
questo non e` un libro di viaggio, "categoria insulsa" esordisce brace chatwin nell`introduzione. piuttosto, un romanzo nel senso migliore, qualcosa di nuovo e fresco: la storia della liberazione dalla claustrofobia di un`esistenza trascorsa a new york durante la seconda guerra mondiale. fuggita dalla francia negli stati uniti all`inizio del conflitto, sybille bedford sente d`improvviso il bisogno di ripartire, di parlare un`altra lingua, di mangiare cibo diverso, di trovarsi in un paese dal lungo e fosco passato ma quasi privo di un presente. la scelta cade sul messico. "cieca al luogo comune" - sono ancora parole di chatwin -, la bedford non attinge al repertorio dello scrittore in trasferta, non si abbassa alla satira, non e` "spiritosa", non pontifica. il risultato e` una miriade di sorprese, di delizie a ogni pagina, a ogni passo. lo spirito nomade ereditato dalla madre e il raffinatissimo gusto di ascendenza paterna si coniugano per regalarci un vero "libro delle meraviglie", una miniera di scorci storici e geografici colti da un`angolazione inedita che "tocca la verita`". l`orecchio assoluto per la conversazione capta, negli scambi fra anglo-americani e messicani, surreali sfumature d`incomprensione, che raggiungono vertici di ilare nonsenso. partita dalle "splendide terme di caracalla della grand central station", sybille bedford finira`, nei panni di quell`animale sacro che e` l`ospite, in casa dell`incredibile personaggio che da` il titolo al volume.

i giochi sono pericolosi quasi per definizione, ma a volte lo sono in un modo che alle definizioni si sottrae. quando irene riceve dall`america, nel suo bel cavolo di plastica, la bambola che aspettava, sa gia` che per quella creatura di stoffa vagamente orrifica dovra` essere, rispettando alla lettera le ferree regole imposte dalla fabbrica, una vera madre, cosi` come vere madri gia` sono, o stanno per diventare, tutte le sue compagne di classe, al collegio del sacro cuore di gesu`. quello che irene ancora ignora e` solo fino a che punto si spingera` la simulazione. quanto a luca, il protagonista del secondo racconto che compone questo libro, ha deciso che le giovanissime, esotiche abitanti della pineta dietro casa sua sono in realta` le winx, e, sentendosi dire dalla piu` bella, flora, quante monete dovra` sborsare per passare qualche minuto con lei, sa dove e come procurarsele. ma ancora non sa in cosa esattamente consista il misterioso `charmix` di quelle strane bambole. benche` separate nel tempo e nello spazio (la prima si svolge a roma negli anni ottanta, la seconda oggi, sul litorale del lazio), le due storie di letizia muratori vanno considerate indivisibili. lette in sequenza, si riveleranno infatti per cio` che sono: il copione di una commedia scalena e corrosiva, una storia quasi di fantasmi che costringe chi la legge a vedere il mondo adulto sempre e solo con gli occhi dei bambini - ma che per un singolarissimo gioco di sponda restituisce, di quel mondo, un`immagine che ferisce e persuade.

nel 1932 un diciannovenne gianfranco contini pubblica sulla "rivista rosminiana" una disamina di strepitosa perspicacia, "emilio cecchi, o della natura", e l`affermato critico, di ventotto anni piu` anziano, non esita a inviare all`ignoto recensore una lettera di ringraziamento, la prima di un carteggio che copre l`arco di oltre un trentennio e attraverso il quale e` possibile ricostruire non solo un esemplare percorso ermeneutico, ma soprattutto un dialogo, acutissimo, sulla natura del lavoro intellettuale.


filosofia, scienza e politica sono i temi principali di questi due volumi, nei quali e` proposto un bilancio delle piu` recenti ricerche sui campi, i metodi e i risultati della produzione intellettuale dei greci antichi: una sintesi della filosofia, della politica e delle conoscenze scientifiche di una societa` che ha plasmato e stimolato ogni campo del pensiero occidentale. l`esposizione e l`organizzazione dei saggi permette al lettore la costruzione di diversi percorsi di lettura, anche grazie ai rimandi interni indicati al termine di ogni saggio.



la forza creatrice dei secoli tra il x e il xiii e` all`origine di molte delle innovazioni tipiche del mondo in cui viviamo: dalla nascita della citta` all`affermarsi di un nuovo modo di trasmettere il sapere e di studiare, legato alle universita`; al tempo stesso, nuove tecniche vengono allora messe in opera e "si fanno strada nuovi atteggiamenti nei confronti del tempo, del denaro, del lavoro, della famiglia". caratteristica dell`attivita` storiografica di le goff e` proprio la capacita` di tendere a una visione del passato che ce lo ripresenti al di la` degli schemi che irrigidiscono e isolano solo taluni fenomeni. lo studioso francese pensa che tale impostazione sia particolarmente necessaria per un`epoca e una societa` che forse piu` di ogni altra hanno sentito l`esigenza di una vita totalitaria. in questo modo ci troviamo davanti a una grande lezione di storia, che ci mostra nelle loro profonde interdipendenze i vari atteggiamenti degli uomini.





insieme ad apollodoro, igino e` autore della piu` preziosa opera strettamente mitografica che ci sia giunta dall`antichita` classica. dotto amico di ovidio, egli volle esporre le narrazioni fondamentali del mito greco per cicli, che compongono una sequenza di 277 racconti. a igino interessa innanzitutto la "pura trama" del racconto. e a lui dobbiamo se numerose, significative varianti dei miti piu` noti o dei piu` oscuri sono giunte fino a noi. la presente traduzione e` arricchita da un ampio commento che offre le indispensabili notizie antiquarie sia innumerevoli osservazioni di carattere antropologico, storico e religioso, utili a inquadrare il mito greco in un contesto piu` ampio.

"mia madre dava l`impressione di essere un meccanismo rotto. non era malata, ma una parte di lei aveva ceduto... le parti integre e quelle compromesse si mischiavano di continuo ed era arduo distinguerle. nonostante fosse afflitta da una notevole mancanza di memoria, vi erano particolari che ricordava perfettamente". cosi` leggiamo in questi "ricordi di mia madre", in cui inoue cela, con pudore, il suo lato piu` intimo e dolente. e non possiamo non ascoltare partecipi quella voce che ci spiega come la donna "avesse incominciato a cancellare a ritroso, con una gomma, la lunga linea della sua vita", del tutto inconsapevolmente, "perche` a tenere in mano la gomma era quell`evento ineluttabile che e` la vecchiaia". vecchiaia su cui inoue ci offre, con quest`opera in tre tempi, pagine fra le piu` intense che abbia mai scritto, dove riesce a trovare la misura perfetta, con una delicatezza di tratto che nulla concede all`effusione sentimentale, per raccontare un lento congedo, raffigurare angosce primordiali ed evocare immagini che si incidono nella memoria. come quella dell`anziana donna che - con una lampadina tascabile in mano - vaga di notte nella casa del figlio, senza che sia possibile sapere se ora, nella sua mente, lei e` la madre alla disperata ricerca del bambino perduto o la bambina smarrita in cerca della mamma.

"tentazione" e` stato definito dai critici americani : come dire, un po` oliver twist, un po` grand hotel. in realta`, tutto quello che potrebbe esserci di patetico nell`infanzia del piccolo be`la, abbandonato dalla madre nelle grinfie di un`orribile virago, e` costantemente contraddetto dal tono del narratore, la cui ironia non viene meno neanche nei momenti piu` difficili. e quando infine, a quattordici anni, be`la raggiungera` la madre, anche sopravvivere nella budapest degli anni venti, e poi degli anni trenta, si rivelera` un`impresa quasi disperata. tanto piu` che dovra` continuamente barcamenarsi fra due mondi opposti: l`insanabile miseria del quartiere in cui abita e il lusso sfrenato del grande albergo sfavillante di luci in cui riesce a trovar lavoro. nell`uno e nell`altro be`la incrocera`, in una vertiginosa girandola di storie, uomini e donne che della vita gli riveleranno gli aspetti piu` sconcertanti e scabrosi, e conoscera` la tenerezza e la passione, l`amicizia e la generosita` - l`abiezione e il tradimento, la caduta e il riscatto.

. cosi` scrive nel suo diario il consigliere titolare popriscin - funzionario di rango non elevato ma di grandi ambizioni, roso dal senso di inferiorita`, dall`invidia verso piu` altolocati colleghi al servizio dello stato -, che ritiene un privilegio l`incarico di temperare, una volta alla settimana, le penne d`oca di un superiore della cui figlia e` segretamente innamorato. nelle pagine che accolgono le sue frustrazioni e i suoi sogni di gloria si insinuano le sempre piu` assurde fantasie che lo abitano: mucche che comprano il te`, il carteggio tra due cagnoline dal quale apprende che la giovane amata andra` in sposa a un altro. lo sdegno e un`impotente rabbia lo precipitano definitivamente nella follia ( questa, priva del demoniaco romanticismo che caratterizza l`insania del pittore nel ritratto, un altro dei di gogol`). persa del tutto la ragione - ora si crede ferdinando viii, re di spagna -, popriscin viene rinchiuso in un manicomio, dove si occupa degli e si angoscia per la sorte della luna. dinanzi al suo delirio, alle grida strazianti per le brutali che gli vengono inflitte, anche a noi non resta che ripetere, come popriscin: . un silenzio che verra` riempito dalla voce stridula e penetrante dell`uomo del sottosuolo di dostoevskij.