






il libro tratta di tutti gli aspetti dello sviluppo femminile, ma l`interesse principale delle autrici e` per il rapporto della figlia pre-edipica con la madre, rapporto che a loro parere "plasma il futuro dell`immagine di se` della figlia, della sua sessualita` e del suo complesso edipico". partendo da questa base, le autrici esplorano le implicazioni transferenziali e controtransferenziali nei casi di donne curate da donne. discutono inoltre le fantasie che tipicamente si sviluppano nella donna e il ruolo dell`angoscia di castrazione nel rapporto madre-figlia.







il libro include nove fiabe originariamente pubblicate in due raccolte: "il principe felice e altre storie" del 1888 e "una casa dei melograni" del 1891. se riguardo al primo volume wilde stesso lascio` trapelare, ma non senza ambiguita`, che si trattava di un libro per bambini, il secondo volume non era, a suo dire, rivolto "ne` ai bambini inglesi ne` a un pubblico inglese". in queste favole per adulti s`intravede lo spirito rivoluzionario che aveva portato l`autore a comporre negli stessi anni "l`anima dell`uomo sotto il socialismo": un atteggiamento che tramite il paradosso e la battuta di spirito, e anche l`argomentazione allegorica, vuole sovvertire le aspettative del lettore e al contempo minare la possibilita` di letture tranquillizzanti. ma le diverse storie qui raccolte del principe felice, del gigante egoista, dell`infanta di spagna, dell`usignolo e la rosa sono anche le storie che oscar wilde raccontava ai figli: quindi favole educative, commoventi, attraverso le quali trasmetteva loro i suoi valori morali.

le storie raccolte in questo volume sono un`antologia di miti e leggende popolari che ruotano intorno al mondo delle dolomiti, prendendone diretta ispirazione. principi e fate, giganti e streghe cattive, si muovono sullo sfondo dello scenario dolomitico, suggerendo al lettore un modo fantasioso per conoscere quei luoghi, quei paesaggi, quelle montagne.

donald ha solo 45 anni, ma e` condannato a una morte lenta e terribile dal morbo di gehrig. decide cosi` di dettare alla moglie cynthia la storia della sua famiglia, perche` i loro figli sappiano da dove vengono. nelle sue parole rivive la figura del bisnonno clarence, per meta` finlandese e per meta` indiano chippewa, un uomo "come non ce ne saranno mai piu`" e i suoi ricordi spaziano dall`infanzia dei genitori ai suoi contrasti con il padre, alla visione di una natura viva di cui l`uomo e` parte organica. donald va incontro alla morte con la stessa dignita` pura e istintiva con cui ha vissuto, e la sua figura acquista, grazie all`arte di jim harrison, uno spessore epico.