
cosa significa tradurre un classico, tanto piu` se questo classico e` virgilio, anzi il virgilio piu` lirico, prezioso, l`inventore del paesaggio arcadico? paul vale`ry, che tradusse in francese, durante gli anni dell`occupazione nazista, tutte e dieci le ecloghe virgiliane, confesso` di invidiare una lingua poetica tanto piu` densa della sua. di questa opera nel quale gli de`i convivono con gli uomini, la storia si fonde con il mito, i paesaggi padani trascolorano in quelli mediterranei, non sono certo mancate traduzioni in lingua italiana; qui edoardo zuccato ne propone una versione in parte in lingua italiana, parte in dialetto altomilanese, non senza ardite e sperimentali commistioni.



oggetto del libro e` la dimensione della religione e dell`esperienza simbolica, vista tanto sotto il profilo teorico, quanto in rapporto a un numero ampio e variegato di contesti storici. il saggio propone quindi un`analisi teorico-pratica del fenomeno religioso colto nella sua complessita`: un`analisi che mette in luce la fondamentale importanza culturale e che ne riconosce la genesi e la destinazione integralmente umane.


libro postumo, libro testamento - ma anche

l`umanita` ha le sue asprezze, la sua violenza nei confronti del mondo. e il nuovo libro di mariangela gualtieri si apre e si chiude con poesie che toccano il tema di questa ruvidezza. in una poesia ci si augura che "miglioreremo / siamo qui da poco. / ancora non capiamo / e ci agitiamo troppo. / ancora guerreggiamo". ma nelle poesie civili che chiudono la raccolta l`indignazione sembra prevalere. all`interno di questa cornice, pero`, c`e` il tesoro del selvatico, ci sono segni del sacro, c`e` soprattutto il miracolo del silenzio, in cui "tutto e` un enigma felice / voce senza voce. tutto dice / di si` mentre tace". molte di queste poesie sono punteggiate dalla presenza di animali, domestici e non, quasi presenze angeliche, tramiti per "penetrare le segrete cose". ma un altro filo conduttore della raccolta e` dato dal tempo, un`entita` che ci segna, ci modella, ma che prima o poi "scavalchiamo" per raggiungere "il tutto che rotola / intero. il sontuoso / niente del cielo". piu` che negli altri suoi libri, qui mariangela gualtieri ci parla della fine, che e` fine dei singoli corpi, fine delle "maschere", ma anche continuita` della vita. modulando la sua voce tra durezze e dolcezze, incanti e disincanti, il suo e` un invito all`attenzione e all`ascolto del visibile e dell`invisibile.