

la voce degli ebrei-tedeschi trova ora spazio adeguato anche nell`ambito delle scienze della formazione dell`uomo e invita a una rivalutazione dell`umano, letta attraverso una categoria propria della tradizione umanistica (la "bildung"), di fronte al nichilismo della modernita`. il volume propone i piu` importanti interventi articolati nel novecento degli ebrei di lingua tedesca a proposito del concetto di formazione dell`uomo. si tratta di un`opera fondamentale, con testi di th. w. adorno, h. arendt, w. benjamin, m. buber, e. cassirer, m. horkheimer, s. kracauer, k. lowith, g.l. mosse, m. scheler, g. simmel, e. stein.



nessun autore spagnolo del novecento ha mai stimolato tanti studi e tanti commenti come jorge luis borges: a nemmeno vent`anni dalla sua morte e` universalmente considerato un classico della grande letteratura. queste pagine di savater non sono un altro capitolo di studi letterari dedicati al maestro della duplicazione: . queste pagine sono quasi un`agiografia, un atto di devozione in cui molto viene rivelato di borges, ma molto anche di savater.


il filo della narrazione e` il processo di industrializzazione che nel corso del novecento porta un paese semi-agricolo come l`italia ad appaiarsi alle altre potenze industriali. tale processo si avvia davvero solo con la grande guerra e puo` dirsi compiuto quasi mezzo secolo dopo, tra fine anni cinquanta e primi anni sessanta, con il miracolo economico. il volume dapprima segue cronologicamente le vicende del periodo, poi mette in luce le caratteristiche di fondo della politica economica, e le basi tecnologiche e organizzative dello sviluppo, mostrando infine come esso sia stato favorito e guidato da un sostanziale intervento dello stato nell`economia.


ne` catastrofismo, ne` ottimismo, ma una guida a che cosa e` possibile fare. e` un piccolo libro, in forma di diario, scritto da un naturalista per la figlia bambina per trasmetterle l`idea che non tutto e` perduto, che e` necessario prendere coscienza di quanto sta avvenendo e che, tuttavia, c`e` ancora la possibilita` di agire. il diario e` dunque il racconto di giorni realmente vissuti scelti fra vent`anni di episodi e incontri, di escursioni e viaggi, di appunti e riflessioni.

nei tre libri del "de bello civili", cesare racconta la guerra che devasto` lo stato romano tra il 49 e il 48 a.c., dal passaggio del rubicone fino alla tragica morte di pompeo. gia` cicerone pensava che nessuno meglio di cesare potesse scrivere la storia delle sue guerre. in effetti la sua prosa tersa, concisa ed efficace, priva di retorica e pregna di chiarezza di giudizio, ha contribuito non poco alla costruzione del mito di giulio cesare. suo intento principale era quello di dimostrare come fosse stato forzato a ricorrere alle armi dagli avversari che, privandolo del potere nel 49, lo avevano di fatto esposto alle vendette dei nemici.












le numerose edizioni settecentesche che s`intersecano l`una con l`altra, la mancanza degli autografi e la vastita` dell`impresa di fronte alle cento e piu` commedie, alle decine di melodrammi giocosi, di drammi per musica e di altri componimenti teatrali, cui si affiancano poesie, prose amplissime di memoria e un cospicuo epistolario, hanno impedito fino ad ora che si affrontasse la questione dell`edizione critica delle opere di carlo goldoni. la cultura italiana e internazionale si era rassegnata e accomodata all`ombra della grande, meritoria fatica di giuseppe ortolani iniziata nei primi anni del secolo, senza, tuttavia, un chiaro progetto e senza precisi criteri filologici. alla base di questa edizione nazionale vi e` stata una preliminare indagine sulle stampe volute dall`autore dal 1750 agli anni ultimi della sua lunga vita al fine di determinare, opera per opera, i diversi stadi del testo. da qui la presenza di un ricco apparato di varianti che illustra l`evoluzione della singola opera fino al momento in cui l`autore non impone ad essa una fisionomia definitiva. consegnati al teatro, i testi, che erano nati per esso, riprenderanno immediatamente il loro cammino nella continua e molteplice dinamica dell`interpretazione che qui viene di volta in volta ricostruita nelle pagine dedicate alla fortuna. "son fitto al tavolino di giorno e di notte". cosi`, in uno sfogo sincero, scriveva goldoni nell`ottobre del 1751 con riferimento alla sua febbrile attivita`. introduzione di marco bizzarini.


lituania, fine della seconda guerra mondiale. un bambino di otto anni emaciato e sporco, emerge dalle macerie e dalle stragi del fronte occidentale e vaga senza meta nella neve con un braccio rotto e una catena stretta al collo. quel bambino e` hannibal lecter, fuggito dal casino di caccia in cui si era rifugiato con la famiglia per scampare alla violenza delle soldataglie. gli occhi attraversati da un`indecifrabile espressione, chiuso in un ostinato silenzio, il piccolo hannibal cresce nell`orfanotrofio russo che lo ospita in una solitudine apparentemente assoluta. lo zio, un famoso pittore, riesce a rintracciarlo e lo porta a vivere con se` a parigi. qui, grazie alle amorevoli cure di sua moglie, hannibal avra` modo di scoprire e coltivare i suoi innumerevoli talenti, che spaziano dalla musica alla letteratura, dall`arte alla medicina. e in questa atmosfera, densa di stimoli e suggestioni, che il giovane comincera` a edificare un vero e proprio "palazzo della memoria", impreziosendolo di visioni spettacolari e insieme agghiaccianti, teatro e sfondo interiore delle piu` raffinate speculazioni come dei piu` inconfessabili desideri. fino al giorno in cui hannibal decide che e` tempo di tornare a casa e bussare alla porta dei demoni che cosi` spesso vengono a fargli visita...




matteo zevi e` sul volo di linea che da los angeles lo sta riportando in patria. e dovuto scappare molti anni prima, per debiti, abbandonando dall`oggi al domani i membri della sua famiglia. su di loro, adesso, il suo ritorno incombe come una calamita` persino peggiore di quelle seguite all`improvvisa fuga. durante l`assenza di matteo, infatti, ciascuno ha avuto modo di costruirsi un equilibrio apparentemente solido. giorgio primogenito settario, ambizioso e intraprendente ha aperto l`orient express, un locale panasiatico che va per la maggiore, ed e` in riluttante attesa di un figlio; martina, che alla partenza del padre aveva solo nove anni, sconta un precoce matrimonio borghese con turbamenti affettivi e sessuali a dir poco sconvenienti; solo federica, la seconda moglie che non ha mai smesso di attenderlo, sogna una nuova armonia familiare per la quale e` disposta a tutto, mentre matteo, attratto dalle suggestioni del patriarcato, ritrova vecchi amici e piaceri dimenticati in una roma deturpata e bellissima. sono tutti talmente presi da se stessi che quando la storia irrompe brutalmente nella loro vita li coglie vulnerabili e impreparati. ognuno e` chiamato a fare i conti con il passato e con le incognite di un mondo che appare sempre piu` sinistro e imponderabile. ecco allora che la storia finisce dove la storia incomincia.

quando un personaggio, "dopo aver bevuto il caffe`, mi chiede la cena e poi un letto per dormire, vuol dire che si e` accampato nella mia immaginazione, nella mia testa": cosi` dacia maraini illustra, in questa breve, profonda lezione di scrittura, un momento cruciale della creazione narrativa. racconta come sono nati alcuni dei suoi protagonisti, quali sono le funzioni che assolvono nella trama, con quali metodi delinea la loro personalita`, come gioca con i dettagli del loro aspetto, con il loro linguaggio... e anche cosa non bisogna mai fare. ne nasce un percorso attraverso i suoi romanzi, popolati da figure tra le piu` vivide e amate della letteratura italiana, arricchito dall`appassionata testimonianza di una lettrice vorace e curiosa, attenta al presente ma legata al fascino dei classici, capace di coinvolgerci fino all`ultima pagina in una lezione di scrittura che e` anche e prima di tutto una lezione di lettura, e di osservazione attenta della realta`.


















scritta nel 1919 e mai consegnata al destinatario, "lettera al padre" ripercorre la storia di un rapporto assolutamente squilibrato tra un padre troppo forte e un figlio troppo debole. una lotta impari. da una parte c`e` una figura che incarna l`autorita` assoluta, distante e brutale, dall`altra un figlio pieno di paure, che desidera con tutto se stesso l`affetto del padre, ma che non ha il coraggio di conquistarselo. cosi`, in pagine di forte impatto emotivo, kafka confessa la sua natura di figlio incompreso, insicuro e inadeguato, schiacciato dalla personalita` di un uomo che ha l`aspetto enigmatico del tiranno. uno spietato atto d`accusa, e insieme l`accorato appello di chi non puo` rinunciare alla speranza di una riconciliazione. con un`introduzione di klaus wagenbach.









la cucina di una casa popolare, un tavolo, due uomini seduti intorno. uno dei due e` bianco, l`altro e` nero. sul tavolo c`e` una bibbia. i due uomini parlano. non si conoscevano prima di questa mattina, quando il nero ha strappato il bianco alle rotaie del sunset limited sotto cui stava per lanciarsi. ma quello era solo l`inizio. ora i due devono andare oltre. e cosi` parlano. dai due lati del tavolo, da prospettive, lingue e colori antitetici, fra picchi di comicita` e abissi di disperazione senza contatto possibile oltre all`ingegno folgorante della penna che li ha partoriti. un "romanzo in forma drammatica" che raggiunge il nucleo pulsante dell`indagine esistenziale di mccarthy. non ci sono approdi, prese di posizione, risposte. c`e` solo una domanda: che cosa ti divide dal tuo sunset limited?

considerato il piu` grande poeta del medioevo occidentale prima di dante, chre`tien de troyes fu attivo alle corti di champagne e di fiandra tra il 1160 e il 1190. nelle sue mani il romanzo arturiano divenne una forma superiore di narrativa cortese, un`incarnazione originalissima in cui il poeta fuse i propri concetti etici con l`imitazione dei poeti latini, l`eredita` delle chansons de geste e dei romanzi antichi con una ricca messe di miti e di motivi che affondano le proprie radici nel sostrato celtico della bretagna insulare e continentale. ne sono testimonianza le cinque opere raccolte in questo volume: "erec e enide", il primo romanzo arturiano, gia` di stupefacente maturita` artistica, incentrato sul rapporto tra il nobile cavaliere erec e la sposa enide e sulla difficolta` di conciliare amore e dovere; "clige`s", nel quale elementi della materia bretone si fondono con la piu` antica tradizione classica e greco-bizantina in un`insolita narrazione ricca di avventure e colpi di scena; "ivano", quasi un romanzo di formazione nel quale il protagonista, nel tentativo di ridiventare degno dell`amore della sposa, perduto per leggerezza, matura come persona divenendo un cavaliere perfetto; "lancillotto", dedicato al celebre amore adulterino del cavaliere per la regina ginevra, un sentimento estatico che il poeta dipinge con toni ironici ma anche con conturbante adesione; infine "perceval", l`ultimo e incompiuto lavoro di chre`tien, anello di congiunzione con gli ideali mistici che informeranno le narrazioni successive delle gesta dei cavalieri di artu` alla ricerca del graal. introduzione di alex micha e postfazione di c. s. lewis.

a 100 anni dalla nascita, la biografia di un uomo, felice musazzi, il cui percorso umano e artistico e` straordinariamente unico e particolare. la storia di un personaggio che, senza alcuna preparazione accademica, e` diventato un vero fenomeno in ambito teatrale inventandosi e costruendosi come autore, regista e interprete dei suoi lavori fino a conquistare per anni le platee di tutta italia con i suoi legnanesi. ma non solo. il racconto svela anche, e soprattutto, l`aspetto intimo, nascosto di questo personaggio. ne indaga la dimensione privata all`interno della famiglia, nell`ambito delle vicende che ha vissuto durante l`infanzia, in guerra e sul luogo di lavoro. tutto ricostruito tramite l`affettuosa ricerca che la sua famiglia e alcuni vecchi amici hanno effettuato nell`enorme quantita` di fotografie, lettere, manoscritti, filmati nonche` nei ricordi di chi ha vissuto con lui e ne ha condiviso gran parte della vita. un modo di ricordarlo a chi, avendolo frequentato, lo rimpiange, e a chi, non avendolo conosciuto, potra` scoprirlo.




Cappelli Ed., 1991, IT. Il passato, il presente e uno sguardo al futuro di due tecnologie che hanno rivoluzionato il mondo.


gia` nei racconti di "il treno era in orario" e "viandante, se giungi a spa...", heinrich boll aveva dolorosamente rievocato i drammi del conflitto mondiale e della germania postbellica. ma nel romanzo "dov`eri adamo?" gli orrori della guerra divengono veri protagonisti della narrazione. quasi fossero episodi indipendenti, i nove capitoli del romanzo sono infatti altrettante sequenze in presa diretta su quella inarrestabile tragedia che strappa agli uomini e alle donne, ai militari e ai civili, ogni progetto e ogni sentimento. dai cruenti combattimenti sul fronte orientale, all`orrore dei campi di sterminio, boll racconta con sconcertante realismo schegge di follia e crudelta`.