ore 9: lezione di geografia fantastica. per scoprire che a milano non si riesce a prendere il volo mentre a trieste o in romagna si`. e che in quel di perugia si riescono a imparare duecentoquattordici lingue e dialetti diversi. e per capire come si possa allungare il corso del po. e per sorprendersi dei palazzi di gelato di bologna e delle strade di cioccolato di barletta... un libro illustrato per bambini dai 6 anni, tante storie e tante rime con le quali il maestro della fantasia racconta il nostro paese: storie e filastrocche per tutti, grandi e piccoli, per scoprire insieme i luoghi fantastici d`italia. eta` di lettura: da 6 anni.
nel giugno del 1947 malaparte torna a parigi dopo quattordici anni: non di assenza ma "d`esilio", precisa, come se la francia fosse per lui una seconda patria. una patria anzitutto letteraria: non a caso lo scrittore moderno che sente piu vicino e chateaubriand, di cui condivide i gusti, l`indole, i sentimenti, le inclinazioni - e la profonda malinconia: "e in virtu di chateaubriand che, talvolta, mi sento francese". non si tratta pero solo di inclinazioni letterarie: "ogni volta che attraverso la frontiera francese," confessa "respiro meglio, dormo, mi sento tranquillo, e sicuro". e un`intera civilta ad attirarlo irresistibilmente: la modernita "raffinatissima e intransigente" dell`eta di luigi xv, fiduciosa nell`"uomo perfetto"; la follia "fredda, chiara" di cocteau e giraudoux, che correggono con l`immaginazione quanto di troppo cartesiano c`e nello spirito francese; il colore del cielo di parigi, degli alberi e dell`acqua della senna, che madame schiaparelli sa catturare nelle sue stoffe. ma il giornale di malaparte e un racconto attorno a un "io" destinato al naufragio, in un`epoca che non gli appartiene piu. i salons dove intreccia conversazioni con scrittori, gente di teatro, artisti e diplomatici sono ormai solo un riverbero del passato. i quattordici anni trascorsi hanno scavato un solco: nello sguardo di mauriac, malaparte coglie ora un oscuro rimprovero, e in quello di camus incomprensione se non odio. e lo scotto che deve pagare in quanto italiano, e sospetto di collaborazionismo. intorno a lui ormai serpeggia la convinzione "che soltanto i francesi abbiano lottato per la liberta": il sogno di una patria ideale non ha retto all`impatto della storia, e ha lasciato posto alla lacerante solitudine di chi si scopre straniero in due patrie.
i testi qui raccolti ci offrono il privilegio raro di penetrare nel laboratorio di cioran e di assistere, per cosi dire in presa diretta, al distillarsi del suo pensiero. scopriamo cosi come il cioran degli inizi, piu lirico, piu "scarmigliato", "piu apertamente provocatorio", arrivi alla folgorante condensazione del frammento. "gli esercizi negativi mostrano l`"esplosione" vissuta e il lento lavoro di rifinitura dello stile" osserva ingrid astier, e bastera scorrere anche solo i titoli di alcuni capitoli - "l`assoluto e le sue caricature", "l`improbabile come salvezza", "il suicidio come strumento di conoscenza", "tra dio e il verme", "del solo modo di sopportare gli uomini" - per cogliere la forza dirompente di un libro dal quale non si esce indenni. perche "un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. un libro deve essere un pericolo", affermera molti anni piu tardi lo stesso cioran, svelando l`intento profondo di queste pagine, che alla minaccia dell`accecamento preferiscono la lucidita dell`insonnia.