maria angela bedini ha realizzato un denso poemetto in cui la parola viene tesa, accelerata e stritolata in direzione di una spiritualita` quasi fisica, "muscolare", alla maniera delle grandi mistiche. ne scaturisce un profondo senso di esaltazione e di annullamento. nella furiosa estasi della parola, desiderio, corpo, dolore, lacerazione si fanno tutt`uno. la costante invocazione alla notte, al buio dell`essere, e` al tempo stesso ricerca di autodistruzione e volonta` di adesione a un respiro totalizzante.
louisiana, 1927. una pessima fama circonda la dimora che il commodoro hobart, defunto miliardario con la passione per i tesori nascosti, si e` fatto costruire tra le paludi di new orleans: nientemeno che un immenso castello inglese di epoca tudor trasportato direttamente dal vecchio continente. comunque sia, david e serena hobart, nipoti ed eredi del commodoro, non si fanno intimorire da dicerie e credenze, ne` tanto meno da storie di fantasmi e presenze sovrannaturali, e decidono di riaprire il maniero per cercare un antico tesoro di pirati che hobart vi avrebbe nascosto. non sanno che la notte che trascorreranno tra quelle mura sinistre sara` molto, molto lunga...