
Nuovo album per la regina del country grass. Rhonda ha lasciato la Rounder ma il suo suono è sempre quello, in bilico tra country e bluegrass, con belle canzoni, senso del ritmo ed una voce piena a guidare il tutto.

la storia di una donna resa un`attrice, quand`era bambina, dall`imprinting del grande giorgio strehler che la volle nel ruolo di anja in una memorabile messa in scena del "giardino dei ciliegi". la guerritore si racconta con gran ritmo narrativo: gli aneddoti divertenti alternati alle riflessioni intime. e racconta di intelligenze diverse, quella femminile e quella maschile, la sofferta delusione d`amore per giancarlo giannini e la meditata vendetta. l`incontro di lavoro e di passione con gabriele lavia che la rende madre, compagna, quasi alter ego e la separazione dolorosa come cammino faticoso della riscoperta di se`. la scrittura rilancia verso nuovi mondi interiori. monica guerritore ci sa parlare della bellezza femminile come di qualcosa in continua evoluzione, suscettibile di cambiamento e non per questo meno attraente. e di come siano molti i fattori che fanno di una donna una bella donna: il fascino, la forza, la cultura, il talento. il volto non e` mai un volto in generale, e` il volto di qualcuno che porta su di se` i segni della singolarita`, del tempo che passa, delle emozioni vissute, dei dolori, delle gioie. compresa la malattia. la guerritore racconta che la si puo` battere, anche se grave come un tumore al seno, e parla delle scelte che hanno fatto di lei quello che e` oggi.

pubblicati rispettivamente nel 1951 e nel 1966, "bestie del 900" e "il buffo integrale" costituiscono le ultime raccolte di racconti palazzeschiane. la prima si costruisce come un`irriverente parodia dei bestiari medievali e, nel presentare al lettore il carattere e la morfologia di una dozzina di animali, finisce per descrivere mirabilmente la condizione umana. la seconda, che gia` nel titolo riecheggia quel tema del "buffo" centrale nella produzione dello scrittore fiorentino (basti citare il suo "palio dei buffi" del 1937), rappresenta il vero punto d`arrivo della novellistica di palazzeschi: un godibilissimo, dissacrante, allegro e tragicomico ritratto della vita con tutti i suoi insensati paradossi.
