
e` con il suo diario da ragazzo, non ancora scrittore che singer scopre la sua vocazione a narrare, a reinventarsi la favola della vita nella miseria e nell`angustia del ghetto di varsavia. singer, emigrato negli stati uniti nel 1935, quando in europa cominciava a soffiare la tempesta hitleriana, rivive con dolcezza, arguzia e forza una lontana stagione della sua vita.






"vertigine suonava il titolo originario consegnato al manoscritto. che rifletteva uno stato d`animo, il moto di una mente che si rigira in se stessa ininterrottamente. una dimensione quasi (e a tratti realmente) onirica. vortice preferisce invece porre l`accento sull`ineluttabilita` di un destino: sul suo essere violentemente assorbito da un evento incontrollabile che ti trascina a fondo. il romanzo piu` compiuto di orfani risponde a entrambe le situazioni..., va assumendo gradualmente un andamento sempre piu` vorticoso, che alle scene generalmente piu` lunghe sin li` impiegate sostituisce un succedersi di scene brevi e anche brevissime: proprie di un gorgo che si va restringendo sino alla strozzatura." (dalla prefazione di ermanno paccagnini)


