Terza capitolo della saga di Matrix, con musiche di Don Davis e Juno Reactor
il cinema non e` soltanto motivo di evasione ma e` un linguaggio che contiene idee, messaggi, crea comunicazione ed esige grande attenzione da parte dello spettatore. questo libro vorrebbe essere un attivo e stimolante strumento di lavoro "sul campo" per chi mira ad agire su piani interculturali e a conoscere di piu` il linguaggio cinematografico. vorrebbe inoltre presentarsi nella sua dimensione di educazione al dialogo tra persone di culture diverse per affermarsi come invito alla conoscenza e all`ascolto degli altri diventando cosi` un utile strumento di lavoro nelle scuole.
refrattario alla retorica e ai vezzi di molta accademia, solmi non fu critico d`arte istituzionale ma, amico e sodale di pittori e scultori, pote` seguirne passo dopo passo i percorsi, affascinato dalla creativita` unica e irripetibile del vero artista: "... vane sono formule e programmi, vano persino l`altissimo esempio degli antichi quando difetti, nell`artista, il vivo sentimento, sempre eretico e individuale, della vita vivente che nell`arte cerca la sua forma". senza mai cedere alla semplicistica tentazione di "incasellare nomi ed opere sotto le bandiere degli astratti "programmi", "correnti" e "tendenze", e in un`epoca senza centri come il novecento, in cui "il vero artista e`, in ogni senso, solo", solmi riesce nondimeno a tracciare un panorama tanto composito quanto coerente, scoprendo gli occulti reticoli che connettono fenomeni all`apparenza distanti. dagli scritti raccolti in questo volume nasce cosi`, inattesa, una vera e propria storia dell`arte italiana della prima meta` del secolo scorso (non senza uno sguardo prensile anche a cio` che succedeva oltre confine e al passato). arte che solmi osserva con lo stesso magistrale discernimento che ha sempre fatto valere nella critica letteraria, intuendo spesso il genio e l`originalita` di molti artisti - da carra` a de pisis, da de chirico a sironi, da modigliani a morandi a casorati - ben prima della loro piena affermazione pubblica. con una nota di antonello negri.
la teoria degli ha origini lontane e diffusione imponenti. l`idea e` quella di una societa` il cui buon funzionamento e` affidato alle prestazioni complementari delle tre grandi categorie di individui (quelli che pregano, quelli che combattono e quelli che lavorano la terra) che la compongono. categorie, ciascuna delle quali e` investita di una funzione, che non puo` essere supplita dalle altre: di qui la staticita` e l`impenetrabilita` delle classi. l`assetto sociale tripartito, ovviamente in quanto congruo al modello feudale, ricorre precocemente nella letteratura mediolatina, giungendo, agli inizi dell`xi secolo, ad esigenti elaborazioni precettive e si trova per la prima volta formulato in un testo volgare nel livre des manieres di etienne de fouge`re (m. 1178), che pare additare alle nascenti pretese delle monarchie plantageneta e capetingia l`economico espediente di una rifunzionalizzazione dello schema come un ancor valido induttore di un equilibri interno di ceti sudditi, promossi pilastri del trono>.
CD /DVD. Eccellente performance, splendidamente registrata, che la band sudista ha effettuato nel 1981, nella famosa trasmissione televisiva Rockpalast. Gli Outlaws sono ancora sotto la leadership di Hughie Thomasson, mentre gli altri sono Freddie Salem, Billy Jones, Rick Cua e David Dixon. Tra le canzoni, spicca una strepitosa versione del classico Green Grass and High Tides, di oltre venti minuti, quindi Devil's Road, Waterhole, Hurry Sundown, Holiday, Long Gone, Angels Hide, There Goes Another Love Song e la conclusiva Ghost Riders in The Sky, di quasi nove minuti.