 
	il libro parte dalla constatazione che la differenza tra i sessi e` un "oggetto filosofico", nonostante che nella tradizione filosofica sia ben presente l`amore da un parte e l`eros dall`altra. a questi temi classici sono dedicati i primi due capitoli. poi l`autrice avanza l`ipotesi della differenza tra i sessi come principio nascosto della possibilita` stessa di pensare; l`ipotesi di una differenza tra i sessi come mezzo di scambio del pensiero; l`ipotesi infine di una "storicita`" della differenza stessa. questa tesi della storicita` della differenza tra i sessi e` al centro degli ultimi tre capitoli che portano alla conclusione della necessita` di un pensiero dell`alterita` sessuale in termini di soggetto e oggetto.
 
	 
	preceduta da un saggio sulla storia della genetica agricola da 150 anni a questa parte, una nutrita serie di contributi analizza i rapporti tra salute pubblica, ambiente e alimenti transgenici; studia la complessa problematica della introduzione degli organismi geneticamente modificati e connesso ricorso a sostanze chimiche (le transnazionali biotecnologiche affermano il loro controllo commercializzando kids di sementi+biocidi); affronta la questione dei brevetti delle invenzioni biotecnologiche. per concludere con un appello a `fare la pace con il vivente` che suona di particolare attualita` e urgenza in questa fase di diffusa sensibilizzazione dell`opinione pubblica.
 
	il rapporto uomo-spazio nella citta` contemporanea ha subito una radicale trasformazione sia a livello pubblico, sia a livello privato, con commistioni che rendono obsoleti gli schemi interpretativi ancora correnti, e che richiedono al progettista un impegno che tenga conto di una moltitudine di fattori non solo architettonici per realizzare un ambiente nuovamente vivibile.
 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	tra i molti temi che infiammano l`arena pubblica del nostro paese ne manca uno, pesante come un macigno e gravido di conseguenze evidenti sulla nostra vita qui e ora. quando in italia si parla dell`eredita` coloniale dell`europa si punta spesso il dito sull`imperialismo della gran bretagna o su quello della francia, ma si dimentica volentieri di citare il nostro, benche` il colonialismo italiano sia stato probabilmente il fenomeno piu` di lunga durata della nostra storia nazionale. ma e` una storia che non amiamo ricordare. iniziata nel 1882, con l`acquisto della baia di assab, la presenza italiana d`oltremare e` infatti formalmente terminata solo il primo luglio del 1960 con l`ultimo ammaina-bandiera a mogadiscio. si e` trattato dunque di un fenomeno che ha interessato il nostro paese per ottant`anni, coinvolgendo il regno d`italia di epoca liberale, il ventennio fascista e un buon tratto della repubblica nel dopoguerra, con chiare ricadute successive, fino a oggi. eppure l`elaborazione collettiva del nostro passato coloniale stenta a decollare; quando il tema fa timidamente capolino nel discorso pubblico viene regolarmente edulcorato e ricompare subito l`eterno mito autoassolutorio degli italiani , i colonizzatori , persino alieni al razzismo. siamo quelli che in africa hanno solo . se la ricerca storiografica ha bene indagato il fenomeno coloniale italiano, a livello di consapevolezza collettiva, invece, ben poco sappiamo delle nazioni che abbiamo conquistato con la forza e ancora meno delle atroci violenze che abbiamo usato nei loro confronti nell`arco di decenni. in questo libro francesco filippi ripercorre la nostra storia coloniale, concentrandosi anche sulle conseguenze che ha avuto nella coscienza civile della nazione attraverso la propaganda, la letteratura e la cultura popolare. l`intento e` sempre quello dichiarato nei suoi libri precedenti: fare i conti col nostro passato per comprendere meglio il nostro presente
