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dell`ultima seduta del gran consiglio, il 25 luglio del 1943, non fu redatto un verbale ufficiale. non si sa, pertanto, che cosa effettivamente dissero e come si comportarono i partecipanti. nelle tante memorie uscite negli anni successivi, il duce e i gerarchi hanno dato versioni contrastanti di quel che fu detto, come fu detto e perche` fu detto. molti sono gli interrogativi rimasti senza risposta: i gerarchi volevano veramente estromettere mussolini dal potere? volevano porre fine al regime per salvare la patria? oppure furono dei traditori? se il duce considerava l`ordine del giorno grandi , perche` lo mise in votazione? tutti i presenti rimasero stupiti dalla fiacca reazione del duce alle accuse che gli vennero rivolte durante la seduta. era forse rassegnato a perdere? o addirittura voleva uscire di scena, come un attore che, dopo essere stato osannato per venti anni, alla fine era stato fischiato per aver perso la guerra? congiura di traditori? audacia di patrioti? o l`eutanasia di un duce? documenti nuovi consentono finalmente di rispondere a queste domande, e a emilio gentile di raccontare un giorno cruciale della storia d`italia con la suspense di un poliziesco.

giovanni bietti ci accompagna, pagina dopo pagina, in un viaggio in quella sorta di lingua cosmopolita che e` la musica: una lingua capace di mescolare, intrecciare, fondere le diverse tradizioni a qualsiasi latitudine. da orlando di lasso agli ideali pacifisti e universali che hanno ispirato musicisti settecenteschi come francois couperin, ottocenteschi come beethoven o novecenteschi come be`la bartok, fino alle sperimentazioni contemporanee che coinvolgono le culture e le sonorita` extraeuropee, la musica si rivela un mezzo di scoperta del mondo. un modo per imparare a valorizzare le differenze, un`esperienza di sintesi e di arricchimento. perche` la musica puo` dirci molto su di noi, sugli altri, sul mondo.

la prima raccolta completa delle creazioni firmate da karl lagerfeld e virginie viard per chanel, in un`edizione ampliata e aggiornata con oltre 180 collezioni presentate attraverso gli scatti delle sfilate. dal suo debutto come direttore creativo della maison nel 1983 fino alla sua ultima collezione nel 2019, karl lagerfeld ha stupito e incantato il mondo con il suo ineguagliabile genio. oltre a raccogliere i look-chiave di tutte le collezioni haute couture, pret-a`-porter, crociera e me`tiers d`art, realizzate prima dal grande maestro e poi dal suo braccio destro e successore, virginie viard, il presente volume include ventotto nuove sfilate e foto di capi raramente visti prima d`ora. un viaggio che ci racconta la visione e l`evoluzione creativa di un mostro sacro della moda e di un marchio leggendario. con oltre 1450 immagini, questa monografia si pone come fonte d`ispirazione e riferimento per i professionisti della moda e per i fan della maison chanel.

la caduta di costantinopoli nel 1453 apparve ai contemporanei come un evento epocale. mentre gli eserciti turchi sembravano ormai destinati a conquistare roma e a instaurare un nuovo impero islamico, in tutta l`europa dilago` un clima di terrore in cui presero a diffondersi profezie che annunciavano conseguenze terribili e perfino la fine del mondo. la caduta di costantinopoli del 1453 nelle mani dei turchi segna la fine di un impero bimillenario e di un potere che si riteneva universale. e un evento epocale ma anche la fonte di sogni, di aspirazioni, di leggende e di profezie.

quando il dolore morale perde la salutare funzione di avvertimento, di allarme e di spinta ad aiutare il nostro simile, inizia il tempo della cecita` morale. la cultura consumistica trasforma qualsiasi negozio o agenzia di servizi in una farmacia dove rifornirsi di tranquillanti e analgesici per attenuare o placare dolori che in questo caso non sono fisici ma morali. man mano che la negligenza morale si estende e si intensifica, aumenta a dismisura la domanda di antidolorifici e il ricorso a tranquillanti morali diventa assuefazione. il risultato e` che l`insensibilita` morale artificialmente indotta tende a diventare compulsiva, una sorta di `seconda natura`. il dolore morale viene soffocato prima che diventi davvero fastidioso e preoccupante, e la trama dei legami umani, intessuta di morale, si fa sempre piu` fragile e delicata, fino a lacerarsi. i cittadini vengono addestrati a cercare sui mercati, nel consumo, la salvezza dai propri guai, la soluzione ai propri problemi, e la politica si trova (anzi e` pungolata, spinta, in ultima analisi costretta) a interpellare i propri governati come consumatori anziche` come cittadini, facendo del consumo l`adempimento di un primario dovere civico.

le `stragi nere` iniziano il 12 dicembre 1969 con piazza fontana e terminano il 4 agosto 1974 con l`attentato al treno italicus. alcuni giorni dopo la bomba di milano, il settimanale britannico "the observer" parlera` di `strategia della tensione`, riferendosi non solo alle bombe ma al modo in cui sono stati strumentalizzati attentati e disordini sociali, chiamando in causa la stampa e i politici. la stagione dello stragismo, ignota ai paesi dell`europa occidentale, ha minato le istituzioni democratiche e la convivenza sociale dell`italia, con l`aggravante che in quarant`anni non sono stati condannati ne` i mandanti ne` gran parte degli esecutori. solo in sede storica si e` fatto un po` di ordine. mirco dondi ricostruisce gli episodi stragisti, soffermandosi in particolare sul loro impatto immediato.

da oltre trent`anni l`italia vede attuarsi periodicamente soluzioni `irregolari` delle crisi politiche. ciampi, monti, draghi. da tempo i presidenti della repubblica si regolano come se fosse in vigore da noi la costituzione della quinta repubblica francese, o forse pensano che sia ritornato lo statuto albertino: convocano `qualcuno` che metta le cose a posto. non possiamo non chiederci se, tra le cause immediate di questa deriva, non ci sia il disinvolto e reiterato ricorso alla cosiddetta `unita` nazionale` e al conseguente assembramento di formazioni politiche ritenute antitetiche ma destinate a perdere, nel corso di tali esperienze, larga parte dei loro connotati. e` probabile che tutto questo si sia verificato sotto la pressione incalzante di costringenti strutture extranazionali in grado di imprimere una accelerazione. ma il problema ineludibile che abbiamo di fronte e`: a quale prezzo e con quale riassetto del nostro ruolo internazionale si sia prodotta una tale mutazione, e se essa sia irreversibile.

lungo tutto il secolo breve, una donna bellissima e fortissima pensa, scrive, agisce, lotta. viaggia prima per studio, poi attraversando fronti e frontiere dell`europa occupata dai nazifascismi: parigi, lisbona, londra, marsiglia, roma, il sud dell`italia dove sono arrivati gli alleati. documenti falsi, missioni segrete, diplomazia clandestina. joyce, insieme al marito emilio lussu e ai compagni di giustizia e liberta`, sostenuta nelle sue scelte dalla sua famiglia di origine, e` in prima linea nella resistenza. poetessa, traduttrice, scrittrice, ha sempre coniugato pensiero (prefigurante, modernissimo) e azione. azione che prosegue nel dopoguerra con la ricerca di poeti da tradurre per far conoscere le lotte di liberazione degli altri paesi, in particolare dell`africa e del curdistan. nazim hikmet, agostinho neto, i guerriglieri di amilcar cabral che compongono canti di lotta durante le marce, sono alcuni degli autori che joyce `scopre` e propone attraverso traduzioni rivoluzionarie. rievocando le scelte, gli incontri, le occasioni, ripercorriamo l`esistenza di questa donna straordinaria (laica, cosmopolita, `anglo-marchigiana`) e il suo essere, da sempre, riferimento per molte donne e molti giovani.

le rivolte popolari del trecento, sostiene alessandro barbero, rivelano nei protagonisti consapevolezza dei loro interessi e chiarezza di obiettivi. furono semi gettati nel futuro. antonio carioti, "la lettura - corriere della sera" "all?arme! all?arme! i priori fanno carne!" grida un artigiano per incitare alla rivolta. e il 20 luglio del 1378, siamo a firenze in piena rivolta dei ciompi, una delle tante che infiammano l?europa nel corso del trecento. rivolte popolari che arrivano completamente inaspettate. durano pochissimo, talvolta solo qualche settimana, poi vengono represse. ma in quel poco tempo succedono cose tali da rimanere per sempre incise nella memoria collettiva. utilizzando le cronache del tempo, alessandro barbero ci fa rivivere la concitazione, l?entusiasmo, la violenza di quelle giornate in cui una massa di persone decise che il futuro cosi come lo vedeva non gli piaceva e provo a cambiarlo.

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