
dopo gli ultimi grandi teorici, da keynes a sraffa, la teoria economica sembra essersi irrigidita in un`ortodossia che pochi vogliono mettere in questione. da una parte si applicano tecniche di analisi sempre piu` sofisticate, dall`altra si da` per scontato che l`era delle grandi proposte teoriche sia chiusa per sempre. ma la dottrina economica, se ha provato in questi anni, al livello empirico, di non riuscire a prevedere alcunche` dei processi in corso, ha anche mostrato, al livello speculativo, di usare come elementi indiscutibili categorie che sono invece peculiari concrezioni storiche. c`e` dunque del marcio nel regno degli economisti... pubblicato per la prima volta nel 1989, questo libro di alvi, per la sua incisivita` polemica, ha fatto molto discutere. qui, infatti, non solo si svela la pochezza e l`inadeguatezza di una certa impostazione dominante del pensiero economico, che continua pervicacemente a proporsi come "un`imitazione fallita delle scienze naturali", ma si rivelano altre vie di quel pensiero che erano state abbandonate frettolosamente e oggi potrebbero tornare a essere preziose, si tratti della scuola storica tedesca o di sombart, di polanyi o di veblen, di simmel o di sorokin, di perroux o di adriano olivetti (del quale viene rivendicata, con argomenti nuovi, l`esperienza di comunita`). e la trattazione e` sinuosa, aforistica, intrecciata con quei fatti della storia e della cultura che gli economisti ortodossi sembrano dilettarsi a ignorare.

"e l`unica parte della mia vita che mi sembra giusta... ed e` quella sbagliata". nel tentativo di evitare gli spoiler, non diremo a cosa si riferisce l`addetto alle pulizie che e` il protagonista del gioco. ma la sua situazione e` simile a quella in cui si trovano, negli altri monologhi di questa raccolta, la commessa di un grande magazzino, l`impeccabile casalinga probabilmente all`oscuro dei molti e sanguinosi misfatti del marito, l`antiquaria che si lascia sfuggire, per avidita`, il colpaccio della vita, e altri ancora: un punto di svolta, dove esistenze fino a quel momento anonime si squarciano, facendo affiorare una realta` ingovernabile, sordida, agghiacciante. e quanto succede abitualmente ai personaggi dell`autore piu` amato d`inghilterra, certo. ma e` anche quanto succede, o rischia di succedere, a ciascuno di noi. il che spiega piuttosto bene quello che si potrebbe chiamare, d`ora in avanti, il paradosso bennett: ridere - da morire - leggendo qualcosa che, a pensarci meglio, cosi` ridere non fa.


Ristampa del disco del 1972