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. il classico americano sulla guerra e la paura, la vigliaccheria e il riscatto. (joseph conrad). (paul auster). . la narrazione si apre cosi` - , come scrive ammirato joseph conrad - e il lettore si trova immediatamente sul campo di battaglia. la guerra di secessione americana si svolse dal 1861 al 1865. il segno rosso del coraggio venne pubblicato a puntate in rivista nel 1894 e come libro nel 1895. l`autore era nato nel 1871. il romanzo, dunque, viene scritto un trentennio dopo la fine degli eventi, da un autore nato anch`egli sei anni dopo la conclusione del conflitto. eppure ebbe un successo strepitoso, e non solo nell`immediato, ma fu considerato il libro migliore e piu` della letteratura americana su quel periodo, su quella guerra e, da molti, sulla guerra in generale, diventando presto un classico. tutto cio` puo` sembrare paradossale, se non fosse, invece, uno dei molti modi di dar corpo all`essenza della letteratura, che puo` cogliere la verita` anche dove c`e` solo immaginazione. siamo in un luogo che potrebbe essere tutti i luoghi, in un giorno qualsiasi, in un anno imprecisato. quando l`esercito si muove e` solo , che si confonde con il fumo delle armi e gli alberi della boscaglia. quando la battaglia infuria e` solo un rombo, un ruggito ininterrotto di cannoni, urla e fucileria, un , . e i soldati, che vengono mossi da ordini per loro incomprensibili, non hanno quasi nome. sono , il , quello ,

e l`inizio del 2020 e in citta` giunge notizia di un nuovo virus potenzialmente letale. a new york i casi sono ancora sporadici e la gente, la scrittrice lucy barton fra loro, si aggrappa alla vita di sempre. ma non william. william, il primo marito di lucy, e` un uomo di scienza, e la intuisce da subito, la catastrofe che sembra spazzar via la vita conosciuta; la grande paura che annienta le certezze e scuote le relazioni. anche quella antica di due vecchi coniugi che credevano di aver esaurito le sorprese. ancora una volta tocca far appello all`amore, alle sue forme strane e imperfette, per far si` che il comune dolore anziche` allontanare unisca. per salvarsi la vita. la scrittrice lucy barton non ha mai cancellato un tour promozionale in vita sua. eppure, quasi senza saperne la ragione, quel tour in europa, previsto per i primi mesi del 2020, l`ha disdetto. . e william, lo scienziato william, il primo marito di lucy, da poco reduce dal fallimento del suo terzo matrimonio e dal rifiuto di una sorellastra che non lo vuole incontrare, a passare all`azione per primo: lucy ha poche ore per preparare un bagaglio essenziale, chiudere casa e partire con lui alla volta di una casetta in affitto sulle coste del maine. anche le loro figlie, chrissy e becka, e i rispettivi mariti dovranno raggiungere luoghi piu` protetti. l`imperativo per tutti, nei piani di william, e` lasciare la citta`, con il suo brulicare di vita e pericoli, e mettersi al riparo. pur incredula e sgomenta, lucy accetta di seguire l`ex marito a crosby, maine. per loro inizia cosi` la routine interminabile di una quotidianita` dilatata nella ripetizione di piccoli gesti sempre uguali a se stessi che la pandemia ha caricato di senso; una routine ammanettata all`assenza di vita - - eppure preziosa perche` garanzia della prosecuzione. e

questo libro intende offrire, a chi abbia voglia di fermarsi e riflettere con calma, dati e considerazioni pratiche sull`uso dei modelli animali nella ricerca scientifica. la nostra speranza - come medici e biologi coinvolti in prima persona sul campo della ricerca non meno che su quello del benessere animale - e` che queste pagine aiutino ad affrontare il problema in modo razionale, senza lasciarsi sopraffare da ideologie o preconcetti, per giungere a conclusioni realistiche. sara` che si sente all`apice di un`evoluzione ormai quasi bionica, ma si direbbe che, specie in occidente, homo sapiens stia elaborando una visione piuttosto innaturale della vita e della morte. quest`ultima, soprattutto, con i suoi corollari di dolore e malattia, sembra assumere sempre piu` i contorni tutti virtuali del disagio prescindibile. un virus sconosciuto minaccia di decimarci? tranquilli, abbiamo gia` visto il film: prima del finale, , per quanto poco simpatici siano di solito, troveranno di certo la cura, lo sappiamo. essenziale e` che lo facciano in fretta, come in fretta desideriamo dimenticarci di loro e del virus (o chi per esso), ormai virtualmente debellabile con un farmaco, una terapia, un vaccino. il come li abbiano ottenuti poco importa, in emergenza. salvo poi cominciare (o riprendere) subito a contestare la sperimentazione biomedica, perche` - lo sappiamo - ad animali e piante; e ad aggredire, talvolta anche fisicamente, i ricercatori, che senza criterio forme di vita innocenti. commuoversi o indignarsi di fronte a queste cose e`, virtualmente, quasi un obbligo per l`umano civilizzato, sappiamo anche questo. ma lo sappiamo davvero? o meglio, che cosa sappiamo davvero della sperimentazione animale? sappiamo, per esempio, che e` soggetta a legislazioni ferree, recenti e in continua revisione? che un organismo preposto al benessere animale e` parte integrante di ogni staff di ricerca? che i programmi di sostituzi

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