
condannato alla relegazione in corsica nel 41 dall`imperatore claudio per un ambiguo intrigo di corte, seneca trae spunto dalla sua personale vicenda per riflettere sul destino e sulla responsabilita` umana, per distinguere, nella condizione umana, cio` che e` apparenza da cio` che invece e` sostanza. ne derivano pagine nella quali si fondono affetti e meditazioni, precetti di filosofia stoica e spaccati di vita romana.

vegezio fu un alto funzionario imperiale della corte di costantinopoli durante il iv secolo dopo cristo, ai tempi di teodosio il grande. convertitosi al cristianesimo, scrisse questa opera articolata in quattro libri - utilizzando e collegando le fonti piu` diverse latine e greche - dedicata all`antica arte della guerra e alla potenza militare romana in un periodo in cui gli eserciti imperiali passavano di sconfitta in sconfitta sotto l`urto delle popolazioni barbariche. rimpianto di una gloria passata, desiderio di sicurezza, tentativo utopico - lo imitera`, ad esempio, niccolo` machiavelli - di rifondare una tradizione che ormai era diventata null`altro che un topos letterario.

immaginate un posto dove le persone (la nonna, il droghiere, il vicino di casa) e gli oggetti (le auto, lo spazzolino, la caffettiera, la gomma da cancellare) sono a rischio di estinzione. una mattina ti alzi e non c`e` piu` il postino o lo schiaccianoci. e non solo il tuo, ma quello di tutti. qualsiasi rimasuglio diventa allora l`oggetto piu` prezioso del mondo, soprattutto per i "cacciatori di oggetti", persone in grado di uccidere per accaparrarsi, che so, un mozzicone di matita. la prima edizione italiana di questo romanzo e` stata pubblicata nel 1996 da guanda.

oltre a "il furto dell`elefante bianco", breve caricatura del romanzo poliziesco, il volume contiene "alcune osservazioni sconclusionate su una gita di piacere", schizzo su un viaggio alle bermuda e soprattutto "la grande rivoluzione di pitcairn", in cui mark twain narra come, in un`isola sperduta nel pacifico, vivevano in modo idilliaco 90 persone, fino a quando non arriva un americano di buone intenzioni che vuole introdurre i principi della democrazia americana, con il disastro che ne consegue.

arturo ha quattordici anni, abita in america, in uno sperduto paesino sulle montagne, possiede una slitta. per il resto avrebbe preferito chiamarsi john, e di cognome, invece che bandini, jones. la madre e il padre sono italiani immigrati, ma lui avrebbe preferito essere americano. poi c`e` nonna toscana, che considera il genero svevo, padre di arturo, un fallito, e la figlia maria una povera pazza perche` l`ha sposato. una famiglia non solo povera: proprio fatta di poverta`. con questo volume prosegue, dopo "chiedi alla polvere", "la confraternita dell`uva" e "sogni di bunker hill", la ripubblicazione einaudiana delle opere di john fante. introduzione di niccolo` ammaniti.



(italo calvino)