
per vico il fulmine e il susseguente tuono agiscono come catalizzatori del pensiero umano: l`evento terrificante induce i "bestioni" ad alzar gli occhi al cielo, ad ingraziarsi la ignota creatura irata ma, sostanzialmente, a cominciare ad emettere ipotesi sul loro destino, quaggiu`. per walt disney il fulmine e` un delizioso giocattolo igneo lanciato, in un giorno estivo, a sconquassare una festa di centauri azzurri e far correre a gambe levate un bacco perfettamente ebbro. per il composto e compassionevole pittore sablet il fulmine che si articola in segmenti rettilinei dietro la piramide cestia e` un attrezzo scenico razionalizzante e classicamente funebre. per turner quello che si abbatte con fragore abbacinato entro il cerchio magico di stonehenge e` un chiaro segno della tragica instabilita` della storia umana. per hokusai il fulmine che si snoda dietro le spalle indifferenti del signor fuji e` un drago millenario e sostanzialmente benevolo. per paolo uccello e` un fuso di fuoco che si infila dentro un albero incenerendolo assieme al punto di fuga. per, per, per... questo "scherzo fulmineo" altro non e`, e non pretende di essere che uno "scherzo" appunto. una serie di partite a scacchi, non tutte vinte, con questa luce istantanea, elettrica o solforosa, apportatrice di morte o solo di un delizioso senso di protezione se goduto al sicuro, nel proprio letto: in attesa del prossimo scroscio di pioggia contro i vetri della finestra. e del tuono che non si fara` attendere troppo a lungo.


nel 1947 l`editore mermod di losanna propose a colette di mandarle regolarmente un bouquet di fiori ogni volta diverso; colette, da parte sua, avrebbe scritto una sorta di "ritratto" dell`uno o dell`altro di quei fiori. ne risulto` una raccolta che apparve l`anno successivo con il titolo "per un erbario".


i filosofi che vanno per la maggiore, in italia e fuori, sono da molto tempo quelli che sdottoreggiano sulla storia universale, sul destino della civilta`, sul senso della tecnica in generale, sul globale significato del sapere scientifico, quelli che sanno come e quando sono cominciati i nostri guai e dove inevitabilmente andremo a finire. paolo rossi, da quando ha cominciato a scrivere, ha polemizzato (a volte aspramente) con questo tipo di filosofia. questo suo libro sulle "speranze" e` scritto in uno stile chiaro e asciutto, non e` solo per i filosofi, ma per tutti coloro che non si accontentano di vivere e vogliono anche pensare. si parla di visioni "senza speranze", e quindi di letteratura apocalittica, delle previsioni catastrofiche fallite, della fine dell`occidente, del masochismo degli intellettuali, dell`impellente bisogno, che molti di loro manifestano, di "uscire dall`occidente"; ma si parla anche di "smisurate speranze", di immaginari paradisi collocati in un altrove geografico, di coloro che hanno aspettazioni eccessive e coltivano il mito dell` uomo nuovo, dell`utopismo come ideologia diffusa.



amore, morte e dolore sono i temi di questa intensa confessione lirica, scritta quando, in seguito a una grave ferita di guerra, d`annunzio e` costretto a indossare una benda su entrambi gli occhi, che lo condanna a una temporanea cecita` e a una immobilita` pressoche` totale. eppure il poeta non rinuncia a scrivere. in una sorta di divinazione, annota su sottili strisce di carta "visioni immense affluenti dal cervello all`occhio ferito, trasformazioni verbali della musica". cosi s`intrecciano i ricordi dell`infanzia e della madre, l`esaltazione eroica delle imprese di guerra, il rimpianto per i compagni morti valorosamente, l`affetto per la figlia renata e il presente della malattia. un`opera sorprendente, che ci rivela un d`annunzio commosso, ripiegato su se stesso, lontano dalla tensione superomistica delle liriche e dei romanzi.

il leader aziendale e` un po` come un prestigiatore - entrambi devono vincere le difese del pubblico, rendere le persone aperte alle novita` e lasciare un`impressione di lunga durata e la magia e` un modo efficace per rendere possibile l`impossibile anche nel business. lo sostiene questo libro che, attraverso un racconto e la solida esperienza di illusionista dell`autore, sfida le nostre abitudini e spiega come cambiare gli schemi mentali precostituiti per un nuovo approccio alla creativita` e alla leadership. andy cohen, nei panni di un consulente-mago (nome d`arte "merlino"), impartisce al protagonista del racconto, manager di un`azienda in crisi, cinque "lezioni di magia" con relativi giochi di prestigio - per dimostrargli che la realta` spesso non e` come sembra e che per scoprire il trucco occorre "seguire l`altra mano", la soluzione meno ovvia. con aneddoti aziendali, storie di maghi famosi (come houdini) e trucchi "svelati", che permetteranno ai lettori di mettersi alla prova come maghi e come manager. perche` "quando pensi in modo diverso, la magia si avvera".
la storia di un uomo che tutti nella piccola gualtieri chiamavano "al matt", che ha sempre vissuto ai margini, da disadattato, scambiando i suoi quadri per un piatto di minestra - quadri che finirono spesso nelle stalle o a sbarrare vecchie finestre, fino a quando il suo talento non fu scoperto proprio da uno psichiatra durante il ricovero in manicomio. la sua arte, ma soprattutto le passioni, le vicissitudini, gli aneddoti, gli amori di un uomo divenuto un mito nella "bassa" del novecento. dall`infanzia a san gallo nella svizzera tedesca alla vita selvaggia nella golena del po, fino al successo e all`eredita` umana e artistica lasciata ai posteri.




I Foghat continuano la propria strada, per accontentare i fans di ogni età. Sono perpetuamente in tournèe e suonano con grande energia. Su Sonic Mojo, il loro nuovo album, pubblicato dopo un lungo periosdo di silenzio, il membro fondatore Roger Earl, batteria, viene raggiunto dal chitarrista, ingegnere del suono e co produttore Bryan Bassett (Wild Cherry, Molly Hatchet), dal bassista Rodney O' Quinn (Pat Travers Band), e da Scott Holt (Buddy Guy), chitarra solista e voce. Tre canzoni di Sonic Mojo hanno speciale importanza per Roger Earl, infatti sono state scritte assieme a Kim Simmonds,, luomo che lo aveva aiutato nel 1967 e diventare membrio dei Savoy Brown. Putroppo, dopo avere scritto queste tre canzoni, Kim Simmonds ci ha lasciato.

non esiste civilta` o comunita` umana che non sia stata affascinata dalle vestigia dei propri predecessori. ci siamo sempre relazionati con il passato: e` il canovaccio da cui prende le mosse lo spettacolo della nostra vita, senza cui ci sentiamo smarriti. attraverso il racconto di otto sensazionali scoperte, michael scott ripercorre la storia dell`archeologia moderna - dalle spedizioni coloniali agli scavi all`avanguardia di oggi - portando alla luce trappole, maledizioni e tesori sepolti lungo il percorso. scopriamo perche` periodi e luoghi diversi hanno catturato la nostra attenzione e la nostra immaginazione fino all`ossessione. incontriamo i personaggi, alcuni celebri e altri dimenticati, al centro dei piu` famosi e avventurosi ritrovamenti - come la stele di rosetta, i guerrieri di terracotta, machu picchu. indaghiamo su antiche e misteriose impronte umane, su catastrofici naufragi, su mitiche principesse e su sorprendenti e dimenticati rituali come chiavi di accesso alle meraviglie delle civilta` del passato. per toccare con mano come le grandi scoperte archeologiche non coinvolgano soltanto grandi dosi di coraggio, determinazione e preparazione, ma anche pressioni geopolitiche, conoscenza locale, scelte etiche discutibili e tanta, tanta fortuna! abbracciando in un solo sguardo milioni di anni e una miriade di paesaggi, dalle giungle del sud america agli altipiani ghiacciati dell`asia centrale, scott rivela quanto la scoperta del passato sia sempre intrecciata con la storia del nostro presente e perche`, come dice indiana jones, la x non indica mai il punto dove scavare.

tommaso labranca e` morto nell`estate del 2016. aveva 54 anni. infarto? suicidio? i suoi amici hanno opinioni diverse. in ogni caso, non molti si sono accorti della sua morte, perche` non molti sapevano chi fosse, al di fuori di una cerchia abbastanza ristretta di addetti ai lavori: scrittori, critici letterari, autori televisivi. ma i pochi che lo conoscevano pensavano che fosse uno dei piu` importanti intellettuali della sua generazione, forse il piu` importante: e se si leggono o rileggono i suoi libri si capisce che avevano ragione. dall`inizio degli anni novanta alla meta` degli anni dieci, dagli esordi con einaudi e dall`invenzione di anima mia con fazio e baglioni alle collaborazioni pagate a pezzo per , in questa repentina parabola di caduta labranca non ha mai smesso di riflettere e di scrivere, in maniera spesso geniale, sulle cose che hanno riempito la nostra vita e il nostro immaginario nell`ultimo mezzo secolo: le canzoni, i film, l`arte contemporanea, la pubblicita`, la televisione, e insomma tutto quello sterminato, ubiquo prodotto che va sotto il nome di cultura pop. questo libro racconta la vita di tommaso labranca, spiega che cosa ha pensato e che cosa ha detto nei suoi venticinque anni di lavoro, e attraverso di lui ridescrive da una prospettiva inedita l`interessante, divertente, straziante magma culturale nel quale tutti noi siamo immersi.