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tutto comincia con la ricerca dell?uno, padre di tutte le cose: "ben a ragione, dunque" afferma il primo frammento raccolto nel presente volume, "e impossibile attribuirgli un nome, come se un nome gli si potesse adattare, e quindi e opinione comune non solo di platone, ma anche degli dei, che cio che e al di la di tutto possa essere espresso solo col termine "uno" da parte di chi desidera esprimere l?inesprimibile". la ricerca dell?uno e l?espressione di un?aspirazione pluriculturale che attraversa tutto il tardo mondo antico: "porfirio nel commentario agli oracoli celebra il demiurgo dell?universo" riassume un altro frammento "come colui che e secondo trascendente, quello onorato anche presso gli ebrei, mentre il caldeo parla divinamente di lui come secondo dopo il primo trascendente, cioe il bene. i discepoli di giamblico, siriano e proclo, lo considerano demiurgo del cosmo sensibile e lo chiamano dio dei quattro elementi". e sin dall?inizio e presente ahura mazda, colui che zarathustra proclamava l?unico dio, creatore del mondo sensibile e di quello soprasensibile. quello degli oracoli e il mondo affascinante della teurgia, la quale, al contrario della teologia, non studia la divinita, ma la evoca attraverso simboli e rituali e la "attira" con l?estasi, evitando il razionalismo e tuttavia contribuendo in maniera determinante allo sviluppo del neoplatonismo, sottolineando con forza la luce "che e al di la dell?empireo" e che "manifesta in se stessa a coloro che ne sono degni le apparizioni visibili degli dei". per queste ragioni gli oracoli caldaici hanno intrigato i lettori per quasi duemila anni, a partire da quel ii secolo della nostra era in cui giuliano il teurgo ne redasse la prima versione, sino a quelle di michele psello nell?xi secolo bizantino, di giorgio gemisto pletone composta a costantinopoli poco prima della caduta della citta nelle mani dei turchi, e a quella raccolta da francesco patrizi sotto il nome di zoroastro in pieno rinascimento. questo vo

non c?e bisogno di scomodare kant per affermare che il cielo stellato sopra di noi e tra gli spettacoli che destano piu ammirazione. tanto che da sempre siamo stati spinti a porci domande su quegli spazi lontanissimi. e secolo dopo secolo abbiamo esteso il nostro sguardo e cambiato la nostra idea di universo: dalla terra ai pianeti del sistema solare, per poi arrivare alle stelle, alle galassie lontane, fino ai confini estremi del cosmo.

c?e stato un tempo in cui distinguere tra magia e scienza era semplicemente impossibile. un tempo in cui alchimisti, astrologi e negromanti erano presenze fisse nei circoli colti di tutta europa e discutevano a pari titolo con teologi, scienziati e sovrani. e il tempo del magus, che viene ricostruito dal grande storico anthony grafton in tutta la sua meraviglia e la sua fascinazione.

nel discorso inaugurale di un congresso svoltosi a filadelfia nell?aprile del 1960, il chirurgo inglese sir russell brock, osservo che, con il progresso tecnico e scientifico, la cardiochirurgia si stava sviluppando con una rapidita della quale egli stesso, pur protagonista di questo corso di eventi, faceva fatica a capacitarsi. in pochi anni, si era passati da una chirurgia che consisteva di interventi palliativi, extra-cardiaci, oppure eseguiti alla cieca "a cuore chiuso", a una chirurgia che, in seguito alla realizzazione della macchina per la circolazione extra-corporea nel 1953, consentiva di operare "a cuore aperto", con le cavita cardiache esangui, sotto visione diretta. questo progresso era avvenuto per opera di pionieri tanto temerari quanto determinati, che non avevano esitato a continuare le loro sperimentazioni cliniche a fronte di risultati gravati da una mortalita che i piu giudicavano proibitiva, finche non erano riusciti a realizzare tecniche che avevano consentito una sopravvivenza accettabile dei loro pazienti. assieme ai colleghi della generazione che ha iniziato a occuparsi di cardiochirurgia all?inizio degli anni sessanta del secolo scorso, l?autore ha condiviso la fortuna di essere stato testimone dell?introduzione di molte nuove procedure. a distanza di quasi mezzo secolo quegli interventi che avevano suscitato tanto interesse nella comunita scientifica, sono oggi sono comunemente eseguiti in molti ospedali di tutto il mondo.

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