
"la bizzarria si scosta dalla consuetudine. l`imbizzarrito e` uno sconosciuto capitato per sbaglio a una festa di nozze. cosi furono i profeti della scrittura sacra. abramo si sradica da casa, patria, affari, raggiunto da una voce a lui solo rivolta. e un ordine: "vai vattene", lo avvia a un vagabondaggio senza fine. per singolare sigillo dell`intesa si circoncide il prepuzio, da se stesso. non per mutilazione, ma in segno di apertura. poi salira` su un monte per scannare suo figlio, dietro richiesta assurda. poi si fara` fermare a coltello sguainato sulla gola. e raffica di mosse infervorate dall`obbedienza alla voce. abramo e` banderuola di una sola brezza. per molto meno di un ascolto simile, dei poeti, variante minore di profeti, holderlin, walser, si avvitarono in un silenzio impenetrabile, nella tenuta stagna di un isolamento. sentivano le voci, un parlottio di sala da teatro prima dell`alzata del sipario. nelle pagine di questa sezione si narrano comportamenti sgangherati ma provvisti di giustifica sacra. "navigare es preciso", dicono i portoghesi, dove "preciso" sta per obbligatorio. cosi e` la bizzarria della provvidenza, la deviazione urgente di un singolo diventa apripista del percorso di tutti gli altri. gli imbizzarriti di queste pagine sono esploratori." (dalla premessa)


maria ha superato da poco i quarant`anni, vive a napoli, lavora come insegnante in una scuola serale e un giorno, al sesto mese appena di gravidanza, partorisce una bambina che viene subito ricoverata in terapia intensiva neonatale. dietro l`oblo` dell`incubatrice maria osserva le ore passare su quel piccolo corpo come una sequenza di possibilita`. niente e` piu` come prima: si ritrova in un mondo strano di medicine, donne accoltellate, attese insensate sui divanetti della sala d`aspetto, la speranza di portare sua figlia fuori da li`. nei giorni si susseguono le mense con gli studenti di medicina, il dialogo muto con i macchinari e soprattutto il suo lavoro: una scuola serale dove camionisti faticano su dante e leopardi per conquistarsi la terza media. la circonda e la tiene in vita un mondo pericolante: quello napoletano, dove la tragedia quotidiana si intreccia con la farsa, un mondo in cui il degrado locale e` solo la lente d`ingrandimento di quello nazionale.