
Atteso debut album per una band inglese


Ben Rector non è un novellino, ha diversi dischi alle spalle ( almeno cinque) e, almeno in Usa, una solida fama di autore e performer. Cantautore classico ma di stile molto mainstream, Rector incarna la classica canzone d'autore Usa, quella di James Taylor, tanto per fare un paragone. Musica di stampo classico, belle melodie, arrangiamenti pieni, solidi, molto curati. Lo possiamo affiancare a Drew Holcomb, se volete un termine di paragone diretto. D'altronde, come dice lo stesso Rector, la bellezza della vita appare nei momenti più comuni. più normali. E la musica fa parte di questi momenti.

C'era indubbiamente molta attesa per il nuovo album di Ben Harper, assieme a The Innocent Criminals, la band migliore con cui ha lavorato da diversi anni a questa parte. Il precedente lavoro coi Criminals risale a nove anni fa. Call It What It is è un disco solido e poetico al tempo stesso, rock ma anche tendente alla ballata, con una manciata di canzoni belle: dalla solare Shine (il titolo è già tutto un programma) a When Sex Was Dirty, ironica e graffiante, a How Dark is Gone, Pink Balloon etc. Ben Harper è finalmente tornato.






Ben Miller e la sua band ( Scott Leeper, Doug Dicharry e, da questo disco, Smilin' Bob e Rachel Ammonds), sono un gruppo emergente che mischia in modo abile rock, blues e radici. Usano le armonie vocali per rendere più ricca la propria musica ( che presenta una strumentazione varia: banjo, chitarre, washboard, percussioni, armonica, mandolino ). Il risultato è una musica contaminata, che non è nè country nè blues, ma mischia elemnti vari rendendo il suono originale, anzi decisamente personale. E poi ci sono anche il folk degli Ozarks e la tradizione antica della propria terra. Da sentire, molto interessanti.