di una cina con il piede in due staffe, che incoraggia i cittadini "ad agire sempre piu` liberamente, ma senza garantire che il loro operato rientri nella legalita`". l`indagine-inseguimento nei luoghi dell`infanzia e dell`ascesa di lai diventa allora un impressionante succedersi di "visioni" rivelatrici: l`"obitorio umano" di beihai e` la quintessenza di tutte le aree depresse; e la stessa xiamen sembra il concentrato di un`interminabile transizione. una transizione di cui august registra ogni aspetto socio-economico, ma di cui coglie soprattutto il versante grottesco e orrorifico.

una donna viaggia per tre giornate nel segreto di una verita` sempre cercata e sempre perduta. ogni vecchia speranza sembra vinta. ma ecco che un`altra energia, la disperazione, pare comparire all`orizzonte. essa restituisce forse al futuro una delicatezza che la corruzione, la volgarita` e la logica stessa vogliono cancellare. sospinto dalla donna, lo stesso dio fugge dal paradiso, invaso dal male, e si rifugia sulla terra, dove ancora esiste, fra le stragi, qualche lievito di tenerezza.

il nome delle casate nemiche dei capuleti e dei montecchi risuona per la prima volta nel versi di dante. ma e` solo con la novella di luigi da porto che su questi due nomi si innesta la vicenda tragica destinata a trasformarsi in mito: l`odio dei padri s`incrocia funestamente con l`amore che nasce tra i figli e, complici avverse stelle, porta a morte e rovina. un mito che si ripresenta piu` volte nell`immaginario della letteratura, pittura, musica, scultura, in tempi e luoghi assai diversi, e che trova nella scrittura, dopo da porto, in shakespeare e in keller, i suoi momenti piu` alti e piu` poetici.

Più di 30 dimore in stile messicano, più di 250 fotografie di Tim Street-Porter ci conducono in viaggio tra l'arredo più affascinante dell'incontro di frontiera tra USA e l'America Centrale.

"la difesa di luzin" e` la storia di un conflitto insanabile tra genio e normalita`, volonta` e predestinazione, ragionevole esistere quotidiano e leggi del fato, geloso delle prerogative che gli competono. ed e` anche - lo rivela gia` il titolo, che allude a un`immaginaria mossa inventata dal protagonista - una storia di scacchi. una storia costruita con sottile, deliberata ironia, come una lunga partita giocata contro la vita, che si dipana lungo l`arco di vent`anni tra una luminosa pietroburgo imperiale, localita` termali tedesche e la berlino degli anni trenta, con i suoi ricchi emigranti russi. al centro del romanzo, la figura del giovane luzin: inerme di fronte agli altri, consegue attraverso il suo genio per gli scacchi un misterioso, insondabile potere che lo sospinge molto al di la` del mondo ordinario. ma l`ascesa e la caduta di luzin- da bambino svagato e geniale a campione perdente e suicida - sono anche l`occasione per delineare in controluce, con raffinata sequenza di mosse, tra arrocchi, stalli, prese e abbandoni, una tessitura narrativa in cui dominano l`ironia che investe l`illusorieta` delle scelte libere e virtuose, contrastate dal disegno del caso, e l`intuizione di una dimensione futura, al di la` dell`umano. il paradosso del libro e` che l`algido nitore degli scacchi converge con un alto pathos, come indico` lo stesso nabokov:

il mondo della pittura di icone, che florenskij - soggiogante figura di mistico, filosofo, matematico e teologo, quale poteva apparire soltanto in quella prodiga fioritura di genialita` che si ebbe in russia nei primi anni del secolo scorso - ci svela in queste pagine, rimarrebbe per sempre incomprensibile se lo si avvicinasse con i consueti strumenti della critica d`arte. esente dalla prospettiva, incompatibile con la concezione della pittura dominante in occidente dal rinascimento in poi, l`icona presuppone una metafisica delle immagini e della luce. ed e` a questa metafisica che florenskij ci introduce, scendendo poi in analisi storiche acutissime, che svariano dalla pittura fiamminga alle tecniche della preparazione dei colori, dalle forme dei panneggi al significato dell`oro e al nesso fra le icone e la liturgia della chiesa orientale. accompagnati da questa guida incomparabile, possiamo cosi` finalmente varcare le dell`iconostasi, , luogo dove si manifesta una pittura sublime, in cui le cose sono .

quando accetta la proposta di blaise cendrars di scrivere un libro per la sua collana di biografie di avventurieri, e sceglie - in modo apparentemente incongruo per un comunista militante - di occuparsi del barone von ungern-sternberg, vladimir pozner non immagina certo che questa volta non gli bastera` consultare (come aveva fatto per tolstoj e` morto) una mole immensa di documenti, ma che gli tocchera` condurre un`ardua inchiesta, nel corso della quale imbocchera`, per poi abbandonarle, una quantita` di false piste e si imbattera` in testimoni piu` o meno inattendibili: dall`ex colonnello di ungern ridotto a fare il tassista alla coppia di decrepiti aristocratici parigini che hanno conosciuto il barone in fasce (e che di quel paffuto bebe` gli manderanno una foto), sino a "fratello vahindra", il sedicente monaco buddhista che spaccia per il figlio segreto dello stesso ungern il pallido adolescente dai tratti asiatici con il quale vive in una squallida mansarda... a poco a poco, pero`, il narratore riesce ad afferrare il suo eroe, e ce ne svela gli aspetti piu` inquietanti e contraddittori (nonche` ambiguamente seducenti): solitario, taciturno, imprevedibile, irascibile, sadico, paranoide, ferocemente antisemita, superstizioso, misogino, frugale, idealista, marziale, il barone ungern ha tendenze mistiche, si considera erede di gengis khan e si crede investito di una missione provvidenziale - quella di riconquistare l`occidente partendo dal cuore della mongolia.

immersa nell`atmosfera tra il gotico e la nouvelle vague della costiera bretone si trova la casa dell`incontro, casa-famiglia che ospita un gruppo di ragazzi "difficili". vi lavora un`e`quipe di medici e insegnanti alquanto variegata, guidata da un losco direttore, che, si scoprira`, usa i pazienti come cavie mediche. il narratore e` vladi, ragazzo taciturno di eccezionale intelligenza, il quale con la complicita` di mirage, adolescente autistica, compie quotidiane trasgressioni. accanto alla casa si trovano i resti di un`antica clinica, la beau rivage, nella quale dorme clandestinamente un ex paziente tornato in cerca di vendetta. la miccia esplode quando vladi scopre l`esistenza dell`uomo: seguiranno due delitti e un finale inaspettato.

e` il 18 novembre. tara selter e` una libraia antiquaria e si trova a parigi per lavoro. quando si risveglia il mattino dopo nella sua camera d`albergo, si accorge che e` ancora il 18 novembre. disorientata, torna a casa dal marito thomas per cercare aiuto. lui le crede, ma non e` prigioniero del tempo. cosi` tara ogni mattina deve spiegargli daccapo l`enigma che sta vivendo, le strane leggi che regolano il suo mondo - alcuni oggetti restano con lei, altri svaniscono misteriosamente. confusa e sola, inizia a tenere il diario del suo unico giorno infinito, nel tentativo di comprendere la fisica indecifrabile che ha trasformato il suo tempo in uno spazio di cui e` l`unica abitante. finche`, dopo un anno, decide di tornare a parigi, dove tutto e` iniziato, nella speranza di trovare il varco nel flusso del tempo e riconquistarsi un futuro. nel primo romanzo di questa saga in sette libri, tara selter vive il suo unico giorno come uno spazio da esplorare nei minimi dettagli, con i suoi misteri e le sue gioie inspiegabili, con la meraviglia per una pioggia sottile, un cielo stellato. solvej balle ci conduce in una piega del tempo, un luogo accogliente e spaventoso, denso e rarefatto come l`universo.

franco battiato, nucleus raccoglie un panorama di fotografie realizzate da roberto masotti a partire dal 1973 con un servizio realizzato a bologna per l?etichetta indipendente "bla bla" e seguito da una serie di sessioni realizzate nello studio milanese del fotografo stesso, in sala di incisione, a casa dell?artista, in concerto o particolari performance lungo tutti gli anni settanta e inizio ottanta. arriviamo ai concerti nei palasport seguiti al successo de la voce del padrone o patriots e fino al 1997 con il tour de l?imboscata. le fotografie di masotti vanno alla "ricerca dell?individuazione del movimento del pensiero" di battiato. testi di franco maria cella, silvia lelli e luca scarlini.

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