
presentando, nel 1973, la silloge di racconti "il mare colore del vino", leonardo sciascia ne rivendicava, oltre che la necessita`, la profonda coesione interna. una coesione, possiamo oggi precisare, ottenuta a prezzo di esclusioni molto piu` drastiche e dolorose di quanto sciascia non lasciasse trapelare. bastera` leggere in questo volume, tra i quindici racconti lasciati allora cadere, la storia di calcedonio fiumara ("il lascito"), che, trasformatosi da zolfataro in ricco e rapace possidente, vive solo come un cane, senz`altro amore se non quello per la sua pura e intoccabile ricchezza: e finira` per lasciarla, anziche` ai detestati nipoti, a un manicomio, dove nessuno potra` trarne godimento o sollievo. o "una commedia siciliana", che dietro una vicenda in apparenza rocambolesca e a lieto fine, lascia trasparire la faccia terribile e cupa di un paese "circonfuso di limoni e mare". a completare il panorama della produzione dispersa di sciascia, il lettore trovera` qui un nucleo di mirabili prose e "cronachette": come "i tedeschi in sicilia", dove e` ricostruito l`eccidio che nell`agosto del 1943 un reparto tedesco in ritirata compi` a castiglione di sicilia: eccidio rimasto impunito, giacche` in italia "quel che accade in sicilia e` cosa d`altro pianeta".

troppo a lungo si e` detto che il novecento musicale si muoveva fra due poli schoenberg e stravinskij -, finche` (in anni piuttosto recenti) non ci si e` resi conto della presenza di un terzo incomodo: richard strauss. incompreso dai fedeli della nuova musica e reo di troppo successo, strauss di fatto percorse per tutta la vita - e fino agli estremi, prodigiosi "vier letzte lieder" - vie non meno audaci, ma piu` nascoste, dei due teologi nemici della drammaturgia adorniana. dotato di una "imperterrita capacita` di assimilazione stilistica" e contraddistinto dall`invidiabile "abitudine di non sbagliare (quasi) mai", strauss tocco` nella sua carriera, condotta con accortezza d`imprenditore, tutte le capitali dell`impero musicale austrotedesco (da monaco a vienna, da bayreuth a berlino a dresda), meritandosi il nomignolo, coniato dal kaiser, che da` il titolo a questo libro: hofbusenschlange - serpe in seno, si`, ma di corte. e fu capace, grazie al dominio "di tutte le tecniche, incluse le truffaldine", ora di blandire il gusto del pubblico, ora di scandalizzarne il perbenismo. mario bortolotto ci guida in ricognizione attraverso i pezzi strumentali, i lieder, i poemi sinfonici, e soprattutto le opere: dai tentativi giovanili ai piu` noti capolavori alla "parlante inattualita`" delle ultime composizioni.

questo volume comprende il racconto autobiografico del "porto di toledo" e il dittico che lo integra, "poveri e semplici" e "il cappello piumato". le note ai testi ricostruiscono, anche sulla scorta di documenti inediti, l`iter di formazione dei testi, mentre l`introduzione segue e documenta lo sviluppo del sistema narrativo ortesiano.

pubblicato nel 1960, ai tempi delle piu` pensose e tediose divagazioni sulla "letteratura industriale", questo romanzo le doppiava fulmineamente con uno sberleffo, proiettandosi in un paesaggio che molto somiglia a quello di oggi. scandendo i tempi di una ballata sinistra e euforica, la spark ci racconta come la direzione di una fabbrica tessile ebbe la malaugurata idea di assoldare un "esperto di scienze umane" capace di "far andare a braccetto industria e cultura". ma non fece i conti col diavolo, al quale compiti di questo genere sono quanto mai congeniali.

l`idea di una societa` coesa e solidale, retta da regole inflessibili, dove ciascuno ha un compito ben definito e nulla e` lasciato al caso - simile dunque a un meccanismo perfetto che si muova sulla scena globale come un tutt`uno -, ha sempre affascinato i filosofi, e spesso gli insetti sociali sono stati assunti come modello anche per gli umani. saggiamente, nel celebrare "la bellezza, l`eleganza e la stranezza delle societa` degli insetti", holldobler e wilson si astengono da arbitrarie, quanto scontate, estrapolazioni sociopolitiche e restano saldamente ancorati all`ambito che e` loro piu` congeniale, quello della natural history, la biologia sul campo. a differenza dei biologi di orientamento teorico-sperimentale, condividono infatti il gusto per l`osservazione della natura e la minuziosa raccolta di dettagli, unicamente motivati dalla passione per il proprio soggetto. e di questa indagine e` frutto "il superorganismo", destinato a modificare radicalmente il nostro modo di guardare le societa` degli insetti. protagoniste sono, ancora una volta, le formiche. presso questi animali prodigiosi - come presso gli altri insetti "eusociali", api e termiti - la divisione del lavoro e` cosi` rigorosa da non risparmiare neppure i neonati o la funzione riproduttiva: da un lato la regina madre e gli inoffensivi maschi addetti all`inseminazione, dall`altro la casta delle operaie sterili dedite alla cura della prole regale o impiegate in missioni ad alto rischio.

sindbad era lo pseudonimo sotto il quale si celava il narratore ungherese gyula krudy, dandy tenebroso, personaggio leggendario della bohe`me letteraria di budapest del primo novecento, celebre autore di numerose novelle e romanzi. marai lo considerava suo maestro, e lo amo` a tal punto che non solo gli dedico` un gran numero di scritti e citazioni sparse, ma ne fece anche il protagonista di questo libro. dove, in una mattina di maggio, sindbad esce dalla sua abitazione nel sobborgo di obuda con l`intenzione, una volta tanto, di tornare presto e provvisto di denaro e regali per la figlia e la moglie, la donna che "aveva portato nella vita di sindbad, che stava diventando vecchio, tutto cio` che per cinquantacinque anni il marinaio aveva cercato invano negli ambienti dei caffe`, delle stanze riservate ai giocatori di carte, delle bettole impregnate dell`odore di salnitro". ma dopo aver ceduto alla tentazione di salire su una carrozza pubblica - una delle ultime -, i buoni propositi cominciano impercettibilmente a svaporare, perche` "nel rollio di quelle vecchie carrozze a due cavalli di pest, con le loro molle rotte, c`era ancora qualcosa che ricordava il ritmo fluttuante e oscillante dell`altra vita", il mondo dell`ungheria di un tempo. e come in sogno, lasciandosi scivolare in una morbida flanerie, sindbad rivisita quel mondo scomparso vagabondando e indugiando nei luoghi che ancora ne conservano le tracce: dal bagno turco, dove "occidente e oriente si confondevano nella nebbia bollente", ai caffe`...





si sa, non e` mai facile scegliere il regalo di compleanno perfetto per la mamma. per non sbagliare, pero`, ci si puo` rivolgere a un amico fidato, come fa la piccola protagonista di questo racconto, e il signor coniglio e` proprio l`aiutante ideale. mentre camminano insieme per una campagna incantevole, la bambina e il signor coniglio passano in rassegna i gusti della mamma e un lunghissimo campionario di doni possibili e impossibili, osservando un unico criterio: che il regalo sia composto da tutti i colori preferiti di chi lo dovra` ricevere. ed ecco che, in un battibaleno, e` pronto il regalo piu` delizioso e sorprendente - proprio come queste pagine tra il quotidiano e l`onirico, scritte da charlotte zolotow e impreziosite dalle magnetiche illustrazioni di maurice sendak. eta` di lettura: da 5 anni.