
l`osteria si erge discreta ma visibile sul col vetoraz vicino a valdobbiadene, tra le vigne del celebre cartizze. pero`, via via, perde la sua fisicita`, diventa altro: e` simbolo del mondo e della vita. l`oste c`e` anche se non si vede, e nel silenzio ripara, laborioso e preciso, ai nostri disordini. l`osteria senza oste innalza la liberta` responsabile al vertice dei valori, trasmettendo l`esigente messaggio che la coscienza non ha bisogno di un guardiano per essere giusta. l`opera, colloquiale e acuta, mostra diverse sfaccettature, personaggi dalla caratterizzazione opposta. ha il procedere del giallo, porta con se` qualcosa di misterioso e di lievemente inquietante; insegue e scoperchia il male senza infingimenti; intesse una delicata, improvvisa storia d`amore tra chiara, giovanissima creatura moderna, e adam, il vivace e simpatico ragazzone brasiliano. si impongono le figure di giovani zanca, integerrimo vice ispettore di polizia, e della moglie elena, contraddistinta da una dolce saggezza.

chi avrebbe mai pensato che la baviera fosse il piu` antico stato d`europa? eppure la storia di questo paese affonda le sue radici in un passato lontanissimo, vecchio di 1500 anni e forse piu`. in dodici scorrevoli capitoli il giornalista henric wuermeling descrive con brio e semplicita` il lungo cammino della baviera, dalle sue origini fino ad oggi, all`interno del variegato e mutevole scenario europeo. lo stato bavarese, fin dai tempi dell`antica provincia romana, nonostante le limitazioni al suo potere sovrano intervenute nel corso della sua lunga storia, ha continuato ad avere un ruolo chiave nel panorama politico dell`europa. come "stato libero" ("freistaat bayern") all`interno della repubblica federale di germania, la baviera ha saputo mantenere, secondo forme giuridiche moderne, la sua millenaria autonomia e le sue peculiari tradizioni.

il libro ha come protagonista un vescovo insolito, appassionato di quadri barocchi e di antiquariato; egli vive chiuso nelle stanze del suo episcopio, circondato da un ambiente ecclesiastico che si caratterizza per un `clima da lotte per le investiture (oltretutto di provincia) in cui navigava la santa madre chiesa`. la dissoluzione, i sospetti, gli intrighi curiali sono resi con un punto di vista che e` contemporaneamente interno ed esterno. la trama e` appena accennata, ma sacchini delinea con forza l`agonia di un ruolo di potere e di un mondo ecclesiastico decrepito; e la storia si accosta al genere dei grandi `gialli` moderni ove pero` la realta` puo` essere sempre sogno, e il sogno realta` e vita.


il libro e` un colloquio innanzitutto con la vita, attraverso la memoria intesa come `dolcezza e dannazione dei ricordi`, come `sigillo straziante`, stupore dell`infanzia che trabocca di `curiosita` e spavento`, `meraviglia e dolore` del cuore. e` poi colloquio con la morte, nel segno di una speranza naturale che non cede alla desolazione o alla disperazione, se mai e` pervaso da `una malinconia sottile...`. "appunti per un addio" si rivela come un diario e un testamento che ripercorre con profondita` e delicatezza psicologica tutta un`esistenza: minnie alzona sa porsi di fronte alla morte, raccontando in prima persona.