

mentre da ogni parte vengono a cadere i presupposti di ogni legge, il pensiero tende sempre piu` a concentrarsi, in ogni ambito, sulla legge stessa. massimo cacciari ha posto al centro di questo libro tale situazione paradossale e sfuggente, all`interno della quale tuttora viviamo. e, all`interno del nostro secolo, ha isolato, negli ambiti piu` diversi, alcuni casi esemplari di quell`ostinato cozzare contro la stessa parola: legge. ma non si tratta qui di scoprire influenze nascoste o contatti. l`ambizione e` ben piu` radicale: ogni volta si individuano sconcertanti isoformismi fra gesti di pensiero che appartengono a regioni lontane. e cosi` anche repliche e opposizioni trasversali.


harry e` un ragazzo come tutti gli altri. o meglio, quasi come tutti gli altri. a renderlo diverso dai suoi coetanei e` un potere che somiglia piu` a un incubo che a un dono. infilandosi per gioco in un vecchio locale in disuso, si e` visto scorrere davanti agli occhi la scena dell`omicidio di una donna, avvenuto alcuni anni prima. chi in paese non ha sentito parlare di quella vicenda? harry, pero`, la rivive come se si stesse verificando sotto i suoi occhi e gli sembra anche di scorgere il volto del colpevole. da quel giorno, l`unica preoccupazione di harry e` dimenticare il dono che lo ossessiona, ma proprio quando, anche grazie all`amore, sembra riuscirci, assiste, come in un film dell`orrore, a una scena di violenza inaudita, che ha fra i protagonisti il padre della sua ragazza. un nuovo, terribile trauma, che harry potra` affrontare solo con l`aiuto di kayla, una vecchia fiamma ora entrata in polizia che ha anche lei dei demoni di cui vuole sbarazzarsi: insieme, andranno a fondo, alla ricerca della verita`.


portogallo, 1947. nascono pedro e paula: sono due gemelli ma non si somigliano affatto, ne` fisicamente ne` per carattere. dopo un`adolescenza trascorsa nel mozambico coloniale al seguito del padre, pedro diventa medico e tornera` a lisbona solo alla morte del genitore. paula, invece, fa la pittrice e partecipa al maggio francese, per poi raggiungere a londra gabriel, il suo padrino, e divenirne l`amante. negli anni ottanta i due gemelli avranno un violento litigio dalle conseguenze dolorosissime. nel romanzo di macedo cinquant`anni di politica portoghese rivivono attraverso la storia dei due gemelli.

"disastri" e` un piccolo, allegro, paradossale libro che il lettore oggi leggera` con il sorriso sulle labbra ma che, nel 1941, e` costato all`autore l`arresto, l`internamento e la morte in una clinica psichiatrica. secondo stalin, infatti, lo scrittore nato a san pietroburgo nel 1905 era una voce contraria alla dittatura del proletariato. il volume e` un`antologia degli scritti di un autore considerato oggi uno dei maggiori interpreti della letteratura dell`assurdo, maestro di beckett e ionesco.




il "livro do desassossego" e` costituito soprattutto da una disordinata collezione di frammenti nutriti dalla linfa del desassossego, dell`inquietudine esistenziale, dello spleen, del perturbante. l`opera originale e` di fatto uno zibaldone, un diario non mai licenziato dall`autore come opera chiusa e compiuta. pieno di fascino e misteriosa maesta`, il "diario" di bernardo soares si e` presentato da subito come una fluviale meditazione rotta in un delta enigmatico. nel 1986, maria jose` de lancastre e antonio tabucchi tradussero e curarono per feltrinelli la prima edizione italiana del "livro do desassossego", proponendo una scelta ragionata di lacerti da poco definitivamente attribuiti a bernardo soares, tratti dai due volumi della cosiddetta edizione prado coelho, che finalmente dava a conoscere al pubblico, tentando una prima compilazione in forma di libro, lo zibaldone di bernardo soares filologicamente ancora in fieri. "il secondo libro dell`inquietudine", a cura di roberto francavilla, completa il lavoro di antonio tabucchi e maria jose` de lancastre e gli rende omaggio (e proprio percio` contiene nel titolo l`arbitrio dell`aggettivo secondo).



i gap, componente esigua ma rilevante del movimento di resistenza, occupano un posto marginale nella memoria collettiva e nella storiografia resistenziale. due ragioni spiegano tale marginalita`: da un lato i gap combattono secondo le modalita` classiche del terrorismo, cioe` con uccisioni mirate di singoli individui e con attentati dinamitardi; dall`altro sono organizzati e diretti dal partito comunista, e dunque restano, durante e dopo la resistenza, connotati politicamente in modo molto piu` marcato delle altre formazioni partigiane. quella dei gap viene dunque in prevalenza percepita come "un`altra storia", su cui si sono esercitati anatemi con piu` virulenza che sulla resistenza in generale. nell`immaginario collettivo, alcuni dei piu` intricati nodi politici ed etici della lotta resistenziale messi in evidenza dalla pratica del terrorismo urbano continuano, ancor oggi, ad essere schiacciati tra deprecazioni calunniose e acritiche esaltazioni, che prescindono da una reale conoscenza dei fatti. in questo libro, origini, sviluppo, difficolta`, successi e fallimenti dei gap vengono analizzati nell`unico contesto che li rende comprensibili, nella storia della resistenza. le condizioni esistenziali e materiali nelle quali i gap agiscono, le risorse di cui dispongono, la difficile decisione di uccidere a sangue freddo, e i diversi modi in cui si pongono il problema delle rappresaglie, della tortura, della morte, escono dal mito e dalla demonizzazione liquidatoria.


"le storie sono quartieri, i personaggi sono strade. il resto e` tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare. ci ho viaggiato per tre anni, in city. il lettore, se vorra`, potra` rifare la mia strada. e il bello, e il difficile, di tutti i libri: si puo` viaggiare nel viaggio di un altro?" (alessandro baricco)







nel frangente compreso tra la fine degli anni sessanta e l`inizio dei settanta del novecento si esprime in italia la sincronia del `69 operaio con il `68 studentesco; si chiude la fase espansiva del ciclo storico capitalista del ventennio postbellico; si esaurisce la formula politica del centro-sinistra nel quadro di un sistema dei partiti bloccato e senza alternative di governo; si determinano le caratteristiche dell`anomalia italiana del decennio `68-78; si esplicita un diretto intervento paramilitare contro civili inermi, la strage di piazza fontana, che non solo si colloca all`interno del conflitto sociale di un paese democratico ma apre una non limitata al fatto episodico. lo strumento per restituire alcuni dei principali nodi della crisi italiana, delle sue anomalie e delle complessita` politico-sociali che le determinarono non poteva che essere un racconto polifonico di piu fonti e soprattutto di molteplici voci: dagli operai agli industriali, dagli studenti ai poliziotti; dai dirigenti politici ai braccianti; dagli emigrati ai militari. punti di osservazione essenziali che esplicitano i limiti stessi del governo dei processi storici. attraversando rotture e continuita`, torsioni e trasformazioni, crisi e modernita`, e` questo il paese che giunge al 12 dicembre 1969, giorno in cui il senato approva lo statuto dei lavoratori mentre a milano si prepara la strage di piazza fontana. il giano bifronte della storia nazionale.

tre uomini che tirano le somme della propria vita. tre lingue diverse per raccontare l`emigrazione e la perdita delle radici; il bisogno di partire e la conquista di un posto in cui tornare. nicola ha ventisei anni e fa l`insegnante precario a milano. e figlio di riccardo, un emigrante invecchiato troppo presto, e nipote di leonardo, un contadino analfabeta e senza terra, che un giorno sorprende tutta la famiglia con una decisione importante: bisogna vendere la casa al mare, diventata l`oggetto ingombrante che divide fratelli, genitori e cugini. cosi`, una mattina di prima estate, partono a bordo di una punto amaranto, nonno padre e nipote, per raggiungere la puglia, a cui sono legati in maniera diversa. il viaggio tra i luoghi e le memorie che hanno costruito la famiglia russo diventa un viaggio iniziatico in cui i rapporti di confronto-scontro tra padri e figli si sciolgono in rapporti fra tre uomini, ognuno con i propri imbarazzi, affetti, difficolta`.

. pare che lucio sergio catilina, di nascita nobile e dalla carriera torbida, temprato nella ferocia delle guerre civili, sia approdato a questa convinzione, proclamata in una riunione segreta di suoi seguaci, quando ormai si accingeva, nell`anno 63 a.c., all`ultima, celebre, perdente battaglia contro l`oligarchia. infiltrati vi erano anche nella sua cerchia. cosi`, il servizio di spionaggio agli ordini del console a lui piu` avverso, marco tullio cicerone, prontamente divulgo` quel proclama, subito giudicato come una minaccia. fu instaurato lo `stato d`assedio` e in tale clima si svolsero le elezioni. e catilina fu battuto nelle urne: intreccio perfetto di strategia della tensione e gestione dei pentiti. cicerone era giunto al vertice del potere mettendosi agli ordini dell`oligarchia. fu percio`, come spesso i transfughi, il piu` implacabile avversario della `rivoluzione`. al culmine dello scontro non esito` a varcare i confini della legalita`, illudendosi, per un tempo non breve, di poter rimanere, grazie a tale `benemerenza`, al vertice della repubblica. non aveva capito di essere soltanto una pedina, non un capo: gli mancava un esercito. era suonata l`ora dei capi carismatici e delle loro legioni.

cosa ci rende quello che siamo? perche` conduciamo la nostra vita e non un`altra? un nuovo anno sta per concludersi e asle, un anziano pittore rimasto vedovo, ripensa alla sua storia. l`uomo vive da solo sulla costa norvegese, i suoi unici amici sono il suo vicino, ?sleik, un contadino-pescatore scapolo, e beyer, un gallerista che vive in citta`, a un paio d`ore di auto. li` vive anche un altro asle, artista anch`egli, solitario e consumato dall`alcool. asle e asle sono due versioni della stessa persona, due racconti della stessa vita, che si interrogano sull`esistenza, la morte, l`ombra e la luce, la fede e la disperazione.