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l`argomento del "ciclope" e` la piu` drammatica delle storie narrate da omero nell`odissea, la piu` crudele e dolorosa fra le avventure affrontate da odisseo. la storia dell`incontro con il gigante polifemo, la morte dei compagni dell`eroe divorati dal mostro con una progressiva, disumana "selezione", l`audace e astuta impresa dell`accecamento rivivono sulla scena euripidea in quella sorta di "opera buffa" che e` il dramma satiresco, un tipo di composizione unico nel suo genere e di cui il ciclope e` la sola, preziosa testimonianza pervenuta a noi per intero.

"la bizzarria si scosta dalla consuetudine. l`imbizzarrito e` uno sconosciuto capitato per sbaglio a una festa di nozze. cosi furono i profeti della scrittura sacra. abramo si sradica da casa, patria, affari, raggiunto da una voce a lui solo rivolta. e un ordine: "vai vattene", lo avvia a un vagabondaggio senza fine. per singolare sigillo dell`intesa si circoncide il prepuzio, da se stesso. non per mutilazione, ma in segno di apertura. poi salira` su un monte per scannare suo figlio, dietro richiesta assurda. poi si fara` fermare a coltello sguainato sulla gola. e raffica di mosse infervorate dall`obbedienza alla voce. abramo e` banderuola di una sola brezza. per molto meno di un ascolto simile, dei poeti, variante minore di profeti, holderlin, walser, si avvitarono in un silenzio impenetrabile, nella tenuta stagna di un isolamento. sentivano le voci, un parlottio di sala da teatro prima dell`alzata del sipario. nelle pagine di questa sezione si narrano comportamenti sgangherati ma provvisti di giustifica sacra. "navigare es preciso", dicono i portoghesi, dove "preciso" sta per obbligatorio. cosi e` la bizzarria della provvidenza, la deviazione urgente di un singolo diventa apripista del percorso di tutti gli altri. gli imbizzarriti di queste pagine sono esploratori." (dalla premessa)

L'ultima opera teatrale di Massini, l'autore della celebre Lehman Trilogy. Tutte le sue opere sembrano essere attraversate dalla medesima vena etico-politica, come in questa piece che mette in scena il processo a Herbert Nolan, proprietario di un piccolo giornale di provincia accusato di aver strumentalizzato una innocua notizia di cronaca.

ventisette dialoghi brevi ma carichi di tensione, suadenti eppure sconfinanti nel tragico, in cui gli de`i e gli eroi della grecia classica (da edipo e tiresia a calipso e odisseo, da eros e ta`natos a achille e patroclo) sono invitati a discutere il rapporto tra uomo e natura, il carattere ineluttabile del destino, la profondita` del dolore e l`irrevocabile condanna della morte. con la loro musica ammaliante, a meta` tra prosa e poesia, i "dialoghi con leuco`" svelano la necessita` storica del mito, e ne esaltano la missione: comunicare il vero sull`essenza dell`uomo una volta per tutte.

alla estrema periferia di una grande citta` della corea del sud, si estende un`enorme discarica chiamata isola fiorita. e qui che vivono coloro che la metropoli ha emarginato e spinto verso la poverta`, ed e` qui che, negli anni ottanta del secolo scorso, arrivano il quattordicenne occhiapalla, il cui padre e` recluso in un non meglio definito centro di recupero, e sua madre. abitano in una baracca costruita con materiali di scarto e per sopravvivere si aggregano alle migliaia di persone che, suddivise in squadre, setacciano la discarica in cerca di cibo, di materiali riciclabili, di tutto cio` che gli abitanti della citta` hanno messo da parte. ai margini della discarica, un luogo che priva gli individui della loro dignita`, persone che non hanno piu il proprio nome ma solo nomignoli (occhiapalla, pelatino, falco, il barone), esiste un mondo diverso, eredita` di una fase piu antica di isola fiorita, una fantasmagoria di bellezza e natura, dove occhiapalla e il suo nuovo amico pelatino possono rifugiarsi. a metterli in contatto con questa realta` parallela e` lo spirito di un bambino che di tanto in tanto misteriosamente appare e altrettanto misteriosamente scompare fra le nebbie che salgono dalla discarica. sara` questa moderna reincarnazione di un tokkaebi, le leggendarie creature della mitologia e del folclore coreani, a condurre i ragazzi verso un tesoro nascosto che potrebbe consentire loro di cambiare completamente vita. ma forse per gli abitanti di isola fiorita, il riscatto non e` proprio previsto. ambientato negli anni della dura dittatura del generale chun doo-hwan, "tutte le cose della nostra vita" mette in risalto gli esiti del rapido sviluppo economico della repubblica di corea che dall`essere uno dei paesi piu` poveri del mondo divenne una delle nazioni piu` industrializzate. ma il prezzo di questo fu molto alto, tanto in termini di emarginazione economica e sociale, quanto in una dimensione piu strettamente culturale, con l`adesio

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