

le monumentali rovine scoperte per caso, alla fine dell`ottocento, fra le lande dell`anatolia, i bassorilievi scolpiti su rupi nere, le tavole istoriate di geroglifici, i grandi leoni di pietra posti a guardia di templi e fortezze provavano l`esistenza di una civita`, ma quale? questo libro racconta il caso piu` straordinario mai verificatosi nella storia dell`archeologia: risolvere un enigma senza indizi e riferimenti di sorta, senza possibilita` di confronto. e l`archeologo inglese archibald henry sayce che per primo, nel 1880, identifica gli ittiti, una grande potenza di cui fino ad allora non si ipotizzava neppure l`esistenza e che, invece, aveva cambiato il corso della storia in asia minore combattendo contro gli eserciti di ramsete ii per la conquista di babilonia.

alla caduta del muro di berlino theo wuttke, meglio conosciuto come fonty per la sua ammirazione per lo scrittore ottocentesco theodor fontane, e` tra coloro che osserva scettico il susseguirsi degli eventi. grazie all`identificazione con il suo autore preferito, theo diviene un testimone informatissimo della storia tedesca, da federico il grande a helmut kohl. dall`accostamento di insoliti percorsi personali risulta un panorama di duecento anni di storia tedesca, con cui grass guida il lettore verso l`essenza stessa della germania.

traducendo alcuni "moralia" e alcuni libri di "detti memorabili" carlo carena, in questo suo ultimo lavoro che viene pubblicato purtroppo postumo, ha messo a punto un volume che rappresenta la summa dei pensieri di plutarco sul tema della politica. sia dal punto di vista delle qualita` morali necessarie agli uomini politici, sia da quello degli ordinamenti legislativi. plutarco sprona gli intellettuali () ad occuparsi di politica, a consigliare re, principi e legislatori. ma non per interesse personale e nemmeno per ambizione, bensi` perche` e` un loro dovere mettere al servizio della collettivita` il proprio sapere e la propria saggezza. la virtu` e il disinteresse devono essere il punto fermo di ogni approccio alla cosa pubblica. sulle forme di governo plutarco e` abbastanza eclettico: in cuor suo - lo afferma chiaramente - ritiene che la monarchia sia il sistema migliore, ma il suo buon senso gli fa anche dire che il sistema migliore e` quello in cui operino i politici migliori. cioe`: meglio una democrazia o un`oligarchia gestita da uomini capaci che una monarchia con un re incompetente o vanaglorioso. e viceversa. come sempre un plutarco non dogmatico sulle teorie, ma fermo sui principi di moralita`, nelle vite private e tanto piu` nella politica.