
le figlie di tores e` una ballata svedese in cui lo schematismo della tradizione orale da` voce a una vicenda fosca, nella quale un mondo in crisi, sospeso fra l`idea pagana della vendetta e la promessa cristiana della grazia, vede consumarsi la tragedia dell`incesto e del sangue. il dramma e` pacificato dal perdono divino, e la trama, nella lotta eterna del bene e del male, realizza l`essenza di un sentire arcaico, le cui pulsioni, desideri e timori primati si risolvono nella coincidentia oppositorum, la conciliazione nota a tante culture primitive e ammantata di arcane risonanze. il grande ingmar bergman, da sempre ispirato dal medioevo nordico, ha fatto della ballata che "ossessionava la sua fantasia dal tempo degli studi a stoccolma" un film evocativo e di profonda umanita`: la fontana della vergine (l959), opera che dimostra quanto o stile mimetico a sequenze concise e giustapposte - cinematografico - di quest`antica leggenda abbia coinvolto il regista, e possa ancora colpire la fantasia del lettore moderno. con questa storia si apre la scelta di ballate magiche svedesi qui proposta per la prima volta al pubblico italiano; la traduzione, che nell`endecasillabo vede insieme un mezzo per non violare il ritmo dell`originale e per fornire a chi legge un comodo approdo, ambisce a non tradite troppo la cadenza che marca, con una fratta paratassi, le tappe dell`incontro dell`uomo col soprannaturale, ovvero con l`ignoto, che domina con le sue lusinghe l`universo mentale del folclore scandinavo.

risalente con ogni probabilita` gli ultimi anni del duecento, sir tristrem e` l`unico romanzo in lingua inglese che si ricolleghi alle prime opere tristaniane a noi pervenute, scritte in versi un centinaio di anni prima. a differenza di queste pero`, il sir tristrem ci e` stato trasmesso quasi integro: il testo manca infatti di poco piu` di cento versi. pur nella sua estrema concisione - completo, non raggiungerebbe 3500 versi - sir tristrem riproduce interamente il materiale narrativo trattato dai nomanzi di thomas e di gottfried von stra?burg. per questo motivo, il romanzo inglese riveste un notevole interesse, sia come utile integrazione - a queste due opere, sia come preziosa documentazione della versione del materiale tristaniano da esse tramandata. ma non si esauriscono qui i pregi del sir tristem, che presenta una struttura narrativa serrata e lineare, priva o quasi di sbavature. le molte oscurita` di espressione presenti nel testo, che a prima vista possono impedire al lettore di apprezzare la linearita` del racconto, sono da attribuirsi non gia` alla rozzezza di un aurore sprovveduto, bensi` alla scelta consapevole del poeta di un metro elaborato e di uno stile allusivo. queste caratteristiche lo avvicinano, se mai, agli esponenti dell`antica tradizione poetica anglosassone. rimane infine da osservare che il lettore che si lasci andate al ritmo sempre sostenuto dell`opera non potra` non riconoscervi quella vis narrativa che contraddistingue a tutt`oggi il modo di raccontare inglese.




giuseppe de rita analizza la crescente delegittimazione delle istituzioni in italia. considerati entro una prospettiva di lungo periodo, gli elementi di fragilita` e ambiguita` delle istituzioni vengono ricondotti alle origini dell`unificazione italiana, in quello scarto fra unita` politica e amministrativa evidente fin dal 1870. ma e` con gli anni sessanta che le istituzioni dello stato italiano da fattori di "traino" di una societa` arretrata e arcaica si trovano a rincorrere una societa` in forte sviluppo. fino agli ultimi anni dove si assiste, sempre piu` impotenti, a una progressiva distanza fra istituzioni e societa`, ampiamente attraversate da processi di "molecolarita`".

i due volumi dei "trattati d`amore" cristiani offrono al pubblico una raccolta di testi che indagano il problema dell`amore nel pensiero cristiano del xii secolo. il xii e` infatti, in europa, il secolo dell`amore: i trovatori celebrano l`amor cortese, i romanzi narrano la passione di tristano e isotta o di lancillotto, abelardo ed eloisa vivono un`infuocata relazione. i religiosi non sono da meno: elaborano, impiegando un linguaggio appassionato e immagini meravigliose, affascinanti teorie sull`amore mistico. se dio, come proclama il vangelo di giovanni, e` carita`, cioe` amore, l`uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, e` dominato da quello stesso sentimento e al suo creatore deve rivolgerlo per poter raggiungere l`unione con dio. e il momento che dante celebrera` al termine del paradiso, quando l`"amor che move il sole e l`altre stelle" volge la sua volonta` e il suo desiderio "si` come rota ch`igualmente e` mossa".





































"ho visto...": cosi` iniziano tutti i settanta episodi di questa narrazione; lo sguardo partecipe e al tempo stesso distaccato di ransmayr guida il lettore attraverso continenti, epoche, paesaggi del nostro pianeta vicini e lontanissimi, dai vulcani di giava ai ghiacci del polo nord, dalle rapide del mekong alla corrente del danubio, dai passi dell`himalaya all`isola degli ammutinati del bounty. la concatenazione dei racconti crea una nuova geografia mentale del mondo, che in un susseguirsi di immagini vertiginose fotografa la vita, la morte e il destino dell`uomo sotto tutte le latitudini.