

nel 1552 bartolome` de las casas da` alle stampe "la brevissima relazione della distruzione delle indie", vibrante atto d`accusa sulle violenze commesse dagli spagnoli nel nuovo mondo. con questo memoriale, il frate domenicano invoca l`intervento dell`imperatore carlo v, "padre e pastore" dei nuovi sudditi americani, per far cessare massacri e crudelta`. con la radicale opposizione tra l`innocente bonta` degli indios e la malvagita` dei conquistatori, las casas dipinge l`invasione spagnola come un tragico flagello che ha snaturato la missione provvidenziale della corona: riunificare l`umanita` in nome della fede cattolica e della fratellanza cristiana. sara` la denuncia del genocidio materiale e spirituale degli indigeni americani compiuto da "lupi e tigri e leoni" mossi dalla brama dell`oro a determinare lo straordinario successo della "brevissima", divenuto un classico della cronachistica spagnola sull`america. oggi, come allora, l`opera di las casas piu` conosciuta e piu` letta mantiene intatto il suo valore di appassionata difesa dei diritti naturali dei popoli americani e riporta in primo piano il dovere morale del rispetto dei valori della persona.

nel giugno 1816 metilde viscontini dembowski attraversa, insieme al figlio ercole di soli quattro anni, il passo del san gottardo sotto una tempesta di neve. deve raggiungere al piu` presto milano dove l`aspetta una dura battaglia per ottenere la separazione dal marito e riconquistare l`indipendenza. e solo la prima di una serie di ardue prove che dovra` affrontare in nome della liberta`, e che culmineranno con la sua partecipazione alla cospirazione antiaustriaca del 1821. figura poco nota dello straordinario ottocento italiano, metilde e` degna di essere considerata una protagonista del nostro primo risorgimento: amica di ugo foscolo e di silvio pellico, sara` fonte di ispirazione per henri beyle - non ancora diventato il famoso scrittore stendhal - che per lei coltiva una furiosa passione; impegnata in prima persona nella lotta per l`indipendenza dall`austria, sara` coinvolta nella drammatica vicenda dei processi ai patrioti, ma riuscira` a salvarsi con caparbia determinazione. marta boneschi ricostruisce la storia di metilde, riannodando i fili che attraversano la sua vita - quello foscoliano, quello stendhaliano e quello patriottico -, per restituirci il senso di un`esistenza spesa nella ricerca di un futuro migliore per se` e per gli altri, con l`obiettivo di perseguire la liberta` a tutti i costi.




dimenticate troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. dimenticate la violenza e le stragi, la crudelta` e l`orrore. e seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d`armi - due giovani splendidi per gioventu` e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. madeline miller, studiosa e docente di antichita` classica, rievoca la storia d`amore e di morte di achille e patroclo, piegando il ritmo solenne dell`epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosita` e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l`omosessualita`. patroclo muore al posto di achille, per achille, e achille non vuole piu` vivere senza patroclo. sulle mura di troia si profilano due altissime ombre che oscurano l`ormai usurata vicenda di elena e paride.

chi erano davvero gli eroi e le eroine della guerra di troia? quali sono le storie piu` autentiche e segrete delle figure cantate nell`iliade e nell`odissea? questo libro racconta in modo nuovo i protagonisti della grande epopea omerica che tutti abbiamo studiato a scuola. ma racconta anche quello che omero non dice, scavando nella miniera di leggende, spesso frammentarie ed enigmatiche, che gli antichi ci hanno lasciato. cosi`, intorno agli amori di achille, agli inganni di ulisse, alle avventure favolose di elena, rinasce tutta una costellazione di eroi perduti.
fin dai primi contatti con l`occidente la poesia giapponese non ha smesso di colpire l`immaginazione degli europei per via delle sue peculiari caratteristiche come la brevita` dei componimenti, il costante riferimento agli elementi naturali, la particolare importanza data alla calligrafia, la sostanziale assenza di rima compensata dalla scelta di strutture ritmiche e prosodiche estremamente durature: caratteristiche queste spesso fraintese o deformate da una visione tipicamente orientalista ed eurocentrica di stampo novecentesco. questo inedito progetto editoriale in tre volumi, corrispondenti al periodo antico (fino al 1185), periodo medievale (fino al 1868) e periodo moderno (fino alla fine del secolo scorso), si propone di selezionare e presentare sotto una nuova luce versi, canti e liriche prodotti in giappone nell`arco di piu` di diciotto secoli. un ricco apparato critico e il testo a fronte rendono questa antologia un prezioso strumento di studio e riferimento sia per l`esperto di culture dell`asia orientale che per il semplice appassionato di poesia e letteratura mondiale. il primo volume dell`antologia, dai canti antichi allo splendore della poesia di corte (viii-xii secolo), raccoglie piu` di trecento componimenti scaturiti dal pennello di circa un centinaio tra i piu` rappresentativi poeti dei periodi nara (710-794) e heian (794-1185). le venti sezioni che compongono il volume corrispondono alle piu` importanti raccolte e antologie compilate nei primi secoli della storia della letteratura giapponese, come il man`yoshu, il kokinshu, il kaifuso, ma anche opere mai tradotte in italiano come il kudai waka o lo honcho monzui. canti religiosi, struggenti poesie d`amore, elaborati giochi di parole e artifici retorici che diventeranno modello imprescindibile per tutta la successiva storia letteraria dell`arcipelago. un`attenzione particolare e` stata inoltre dedicata alla poesia in cinese composta da giapponesi, che rappresenta l`altra faccia di questa tradizione