un baedeker insolito, graffiante, appassionante come un racconto. la firenze che torniamo a vedere attraverso gli occhi della scrittrice non e` quella del turismo di oggi, ma quella della vita di ieri, del rinascimento al suo zenit: quando l`italia era maestra del mondo.
Jeremiah Johnson è di St. Louis ma ha, indubbiamente, sangue texano nelle vene. Non è al primo disco, ne ha già pubblicati almeno 4 a suo nome. Il suo sound, essenziale, chitarristico, robusto, mischia classico blues e venature sudiste. Ma, al comtempo, pur avendo un suono solido ed equelibrato. Johnson cura molto anche la scrittura, come dimostra questo disco. Canzoni come White Lightning, Tornado, Soul Crush, Showdown, Castles in The Air, Long Way Home lo stanno a dimostrare.
mentre la seconda guerra mondiale opprime l`europa, un serpente infesta un sonnacchioso campo di addestramento della campagna svedese e un`altrettanto inoperosa caserma di stoccolma durante la mobilitazione generale. nella sua concretezza di corpo ora si scopre, ora si copre alla vista, ma il simbolo maligno che incarna sa piantarsi nella psiche di chi ci si e` imbattuto. il primo a vederlo e` il sergente bohman, al comando di uno svogliato gruppo in esercitazione, e subito un crampo lo stringe come in un cerchio di ferro. il soldato bill lo cattura a cuor leggero, forse solo per strappare al sergente qualche ora in piu` di libera uscita in cui togliersi una voglia con ire`ne prima di una festicciola a base di ragazze e bevute. ma il serpente che crede di avere al sicuro nello zaino gli infestera` i sogni, gettera` nel panico gli amici e confondera` realta` e fantasia tanto a lui quanto a ire`ne. sotto forma di odore di paura, poi, aleggia pungente in , in cui otto reclute cercano di scacciare l`insonnia raccontandosi storie di vita vissuta. e di strategie contro l`angoscia, con le menzogne che comportano, saranno in cerca tutti i personaggi del libro. tutti tranne scriver, alter ego dell`autore, convinto che il serpente sia sempre li`, manifesto o latente, e che sia responsabilita` di ciascuno prenderne atto, anche fino alle estreme conseguenze. il serpente, che sia un romanzo, come gli entusiasti recensori lo definirono nel 1945 quando usci`, o una raccolta di racconti collegati, mette in campo ricchezza metaforica, potenza simbolica e beffarda ironia, movimentate da arditi salti di registro, per mostrare che la sola via per l`umano e` non aver paura della paura.
