

kibbutz granot. e un inverno piovoso, interminabile. il buio cala presto, fa freddo e solo il calore dentro le case e` capace di consolare. yoni e rimona sono due giovani sposi malinconici: lei sogna i figli che non ha avuto, lui il deserto, la fuga. hava e yolek invece rimuginano su vecchi rancori e nuove delusioni. bolognesi, un ex detenuto graziato, un tipo strano ma con delle mani d`oro, lavora a maglia e borbotta frasi incomprensibili. poi, nell`ennesima sera di pioggia, fa la sua comparsa azariah, un ragazzo tutto ingenuita` ed entusiasmo. da quella sera, le cose a poco a poco cambiano. ciascuno sembra andare progressivamente verso il proprio destino. e forse smettera` di piovere. ambientato alla vigilia della guerra dei sei giorni, nel 1967, "una pace perfetta" incastona la vita di un kibbntz nella storia d`israele e nel presente.





Album edito nel 1994, ma da tempo fuori catalogo. Nuova edizione, rimasterizzata 2019.



a tel kedar, una tranquilla cittadina israeliana nel deserto del negev, abitano noa e theo, il cui rapporto, in una fase stagnante, si incrina quando a lei viene affidato il compito di dare vita a un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. aiutata da muki, agente immobiliare, da linda, una timida divorziata, e da lumir, un pensionato, noa si dedica al progetto con entusiasmo e idealismo, pronta a lottare contro l`opposizione di tutta la comunita` che teme che un simile centro possa portare droga e criminalita`. non vuole mostrare le sue debolezze e chiedere l`aiuto di theo, e lui non vuole interferire dove non richiesto. se per un verso la vicenda sembra mettere a dura prova la loro relazione, dall`altro dimostra l`affetto struggente, l`infinita tenerezza e l`amore profondo che ancora li lega. sullo sfondo, le vite degli altri abitanti di tel kedar, persone colpite da grandi tragedie, ma anche personaggi buffi, pieni di vitalita` e di speranze. con "non dire notte" amos oz torna a esplorare l`animo umano, raccontando la realta` quotidiana di una comunita` lontana da tel aviv o gerusalemme e che, pur chiusa dietro un filo spinato sorvegliato da guardie, cerca di vivere la vita normale di qualsiasi altra cittadina del mondo."