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"chi non ha mai scritto versi?... anch`io, ad intervalli regolari, "ad ora incerta", ho ceduto alla spinta: a quanto pare, e` inscritta nel nostro patrimonio genetico". in realta`, il fare poesia non e` stato in primo levi un`attivita` marginale o minore; egli stesso ci racconta come, scampato al lager, gli fosse venuto spontaneo fissare la tragedia di auschwitz nei versi che poi avrebbero aperto "se questo e` un uomo". nei testi poetici raccolti in questo volume ritroviamo, come ha osservato giovanni raboni, "lo stesso acume morale, la stessa forza di memoria, ammonimento e pieta` che rendono sostanziosa, cosi` giusta, cosi` naturalmente memorabile la sua prosa".

e un libro di racconti scritti fra il 1959 e il 1972. cosi` sciascia stesso: "... mi pare di avere messo assieme una specie di sommario della mia attivita` fino ad ora e da cui vien fuori... che in questi anni ho continuato per la mia strada, senza guardare ne` a destra ne` a sinistra (e cioe` guardando a destra e a sinistra), senza incertezze, senza dubbi, senza crisi (e cioe` con molte incertezze, con molti dubbi, con profonde crisi); e che tra il primo e l`ultimo di questi racconti si stabilisce come una circolarita`". una circolarita` che non ha per nulla intaccato, e anzi esalta, la felicita` e l`efficacia delle storie qui riunite come in un breve compendio delle molte voci narrative di sciascia.

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