
"ecco il tempo degli assassini" e` il rintocco che chiude mattinata d`ebbrezza nelle "illuminazioni" di rimbaud. ed e` la frase che intitola, con una polivalenza di significati, della quale rimbaud e` solo in parte responsabile, questo saggio scritto da miller per il centenario della nascita del poeta. la normale richiesta del lettore di cose critiche, quella di imparare a leggere meglio un artista, vi e` notevolmente soddisfatta: in queste pagine si vede, raffigurato con spavalda icastica, a volte anche settaria, chi sia stato rimbaud, per quale vocazione e destino per quale intreccio di circostanze personali e concause legate al suo tempo egli abbia dovuto scrivere cio` che ha scritto." (giacomo debenedetti)

nella sua serie "ricordi lontani", flore evoca l`adolescenza di marguerite duras in indocina. "flore con l`inquadratura delle sue fotografie, con quella materia bianca che ne fuoriesce - laggiu`, persino il sole e` bianco, tutto e` immerso in una sorta di foschia che sfuma i contorni - riesce non tanto a illustrare i testi di marguerite duras, ma piuttosto a seguirne i passi, non come una aficionada, semmai come una sorta di fantasma, di clone allucinatorio capace di risvegliare nel nostro intimo piu` profondo il perche` e il come le parole di marguerite duras, lette, rilette, ripetute, reiterate, riescano ancora a incantare il nostro immaginario, dandoci furiosamente voglia, a nostra volta, di compiere questo viaggio nel paese dei morti viventi. una presenza assenza".
