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manifestando appieno la sua vocazione di scrittore-detective, sciascia ci consegna con "cronachette" una teoria di microritratti memorabili, dal primo seicento al nostro secolo. si tratta quasi sempre di figure misconosciute e dimenticate: cosi` e` per don alonso giron, contemporaneo di tasso che uccise "a quattro mani" un adolescente e che, scovato e giustiziato, fu protagonista di un funerale simile a un dipinto di zurbaran; cosi` e` per don mariano crescimanno, benedettino che intorno al 1735, a modica, fu a capo di una "puzzolente e carnale eresia" e quindi costretto in segrete fra le cui mura urlava giorno e notte; o don giuseppe butta`, testimone dell`impresa dei mille, avversatore di garibaldi, ridotto a "piccolo uomo incerto".

i "souvenirs d`e`gotisme" furono scritti in sole due settimane, dal 20 giugno a 4 luglio 1832. il contesto nel quale l`opera nasce e` noto: l`esperienza infelice del funzionario nello stato pontificio, la noia di civitavecchia e di roma. dall`inizio stendhal aveva concpito il progetto di raccontare la propria vita. in due lettere a domenico fiore aveva scritto che dopo essere stata il biografo di tanti uomini, voleva scrivere di se`. conosceva bene i fatti della sua vita, ma dichiarava di non conoscerne il protagonista. all`amico confidava di avere un bisogno assoluto di sincerita`, di divertirsi a "descrivere tutte le debolezze dell`animale" senza risparmiare nulla.

l`autore indaga con questo romanzo la storia di un artista: quella dello scultore belga panamarenko che, nell`esistenza e nelle opere, tentava di scoprire l`origine della luce, "l`invisibile confine dell`aria", la "porta del cielo" oltre e attraverso la quale e` possibile perdere peso, acquisire la capacita` di volare. e la ricerca di quel segreto obbliga lo sguardo a incontri inaspettati, con gli altri artisti, con gli scienziati, con le citta`: fra perinaldo e salamanca, venezia e roncisvalle, buenos aires e parigi, praga e torino, leonardo da vinci, le comete di cassini, i calcoli e i sogni di keplero e tyco brahe.

Una girandola di esilaranti avventure e magiche peripezie ambientate in un mitico regno! L'arrogante imperatore Kuzco viene trasformato in lama dalla sua perfida consigliera Yzma: perso ogni potere, è costretto a stringere alleanza con Pacha, un simpatico contadino. Un'esperienza davvero insolita che riuscirà a cambiare il terribile carattere dell'imperatore.

il monologo di una donna di fronte ai giudici di un immaginario tribunale: un`autodifesa che diventa un forte atto d`accusa verso una societa` incapace d`ascolto; ma anche una riflessione sull`ambiguita` del linguaggio. scritta per il teatro, "la deposizione" si affida a una unica voce recitante: e` quella di una donna accusata di ben sette delitti, probabilmente immaginari. in questo testo tadini torna a imterrogarsi sulle contraddizioni e le violenze segrete che segnano il nostro tempo.

dentro e` la sintesi di un incontro fra tre artisti, tre amici, di diversa provenienza culturale e disciplinare, accomunati da uno sguardo teso verso una sorta di lateralita`. uno sguardo che nello scorrere delle pagine prende forma attraverso il collage, il testo e la fotografia, posizionandosi al tempo stesso "dentro" e a "lato" della rappresentazione, amplificando e moltiplicando i punti di visione, creando tra opera e spettatore/lettore uno spazio tanto reale quanto indefinito, quasi un luogo che porta in se` altri luoghi. un avvicinamento a paesaggi interiori caratterizzato dalla semplicita` e dall`istintiva potenza di una riflessione sedimentata nel tempo.

tangeri mito, citta`-teatro, citta`-cinema. ma anche: citta`-imbroglio, citta`-contraffazione. e questo "scenario tra realta` e finzione", questo "decoro cinematografico" che ho tentato di portare all`immagine in questo lavoro, che mi ha assorbito per cinque anni. come nei miei precedenti lavori su asmara e casablanca, il mio approccio fotografico al paesaggio urbano prende le distanze dalla semplice documentazione per disegnare un ritratto immaginario, quasi onirico, della citta`. la citta` che ho fotografato - che ho voluto evocare attraverso le mie immagini - non esiste. o, per meglio dire, esiste all`incrocio tra la citta` reale, che ho realmente percorso, e l`immagine di tangeri che porto in me, fatta di miti, di racconti letterari e cinematografici."

i fotografi fotografati da strano sono siciliani che hanno inventato la sicilia con le loro immagini. dove l`invenzione sta per scoperta o rinvenimento. possiamo dire che roberto strano ha riallacciato i fili, elaborando un catalogo di esploratori e viaggiatori che hanno attraversato in lungo e largo l`isola letteraria per formarne una nuova, piu` reale di quella reale, piu` duratura di quella di pietra e di vento. un gioco di specchi, di rimandi, di rinvii, di affinita` e di citazioni come un album di famiglia. di una famiglia immaginata, immaginaria e visionaria.

la raccolta che rivelo` pavese scrittore concentra e mette a fuoco un intero universo esistenziale, quello che sara` successivamente declinato nei romanzi e nei racconti. la torino dei viali, dei corsi, dei prati, delle sponde del po, delle strade in salita fra siepe e muro, popolata da creature sradicate e notturne; una campagna che non e` solo e necessariamente langa, ma tende a trasfigurarsi in una dimensione mitica e primordiale; un io che rimane distinguibile, nell`irredimibilita` della propria solitudine e nell`anelito amoroso e fantastico, pur se mimetizzato nel racconto di vicende altrui. prefazione di vittorio coletti.

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