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david thomson, per john banville, ha qui tentato una storia di hollywood - la sua - e lo ha fatto col piglio caustico e malandrino che contraddistingue chi da sempre ama quel mondo e cio` che ha da offrire: sogni surrettiziamente innervati dalla realta`. thomson prende spunto da un capolavoro, chinatown, il mitico film di roman polanski del 1974, il che gli permette di ripartire da molto lontano, dalla crescita indiscriminata, corrotta e manovrata di los angeles, e di puntare la sua personale macchina da presa sulle speculazioni fraudolente intorno alla gestione dell`acqua e della viabilita`, elementi che, sottotraccia, contribuirono notevolmente alla nascita e allo sviluppo di hollywood. ricostruisce poi la storia di quegli anni, dalle prime salette improvvisate ai grandi cinema, alla creazione degli studios, affrontando il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore e alle ulteriori innovazioni tecniche. ma soprattutto racconta le storie, sempre curiose, spesso sordide, comunque illuminanti, dei grandi che hanno fatto grande il cinema: registi come griffith, welles o hitchcock, divi come greta garbo o marlene dietrich, humphrey bogart o jack nicholson, e insieme produttori come jack warner, louis mayer o samuel goldwyn, nonche` altre figure meno note ma non meno influenti. thomson vuole darci , espressione che riprende dall`ultimo romanzo incompiuto di fitzgerald, ambientato nella mecca del cinema: l`equazione che sola puo` offrire una visione d`insieme di quel mondo, quell`arte, quel mestiere, quell`industria, quel gioco d`azzardo, in tutta la sua varieta`, follia e grandezza.

un mattino, gregor samsa, commesso viaggiatore, si sveglia da sogni inquieti e si ritrova trasformato in un immane insetto; anni dopo, anders, personal trainer in un`anonima palestra di una citta` indefinita, si sveglia e scopre di essere diventato di un innegabile marrone scuro. l`incredulita` presto cede il passo alla furia omicida: anders si sente vittima di un crimine, , si scaglia contro la propria immagine allo specchio, si rimette a letto sperando che quell`uomo scuro se ne vada, chiama al lavoro per dire che e` malato, molto malato, piu di quanto immaginasse, si aggira per la citta` e scopre che , e infine telefona a oona. oona, giovane insegnante di yoga, sta provando a prendersi cura di sua madre - e di se stessa - dopo la morte del fratello gemello; fra lei e anders si e` da poco riaccesa un`attrazione nata fra i banchi di scuola, ma quando oona passa da lui dopo il lavoro, rimane di stucco di fronte all`uomo che le apre la porta, e sulle prime fatica a riconoscerlo. cio` che oona e anders ancora non sanno e` che la trasformazione sta prendendo piede ovunque: tutte le persone bianche stanno diventando scure, e la tensione sociale continuera` a crescere, sfociando in risse, sparatorie, suicidi e sommosse, finche` verra` sepolto e la bianchezza non sara` che un ricordo. hamid, in un vortice di frasi che, come i personaggi che le abitano, sembrano sorrette da un disperato bisogno di stabilita` identitaria, confeziona un romanzo di commovente lucidita` sulla perdita del privilegio, un`opera in cui frustrazione e violenza si trasformano nella promessa di futuro:

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