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due donne indiane emigrate negli stati uniti, contagiate da un senso di liberta` improvvisa, che rischia di mettere in crisi cio` che hanno di piu` prezioso: la loro amicizia. anju e sudha sono due "sorelle del cuore", come amano definirsi, ma il marito di anju ha messo gli occhi su sudha. un "me`nage a` trois" pieno di sensi di colpa, in cui l`autrice dipinge il dramma moderno dello sradicamento. i protagonisti non hanno perso solo l`india e le sue opprimenti, ma rassicuranti tradizioni. in forme diverse, essi hanno perso per sempre l`idea di poter fuggire in un altrove piu` libero e moderno, dove essere davvero se stessi. in america scoprono che la liberta`, all`apparenza cosi` affascinante, vista da vicino ha un viso quasi feroce.

questo volume offre un`ampia scelta dei temi che costituiscono il patrimonio della letteratura popolare inglese. alcune storie sono state trascritte con metodi moderni, altre risalgono a centinaia di anni orsono. accade cosi` che in questi testi fate, streghe, folletti e animali parlanti convivano felicemente con personaggi storici come cromwell e bacone, banditi, sciocchi di villaggio, santi, draghi e spiriti maligni: una compresenza di allegra e colorata quotidianita`, di magico e di soprannaturale.

carmen yanez si e` imposta negli ultimi anni come una delle voci piu` interessanti della nuova poesia latinoamericana. nei suoi versi, caratterizzati da una grande evidenza fisica e narrativa, sono affrontati i temi dell`esilio (che l`autrice, perseguitata politica del regime cileno ha dolorosamente vissuto), dell`amore, del viaggio, dell`affetto materno, della natura; temi che, pur nella trasposizione lirica, sempre rivelano le personali esperienze dell`autrice.

il volume illustra la raccolta del collezionista gino magnani, racchiusa nella villa della fondazione magnani rocca, nel parco di corte di mamiano (parma). l`intero palazzo e` uno scrigno ricco di dipinti, sculture, mobili e oggetti di grandi artisti di tutti i tempi: filippo lippi, ghirlandaio, durer, van dyck, goya, canova, e ancora, renoir, ce`zanne, matisse, carra`, braque, severini, de chirico, guttuso, burri e morandi. l`opera prevede una prima parte di saggi a firma di emiliani, fornari e sgarbi, mentre nella seconda parte, divisi in capitoli tematici, vengono passati in rassegna gli artisti e le opere presenti nel museo.

pietro e` un ragazzino di citta`, solitario e un po` scontroso. la madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri e` il suo talento. il padre e` un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. i genitori di pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle tre cime di lavaredo. la montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l`orizzonte lineare di milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. quando scoprono il paesino di grana, ai piedi del monte rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: pietro trascorrera` tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l`accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. e li, ad aspettarlo, c`e` bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa eta` ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. iniziano cosi` estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piu` aspri. sono anche gli anni in cui pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa piu` simile a un`educazione che abbia ricevuto da lui". perche` la montagna e` un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sara` il suo lascito piu` vero: "eccola li, la mia eredita`: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". un`eredita` che dopo tanti anni lo riavvicinera` a bruno.

corrado e` un professore che ogni sera lascia una torino buia e bombardata per rifugiarsi sulle colline circostanti. ma quando la guerra lo raggiunge fin li`, decide di ritirarsi su altre colline, piu` lontane ancora, quelle in cui e` cresciuto. lungo la strada incontra sparatorie, morti, sangue umano misto alla benzina fuoriuscita dagli autocarri. l`innocenza e` perduta per sempre e il conforto non puo` arrivare neppure dalla terra delle origini, perche` niente e` piu` come prima. il momento piu` alto della maturita` dello scrittore cesare pavese, la storia di una solitudine individuale di fronte all`impegno civile e storico; il superamento dell`egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. il romanzo simbolo dell`impegno politico e del disagio esistenziale di un`intera generazione.

nel 1486 pico scrisse l`introduzione a quelle conclusiones che avrebbero dovuto essere discusse davanti ai sapienti della chiesa, ma che finirono invece accusate di eresia, come il loro autore. originariamente senza titolo, il testo venne denominato oratio de hominis dignitate dall`edizione di strasburgo del 1504. dimenticato per piu` di due secoli, venne riscoperto tra ottocento e novecento diventando una specie di manifesto dell`umanesimo. ora che le idee ottocentesche e primo-novecentesche sul rinascimento e certe forzature interpretative dell`oratio appaiono superate si puo` rileggere pico reinnestando il suo pensiero nella temperie teologica della sua epoca. ma la sua antropologia e la sua idea di cultura restano un vertice della filosofia italiana e continuano ad avere molto da dire anche nel nostro tempo.

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