"il pensiero procede, associa, passa da un livello a un altro e tutti li trascina con la sua forza di gravita`" diceva giuseppe sinopoli parlando della musica di wagner. nelle interpretazioni del maestro veneziano il prediletto compositore tedesco e` agli antipodi di ogni visione eroica, titanista; appare invece come il piu` lucido narratore di un mondo europeo che sta iniziando a perdere la speranza e l`utopia, "senza le quali non si puo` vivere". ma wagner e` anche l`anticipatore di freud, l`indagatore dell`inconscio, l`artista che non rimuove. un grande mitografo, riprendendo in questo l`indicazione di thomas mann. e come metterlo in scena, come rappresentare senza tradire la complessita` della sua musica? giuseppe sinopoli, nato a venezia nel 1946, comincio` a interessarsi di musica all`eta` di 12 anni. debutto` in qualita` di direttore d`orchestra con la deutsche oper di berlino, dirigendovi il machbeth di verdi nel 1980. nel 1983 successe a riccardo muti nella direzione della new philarmonia di londra. il suo debutto a la scala risale al 1994, anno in cui vi diresse l`elektra di richard strauss. dal 1990 era il principale direttore della deutsche oper di berlino e, dal 1992, della staatskappelle di dresda.
opera piu` famosa della letteratura classica medievale, scritta intorno al 1330, lo "tsurezuregusa" ha goduto e gode tuttora di enorme successo, sia all`estero, dove e` stato tradotto in numerosissime lingue, sia nella madrepatria. in virtu` del suo stile raffinato e del suo particolare genere e` infatti oggi letto in tutte le scuole del giappone come esempio piu` significativo della tradizione classica. all`interno del testo scorrono con suggestiva limpidezza le 243 prose che lo compongono, piccole gemme di un sapere poliedrico e di una lucida saggezza. riflessioni personali, aforismi, appunti e ricordi si alternano in modo spontaneo e genuino tradendo la profonda sensibilita` dell`autore, che fa propri i canoni della letteratura giapponese medievale e i principi estetici del pensiero buddhista nipponico. estraniatosi dalle accese dinamiche di corte, l`autore fa dell`immersione nella natura il prisma attraverso cui considerare la realta` circostante: il passato mondano, la societa`, ma anche la posizione dell`uomo nell`universo, l`essenza stessa della vita. il "beato ozio" diventa allora un momento di ebbrezza che permette di acuire il proprio sguardo e di inoltrarlo prima verso la contemplazione e poi verso la stesura di queste brevi, penetranti, a volte autoironiche "quisquilie", ineguagliabili nella loro semplicita` e bellezza.
() e` una delle opere piu` conosciute e apprezzate della produzione letteraria del periodo heian (794-1185). nella versione ritenuta dagli studiosi piu` rappresentativa, si presenta come una raccolta di 125 brevi aneddoti (dan) incentrati sulla descrizione di momenti particolarmente salienti delle avventure amorose di un nobile di corte. l`opera e` tradizionalmente interpretata come una biografia romanzata del poeta e funzionario di corte ariwara no narihira (825-880), le cui vicende galanti sono pero` presentate soprattutto attraverso le poesie da lui inviate alle numerose donne con cui intrattenne una relazione amorosa o che queste gli dedicarono.
un?estremita dell?altalena e vuota. sull?altra, l?orsetto pi aspetta invano qualcuno che gli faccia compagnia. allora scrive sul suo quadernino azzurro: "non puoi dondolare con l?altalena se dall?altra parte non c?e nessuno". all?improvviso un grande abete cade sull?altalena, catapultandolo nello spazio. l?orsetto si aggrappa alla luna e viene a sapere che lei e il sole dondolano sempre insieme. e la prima delle avventure di pi, che incontrera diverse creature e scoprira che, anche nella vita, tutto va su e giu. una storia che affronta temi profondi e intimi con tenerezza e levita. eta di lettura: da 5 anni.