alle 21:51 di giovedi` 13 febbraio 1945, le sirene antiaeree risuonarono come gia` avevano fatto nei cinque anni precedenti: gli abitanti di dresda ancora una volta credettero che si trattasse di un falso allarme. ma non era cosi`. dieci minuti dopo inizio` il piu` intenso bombardamento che si sia mai scatenato dal cielo tedesco. in piu` di sedici ore gli aerei della raf e dell`aviazione americana scaricarono sulla `firenze dell`elba` oltre 4500 tonnellate di esplosivo, uccidendo 25.000 abitanti e distruggendo l`intero centro storico con tutti i suoi tesori artistici. il libro ricostruisce quanto accadde in quelle ore.
sono passati sette anni da quando joan didion e john gregory dunne festeggiavano il matrimonio della figlia quintana roo. joan didion siede alla scrivania, sfoglia vecchi album e rivive quel giorno, i gelsomini del madagascar nei capelli della figlia, il fiore di frangipani tatuato sulla spalla. affiorano istantanee degli anni passati con quintana in california: malibu`, la scuola di holmby hills, le stagioni . i ricordi spingono joan didion a interrogarsi sul suo essere madre, ora che la figlia e` morta. a rileggere ogni evento della vita di quintana in cerca di segni che forse non aveva voluto vedere. a fare i conti con il tempo che scorre, con la malattia e la vecchiaia. "blue nights" sono le ore lunghe e luminose della sera che a new york preannunciano il solstizio d`estate - - e che joan didion passa a riflettere sulla fine della promessa, sull`inevitabilita` della dissolvenza. joan didion con "blue nights" eviscera ed esorcizza la sofferenza personale attraverso la scrittura; trasforma il dolore che la assilla in un racconto universale sulla perdita e sul tormento.
in viaggio verso un remoto villaggio termale tra le montagne giapponesi, shimamura, raffinato intellettuale di tokyo, cerca pace e riposo, desideroso di sfuggire alla monotonia della vita cittadina e ritrovare se stesso. e nell`idilliaco paese delle nevi incontra komako, una giovane geisha, donna passionale e vulnerabile. tra loro nasce un rapporto alimentato da non detti, incertezze e desideri dell`animo e del corpo, una storia d`amore intrisa di ambiguita` e di amara solitudine: i turbamenti interiori dei personaggi e le loro debolezze emotive si trasformano in immagini e vicende scomposte che si intrecciano al naturale e imprevedibile fluire dell`inverno. "kawabata" scrive giorgio amitrano "nel suo stile ellittico, allusivo, ci restituisce la realta` con la stessa complessita` e frammentarieta` con cui la percepiamo, non nella sua versione edulcorata e semplificata. se la sua arte mimetica non ci rassicura e non ci consola, essa raggiunge l`essenza delle cose e dei sentimenti che ci rivela fragili, impermanenti, inconoscibili." il paese delle nevi (1937), capolavoro di kawabata, e` un dipinto delicato, lirico, segnato da silenzi e pause che lasciano affiorare fratture di significato e venature di acceso erotismo. in questo mondo etereo e sospeso, la malinconia si fonde con il candore immacolato della neve, come un`impronta leggera che mostra la fugace e ambigua bellezza della vita, labile e intensa nella sua transitorieta`.