"questo ragazzo deve tutto al suo nome" diceva di lui marco antonio, che lo disprezzava, a torto sottovalutandolo. pero` era vero, e augusto ne era talmente consapevole da affrettarsi a promuovere, non appena gli fu possibile, la divinizzazione di giulio cesare, padre suo adottivo, come caposaldo del suo potere. il capolavoro di augusto e` stato imporre l`immagine di se` come vero e coerente erede e continuatore dell`opera di cesare, ormai divinizzato, mentre in realta` la trasformava, se non nel suo contrario, certo in altro. "divus iulius" e mummia di lenin nel mausoleo sulla piazza rossa sono fenomeni che si richiamano l`un l`altro. quella di augusto e` la tipica parabola del potere scaturito da una rivoluzione e approdato a una forma originale di restaurazione: ragion per cui, nel concilio degli dei immaginato dall`imperatore giuliano, augusto viene apostrofato come "camaleonte". questo libro recupera, attraverso fonti greche solo parzialmente esplorate, pagine cruciali dell`"autobiografia" di augusto, abilmente apologetica, scritta nel 25 a.c, quando egli aveva ormai definitivamente consolidato il suo potere monocratico, pur nella raffinata finzione di aver restaurato la repubblica.
hermann buhl sali la sua prima montagna all?eta di dieci anni. dopo brillanti successi nelle alpi, nel 1953 partecipo alla spedizione tedesca al nanga parbat. sin dal primo giorno annoto gli eventi nel suo diario. il 3 luglio 1953, dopo diciassette ore di salita, buhl raggiunse da solo la cima a 8126 metri, conquistando cosi la "montagna fatale dei tedeschi". il suo libro "e buio sul ghiacciaio", pubblicato nel 1954, in cui racconta gli inizi della sua attivita di scalatore, i primi successi e il trionfo al nanga parbat, diventa un caposaldo della letteratura di montagna. ma solo oltre mezzo secolo dopo, in questo libro vengono pubblicate integralmente, grazie all?autorizzazione della vedova di buhl, eugenie, le annotazioni dei diari del nanga parbat, del broad peak e del chogolisa con il commento di kurt diemberger: fu diemberger, infatti, l?ultimo compagno di cordata di buhl. dopo il successo al broad peak, il secondo ottomila di buhl, nel giugno 1957, i due alpinisti partirono insieme per salire il chogolisa. lassu, il 27 giugno 1957, buhl incontro la morte. prefazione di hans kammerlander.
la consapevolezza della caducita dell?esistenza e una caratteristica esclusivamente umana, cosi come la capacita di elaborare strategie che affranchino dal pensiero ossessivo della morte. quelle concepite sinora - la resurrezione, il paradiso, la reincarnazione -, tuttavia, oggi non ci bastano piu, ne ci basta il pensiero di continuare a vivere attraverso la nostra discendenza biologica o le opere che lasciamo dietro di noi. resta un?unica opzione, un?idea folle che si sta trasformando in un preciso disegno: la conquista dell?immortalita grazie alla scienza. solo nell?ultimo decennio sono apparsi piu di trecentomila articoli sull?invecchiamento e l?estensione della vita, e oltre settecento aziende emergenti hanno investito complessivamente decine di miliardi di dollari nell?impresa. ma quanto e realistico tale mirabolante sogno? quali sarebbero le implicazioni etiche di trattamenti o manipolazioni volti ad aumentare indefinitamente la durata della vita? e quali le conseguenze sociali, economiche e politiche? domande incalzanti, e capitali - ora che la risonanza di queste ricerche e le aspettative, spesso illusorie, da esse suscitate sono al culmine -, alle quali ramakrishnan cerca di rispondere attraverso un?analisi approfondita della fisiologia dell?invecchiamento e delle tecniche allo studio per contrastarlo, gettando luce nel contempo sulla realizzabilita della piu avveniristica delle sfide: far si che "tutti muoiano giovani - dopo molto, molto tempo".