
Contiene brani inediti di Ben Lee e Rilo Kiley,ed un duetto tra Nina Persson(Cardigans) e Nathan Larson (Shudder to think).






"ho cercato la mia strada molto a lungo. in etnologia sono un completo autodidatta. una prima rivelazione l`ho avuta per ragioni inconfessabili: smania d`evasione, desiderio di viaggiare." queste parole di claude le`vi-strauss riassumono il senso di "tristi tropici", resoconto delle spedizioni compiute dall`autore nel mato grosso e nella foresta amazzonica. quando le`vi-strauss, nel 1934, arrivo` a sa`o paulo per ricoprire la cattedra di sociologia all`universita`, il suo interesse per l`antropologia era ancora una passione non concretizzata. una volta giunto in brasile, la curiosita` per le culture indigene e il desiderio di visitare un paese in gran parte inesplorato lo spinsero a organizzare una serie di ricerche "sul campo". entro` cosi` in contatto con le tribu` autoctone, pote` conoscerne direttamente le usanze e la vita quotidiana. di ritorno da quel lungo viaggio, le`vi-strauss lascio` calare il silenzio su quell`esperienza: non una parola che ricordasse le difficolta`, i rischi che gli incontri con civilta` indigene gli avevano procurato. quindici anni piu` tardi, decise di raccontare cio` che aveva visto e vissuto. e nel 1955 usci` questo saggio, che cambio` per sempre i destini dell`antropologia ma che e` soprattutto un racconto vivo dove si intrecciano descrizioni degli uomini e della natura, aneddoti, considerazioni filosofiche e narrazione dell`avventura quotidiana del ricercatore.




Guild 2001. Herrera de la Fuente dirige la Orquestra Sinfonica de Mineria.

"raffaello ha solo dipinto. non e` stato un uomo complesso come leonardo, un pensatore curioso di tutto; non e` stato come caravaggio, un `maledetto` che vive una vita piena di contrasti; non e` stato un artista come michelangelo, pittore, scultore, poeta, architetto. raffaello ha dipinto soltanto. e ogni volta ha inventato un capolavoro. i pittori, come il suo maestro perugino, tendono a ripetersi, a riprodurre un modello, hanno un archetipo di riferimento. lui no. ogni volta inventa un`immagine nuova. opere che la critica disconosce sono di raffaello: sono opere diverse da quelle che ci aspettiamo, perche` raffaello non e` solo raffaello, e` anche giorgione, e` caravaggio, e` michelangelo, e` parmigianino. lui e` tutto: nessuno e` `piu` tutto` di lui. quello che ha fatto raffaello e` un prolungamento della creazione di dio e della bellezza del mondo, una bellezza assoluta, senza limiti." seguendo il racconto di giorgio vasari, vittorio sgarbi compone il suo racconto di raffaello, dal commovente rapporto con il padre e la madre, al magistero di pietro perugino, dagli affreschi delle stanze vaticane fino al torbido amore per la fornarina che destabilizzo` la sua calma olimpica. e ogni volta vittorio sgarbi percorre la fitta rete di legami con i pittori del suo tempo: l`ammirazione per leonardo, il rapporto contrastato con michelangelo, l`amicizia con bramante.