



gli amanti dei piccoli animali da compagnia, creature da tenere accanto a se`, nella propria casa, appartengono a una tribu` molto estesa e appassionata. si circondano di pesci corallini, lucertoline arboree, chiassosi pappagalli amazzonici, sauri del deserto e tante specie rare e stravaganti. gli amanti di queste creature contemplano i loro amici, provano intense emozioni e, da tutto questo, prende vita un epistolario tanto fitto e intrigante da imprigionare nella stessa rete non soltanto il comune amore per i piccoli animali ma anche qualcosa di diverso e di piu` umano.

critico letterario e poeta, nato a bologna nel 1920, giuliano gramigna sembra trarre dalla vecchiaia il miracolo di una semplicita` profonda e di un`impressionante lucidita` di sguardo sulle cose. il poeta considera, come dice il titolo, "quello che resta", vede l`esistere come un mediocre residuo, e prende nota degli strani barlumi di senso che gli pervengono dal presente o dalla memoria.

il libro racconta la storia di una famiglia in un lungo arco di anni. una dopo l`altra le generazioni si succedono nella stessa casa, al centro dello stesso podere, in apparente tranquillita`. ma il viaggio all`indietro verso l`origine rivela zone d`ombra e di mistero. non e` tutto stato come si tramanda e cio` che si scopre tra le reliquie e le memorie della famiglia e` la vertigine del proprio destino.




e un lungo, coinvolgente percorso quello in cui ci guida la voce di biancamaria frabotta, un percorso di decenni tra i piu` solidi e duraturi della nostra poesia d`oggi. nella classica compostezza della sua pronuncia, questa poetessa, tanto amabile e riflessiva, passa dal giovanile ardore, dall`ideologica passione degli esordi, ai mutamenti, lievi quanto essenziali e profondi, di una personale avventura, dentro le lacerazioni e le delusioni dell`epoca, per approdare a un vivo e paziente sentimento dell`esserci. e tutto questo nella luce della poesia, che e` il piu` alto momento di sintesi a sua disposizione e che si evolve nelle progressioni di un viaggio, nella sua bellissima viandanza. una vicenda poetica, quella di biancamaria frabotta, che si muove, sempre in pieno equilibrio di linguaggio e toni, alla ricerca, anche, della meraviglia semplice, nella felice perlustrazione, sempre piu` fitta, dell`apparentemente minimo o marginale. fino alla fiducia in una realta` piu` domestica e del sentimento, quella che troviamo in la pianta del pane che, come scrive roberto deidier nella sua limpida postfazione, . ma la piana coerenza di questa autrice trova conferma nell`umanissima, antiretorica saggezza del piu` recente "da mani mortali" e nella raccolta, dove si accentua l`adesione aperta alla , che non potra` non coincidere con una piena adesione del lettore alla bellezza saggia e impeccabile, pacata e pure cangiante dell`opera di biancamaria frabotta. nota biobibliografica di carmelo princiotta.


figura centrale della nostra poesia novecentesca, in ogni sua opera vittorio sereni ha saputo scriverne un capitolo particolare. il volume che si ripropone, apparso per la prima volta postumo nel 1986, ripercorre - identificando anche le edizioni di riferimento - i momenti essenziali della sua vicenda poetica, scanditi dai suoi quattro libri con l`importante aggiunta del quaderno di traduzioni, dove si trova concreta traccia delle sue predilezioni letterarie per poeti come - tra gli altri - apollinaire, char, williams. si inizia con le delicate trasparenze liriche della raccolta d`esordio, frontiera (1941), seguita dal diario d`algeria (1947), in cui la tragica vicenda storica della seconda guerra mondiale, vissuta dall`autore e subita in prima persona con la prigionia, trova decisiva testimonianza. si tratta di un testo classico in cui le lacerazioni del conflitto e il dramma personale toccano la piu` alta dimensione espressiva nella fermezza antiretorica e nella impeccabile pronuncia di sereni. un poeta che, nella coerente fedelta` a se stesso e nella strenua attenzione alla realta`, riesce a rinnovare ogni volta la fisionomia della propria scrittura e perviene cosi`, con gli strumenti umani (1965), a una tensione viva e potente del linguaggio, a un`assunzione del dato esperienziale nel corpo del testo, passando dalla castita` formale degli esordi a un dire felicemente abbassato con inserti prosastici, rompendo , come scrisse montale. la complessita` dei mutamenti epocali si riflette nella consapevole, per quanto problematica presenza del poeta negli intrecci del reale, ma sempre con un`opzione di netta apertura alla vita, nonostante la piena coscienza della precarieta`, e tenendo bene aperta , come scrive dante isella nella prefazione. un`apertura vitale che si esplicita nel quarto capitolo del suo cammino poetico, stella variabile (1981), in cui trovano spazio, in perfetto e
nel 2027 il mondo e sull?orlo di una guerra: la cina stringe d?assedio taiwan e gli stati uniti preparano una risposta. nel cuore di questo scontro planetario, un?azienda italiana diventa una preda ambitissima: navitech, leader nella produzione di microchip avanzati, possiede segreti industriali che potrebbero cambiare i destini del mondo. e tutti li vogliono. ma quella tra cina e stati uniti non e l?unica guerra che l?azienda dovra affrontare. ottavio de luca, il visionario fondatore, non ha mai designato un erede. si prepara quindi una violenta lotta per la successione. la favorita sembra essere la figlia maggiore, caterina, che ha affiancato ottavio per tutta la vita, con ottimi risultati. ma il nipote, stefano, l?attuale ceo, e disposto a tutto pur di mantenere il potere. di certo nessuno darebbe credito al figlio minore, gregorio, considerato da sempre la pecora nera, che per uscire dall?ombra del padre si e trasferito a new york e ha inseguito il sogno di diventare fotografo. la sua carriera, pero, non e mai decollata e, con l?avvicinarsi dei quarant?anni, il peso del fallimento accende in lui un desiderio di riscatto. federico e jacopo rampini scrivono un romanzo in cui le grandi questioni geopolitiche si intrecciano con le relazioni familiari. un thriller dal ritmo serrato, in cui l?innovazione tecnologica puo determinare le sorti del pianeta, ma anche la storia di un padre e di un figlio, divisi da incomprensioni e silenzi, che nel caos degli eventi troveranno un modo per riavvicinarsi. al centro, lo spietato gioco del potere, in cui le alleanze si spezzano, i principi si piegano e la lealta si vende al miglior offerente. l?unica regola e vincere.