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quella di galluccio e` una poesia che tende a far affiorare "il lato rovescio del pensiero" attraverso vari modi: slittamenti semantici, spazi deformati, visionarieta` onirica. in questo contesto entra in gioco anche una serie di metafore tratte dal linguaggio matematico che rimandano a un mondo di certezze e di perspicuita` continuamente disatteso. come nella poesia dedicata a georg cantor, vera e propria cerniera a meta` del libro, dove alcuni aspetti di pensiero del grande matematico diventano l`occasione per una percezione diretta e acuta della complessita` e del "confronto terreno fra infiniti". i versi di galluccio muovono da una ferita esistenziale che trova espressione in varie forme di disagio quotidiano, dilatandosi e trasformandosi in simboli capaci di spostare verticalmente le immagini, le distanze, i nodi irrisolti. senza fare esplicitamente una poesia metafisica, galluccio recupera tutta la pregnanza di scorie e residui della realta` interiore ed esterna, come se il prolungamento di questi dettagli potesse condurre, non tanto a risposte pacificanti, ma a nuove domande, a nuovi problemi che nessun teorema sembra in grado di risolvere.

qual e` il maggior contributo che la francia abbia dato alla civilta`? muo, cinese che studia da psicoanalista a parigi, non ha dubbi: l`ideale cavalleresco. come in un`eroica chanson de geste torna in cina per salvare la dama dei suoi sogni dal pericolo che la minaccia. vulcano della vecchia luna, la compagna di scuola che di lui, miope e bruttino, non ha mai voluto saperne, e` stata arrestata per aver venduto foto proibite a un giornale straniero. ma muo non e` orlando: e` un irresistibile iellato e l`unica sua arma e` una scienza alla quale i suoi connazionali non riconoscono alcun valore. sullo sfondo della cina odierna, muo e` trascinato in una ridda di avventure comiche dalle quali si rialza provato, ma sempre deciso a portare a termine la sua missione.

continuazione ideale della "storia dell`architettura italiana" di manfredo tafuri, questo testo non si limita ad aggiornarne il campo d`interesse da un punto di vista geografico-culturale, ma ha il pregio di affrontare una serie di snodi politici, territoriali ed economici fondamentali per la storia dell`architettura. e per questo che il volume include l`architettura prodotta dagli italiani all`estero, quella prodotta dagli stranieri in italia, allargandosi a temi di grande attualita` (come il social housing, l`ecosostenibilita` il territorio, l`influenza di manifestazioni e pubblicazioni sull`orientamento dell`architettura del nostro paese) e proponendo una galleria dei "maestri" piu` influenti: da rossi, gregotti, canella e isola agli esordienti, passando per piano, fuksas, zucchi e boeri. il risultato e` un volume che si rivolge agli studenti universitari, ma anche a quel pubblico appassionato ed "esperto", che non si accontenta di vivere gli edifici e la citta` come semplice "utente".

"le storie di questo libro stanno nel perimetro di quattro cantoni: un`eta` giovane e stretta, di preludio al fuoco; una citta` flegrea e meridionale; la materia di qualche libro sacro; gli anni di madrevita operaia di uno che nacque in borghesia. il possedimento minimo per un passante, e` stato immenso per chi si e` fermato. esso rinchiude per attrazione un me narrato piu` che un io narrante, qualche tu femminile scalzo e ben piantato in terra, un noi promessa di frantumi. i pronomi sono frutti che maturano in stagioni diverse. qui sono colti acerbi, prima che si carichino di succhi e di se`. avvengono dei colpi fortunati, qualche salvataggio. si sbatte a zonzo tra i limiti del campo, come biglia di flipper..." (erri de luca)

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