



una risoluta disposizione a rispettare lo svolgimento disordinato e imprevedibile della vita governa il capolavoro manzoniano. seguendo un filo modesto che si dipana e si arruffa, rimbalza in ogni direzione, il narratore giunge a scoprire la rete di connessioni che unisce tutte le parti della babelica dimora umana, dalle piu` grandiose alle piu` inospitali, e l`intimo rapporto di necessita` che collega gli elementi del disegno complessivo. casta ma non timida, la fantasia del manzoni e` affascinata dalla violenza delle passioni che ardono nel cuore umano, e vuol riviverne tutte le potenzialita` in un paragone assiduo di estremi opposti, dall`infima bassezza all`eroismo sublime.

i romanzi di voltaire sono accomunati da un filo conduttore: quello di un processo di formazione del protagonista che si compie attraverso molteplici esperienze, prima fra tutte quella della diversita`. tutti gli eroi di voltaire sono grandi viaggiatori, per necessita` o per curiosita`, e tutti sono disponibili all`osservazione etnologica e alle discussioni filosofiche, politiche o metafisiche. quest`esperienza suscita la riflessione: cio` che di cui all`inizio si era sicuri non appare piu` certo, cadono alcune preclusioni, gli orizzonti si allargano, il giudizio si fa piu` duttile e complesso, si afferma l`idea della relativita` di ogni norma e giudizio e lo scetticismo, morale e metafisico, sostituisce il dogmatismo iniziale.




nell`intera vicenda del dramma si proiettano le tortuose incertezze della figura del re, in un`atmosfera inquieta di incompletezza, di intenzioni contraddette, di azioni che non dintano mai del tutto atto, di una realta` che inesorabilmente muta se stessa, a cui non sfugge a tratti lo stesso bastardo di faulconbridge, antesignano dell`immagine dell`eroe trionfante, enrico v, sorta di metafora della "virtus" della nazione inglese.

la prima edizione dei due nobili cugini e` del 1643. nel frontespizio viene indicato chiaramente il nome dei due autori: shakespeare e john fletcher, un collaboratore di professione, di solito in coppia con francis beaumont. il fatto di scrivere drammi a due mani era comune nell`eta` elisabettiana, ed e` curioso e ammirevole che le opere cosi` prodotte siano piu` notevoli per unita` che per disarmonia o squilibri. la fonte e` tratta dal "racconto del cavaliere" di chaucer, che a sua volta si rifaceva a boccaccio. la storia viene comunque ampiamente rimaneggiata e interpolata da altre vicende inventate dagli autori. introduzione generale a shakespeare di nemi d`agostino. testo inglese a fronte.

i racconti raccontati due volte, sono cosi` intitolati perche` si richiamano a tradizionali orali elaborate dall`autore: ora in una visione nostalgica del mondo arcaico e primitivo della "nuova frontiera", ora proiettate nel futuro della nuova societa` americana, dov`e` preminente la figura dell`"uomo nella folla " delle nascenti metropoli, ora volte a riflettere sul ruolo delle scienze e delle arti, quasi a prefigurare allegoricamente la loro non facile coesistenza nella "nascita di una nazione" sorta dalla guerra d`indipendenza contro il colonialismo britannico.

il romanzo ha per protagonista uno svedese sognatore e utopista che da anni vaga nelle isole malesi. socio di un`impresa carbonifera fallita, rimane unico abitante nell`isola di samburan. quando il deserto della sua vita sembra mitigarsi grazie all`incontro con lena, il destino gli volta nuovamente le spalle: il complotto, la malafede, l`avidita` ordiscono una trappola mortale e il romanzo precipita verso l`eccidio finale: solo la morte "vendica" l`esilio terreno cui sono costretti, in vita, gli animi nobili e generosi.


in questo dramma holderlin affronta la figura di empedocle e la vicenda leggendaria secondo cui il filosofo agrigentino si sarebbe tolto la vita gettandosi nel cratere dell`etna. il poeta tedesco e` attratto da due temi: la venerazione somma per una natura divina e l`esigenza di fuggire una vita che non sia a misura d`uomo. empedocle e` stato indotto dal suo stesso pensiero all`odio verso la cultura, al rifiuto per tutto cio` che oppone ostacoli sulla via dell`assoluto. di qui quel principio di libera scelta della morte che porta al gesto del suicidio. il dramma, incompiuto, e` stato scritto nel periodo cruciale della vita di holderlin, che da quel momento non si dedico` piu` alla creazione di opere tragiche.

la dolce adeline hulot e` moglie del barone hector hulot, un incorreggibile libertino. adeline aveva fatto venire in gioventu` a parigi la cugina lisbeth, una donna che negli anni aveva accumulato rancore nei confronti della piu` agiata cugina. bette da tempo nutriva per il conte steinbock un cupo affetto e quando questo sposa la figlia di adeline, riesce a gettare sia lui che il conte hulot tra le braccia della signora marneffe, donna avida e senza scrupoli, che distrugge pace e patrimonio delle due famiglie. uscita di scena la signore marneffe con una morte infamante, la stessa bette soccombera` alla tisi, mentre la famiglia hulot riuscira` a superare la crisi finanziaria. adeline, vera martire, morira` e il marito sposera` la volgare e rozza cuoca agathe.



il quarto romanzo dedicato alla saga dei rougon-macquart venne pubblicato a puntate sul giornale "le sie`cle" nel 1874 e in volume nel 1876. e strettamente legato alla prima parte del ciclo, "la fortuna dei rougon", e ambientato nella stessa immaginaria cittadina di provincia, plassans, che adombra la aix-en-provence della giovinezza di zola. all`apogeo del secondo impero, nella provincia francese, si intrecciano adulteri, giochi di potere, intrighi e rispettabili violenze fra personaggi studiati nella loro peculiare essenza dall`occhio spietato e acutissimo di un magistrale scrittore naturalista.

il ciclo dei romanzi noto come "i racconti di calza di cuoio" - di cui "l`ultimo dei mohicani" e` sicuramente il piu` letto - inaugura il filone "epico" della letteratura americana, esercitando un notevole influsso su tutta la produzione letteraria successiva. le suggestioni della vita e del paesaggio di frontiera, dove cooper trascorse l`infanzia e l`adolescenza, hanno plasmato la sua immaginazione di scrittore suggerendogli l`archetipo dell`eroe americano: un uomo che istintivamente evade dalle restrizioni della vita civile per cercare un rapporto con la natura, affine, nella sua ricerca di autenticita`, agli indiani, siano essi fratelli o nemici.

inghilterra, xviii secolo: la bella e onesta pamela andrews, che ha dovuto abbandonare la campagna e gli adorati genitori per entrare al servizio di una famiglia aristocratica, subisce nella sua nuova casa le morbose attenzioni del giovane padrone, il conte di belfort, il quale tenta ripetutamente e brutalmente di sedurla. fermamente decisa a conservare la sua virtu`, pamela, con il suo candore e la sua irreprensibilita`, riesce infine a guadagnarsi l`amore sincero del suo spasimante e, soprattutto, l`onore di un matrimonio socialmente rispettabile.

questo volume raccoglie brevi, talora brevissimi, testi che si presentano di volta in volta sotto forma di aneddoti, motti di spirito, barzellette, narrazioni erotiche, apparentati dal comune denominatore della comicita`. gli esiti di tale comicita` sono quanto mai veri: arguzia e humour "fiorentini" non mancano, ma cedono volentieri il passo a freddure estemporanee, a un riso incolto e popolare, a un umorismo surreale e, molto spesso, al divertimento grossolano e greve. l`introduzione, a cura di stefano pittaluga, ricostruisce le vicende biografiche e gli itinerari culturali del celebre umanista, fornendo un aggiornato panorama critico e bibliografico della sua produzione.


lorenzo e` stato a lungo presentato come figura amletica, ambigua e scissa tra l`uomo politico e il poeta, affermando insieme la disorganica eterogeneita` della sua opera, ripartita in due blocchi antitetici, quello comico realistico rusticale (uccellagione di starne, nencia da barberino) quello filosofico erudito (ambra, selve d`amore, laudi, canzoni a ballo, canzoni carnascialesche). oggi si puo` invece individuare nella poliedrica opera laurenziana una coerente evoluzione culturale: dall`iniziale realismo municipale alla conversione neoplatonica alla fase classicistica al ritorno, dopo il divorzio da ficino e sotto l`influenza del savonarola, nell`alveo dell`ortodossia cattolica con la produzione devota.

