
una grande casa tra le dune di martha`s vineyard - il rifugio ideale per le vacanze estive della upper class del new england. ma in questa casa non si tengono party sontuosi, ne` si scambiano ovattate confidenze: si organizzano semmai meeting di finanziamento delle piu` disparate iniziative insurrezionali e si combattono schermaglie degne di un pub all`ora di chiusura. gia`, perche` ad abitarla e` il clan dei "fantastici flanagan", stirpe irlandese emancipata da qualsiasi preoccupazione economica grazie alle sovvenzioni di un distante e temuto patriarca, magnate dei media. circondati da cani di ogni taglia, charlie flanagan, donnaiolo seducente e sconsiderato, e la moglie, bella ereditiera di simpatie sovversive, conducono un me`nage insieme crudele ed esilarante. di crescere collie e bingo, i due figli della coppia, si preoccupa lo zio toni, il fratello di charlie - perlomeno quando non e` impegnato nell`addestramento dei colombi o in qualche concitata rissa verbale. ma se bingo, adorabile scavezzacollo, e` il degno prodotto di un simile dressage, collie, il narratore, e` diverso: e` serio, sensibile e coscienzioso, e decisamente piu` attratto da cio` che il nonno rappresenta. certo, la fascinazione di collie per le ville in stile georgiano, i roseti ben tenuti, i mastini a guardia della proprieta` lo espone all`occasionale biasimo dei piu` stretti congiunti, ma lo rende anche l`unico plausibile erede dell`impero familiare. sennonche`, un giorno d`estate, tutto va a pezzi...

e una tarda estate berlinese, verso la meta` degli anni settanta. approdato a un`inerte maturita`, willie chandran viene scosso dai proclami idealistici della sorella sarojini e, gettandosi alle spalle l`educazione londinese e un ventennale, indolente soggiorno in africa, decide di tornare nell`india nativa per abbracciare la causa di un gruppo di guerriglieri separatisti. da quel momento non gli verranno risparmiate esperienze e disillusioni di ogni tipo: nelle remote foreste di tek del dhulipur, base dei ribelli-terroristi, si imbattera` in una comunita` di cattivi maestri imbevuti di maoismo-leninismo e di ottusi psicopatici, per i quali uccidere un "agricoltore agiato" e` un meccanico esercizio di tiro al bersaglio; nelle prigioni statali ritrovera` gli stessi contadini "dai luminosi occhi neri" gia` traditi dai ribelli, e condividera` con i detenuti camerate di cemento senza mobili, dove lo spazio a disposizione di ciascuno non va oltre una stuoia; e, una volta rientrato a londra (tra i rassicuranti mattoni rossi della "citta` giocattolo" di cricklewood), la civilta` occidentale gli si rivelera` sfibrata dalle nevrosi, riassunte nella parabola di roger, l`amico avvocato che lo ha fatto scarcerare e che vive una profonda crisi sentimentale e finanziaria.


libro postumo, libro testamento - ma anche , debordante di , di , formato di e di -, "un soffio di vita" mette in scena due personaggi (l`autore e la sua creazione, o creatura, angela) che dialogano affrontando tutti i temi sui quali la lispector si e` incessantemente interrogata: le parole, il tempo, il mondo, la storia, la preghiera, gli esseri viventi e quelli inanimati. infine: la grazia. la scrittrice non nasconde affatto le sue intenzioni e, perentoria come sempre, esordisce: . quel che si propone, infatti, non e` una stesura coerente, una trama qualsivoglia, bensi` il definitivo esorcismo dell`indicibile. quando compone gli ultimi frammenti, le e` stata diagnosticata una malattia mortale, e la morte pervade questo testo, che lei stessa confessava essere stato . olga borelli, l`amica-assistente che per otto anni le e` stata vicina, annotando i suoi pensieri e battendo a macchina i suoi manoscritti, ha affermato che "un soffio di vita" doveva essere il suo , scaturito com`e` .