Antologia.Include inediti,alternate takes e rarità.
la raccolta poetica di nadia rizzo appare come l`esito di molti momenti di riflessione profonda, come una silloge di pensieri sparsi, una sorta di "zibaldone" che contempla diversi stati d`animo e varie occasioni [...]. ognuna delle molteplici occasioni descritte, anche la piu` infelice, ogni momento della vita, ogni tematica, viene affrontata con un ottimismo di fondo, un coraggio ammirevole nell`andare avanti e una fiducia tenace in un domani migliore, che sono un po` i motivi che abbracciano l`intera silloge: cosi` la parola chiave della raccolta, quella che ritorna piu` frequentemente, e` il volo, metafora di cambiamento, simbolo del distacco dalla situazione di dolore e del raggiungimento di una dimensione di serenita` [...]. essenziale, dunque, continuare a combattere nonostante tutto, a vincere le delusioni e a cambiare con convinzione la propria realta`, seguendo una "nuova brezza, / solo piu` fresca, ci tira su, ci fa rialzare... / nuova aria per cambiare..." (nuova brezza).
con la protervia della bellezza giovane, che`ri, ragazzo "coi capelli dai riflessi blu come le penne dei merli", irrompe nella vita di le`a, donna leggera e sapiente - ma nel triangolo amoroso apparira` il rivale piu` temibile: il tempo, corruttore di corpi. l`autunnale opulenza di lei e l`acerbo smalto di lui vengono spiati, attimo dopo attimo, da un occhio a cui nulla sfugge, talche` la vicenda, scandita dalle scene di una magistrale commedia demi-mondaine, diventa la cronaca della catastrofe di le`a, dove il sentimento e` delicatamente avvolto nella fisiologia e brama di sprofondare "in quell`abisso da cui l`amore risale pallido, taciturno e pieno del rimpianto della morte". quanto a che`ri, giunto all`acme della sua esistenza di `bello` dinanzi a cui le donne si inchinano, percepisce una vaga inquietudine: "non distingueva i punti precisi in cui il tempo, con tocchi impercettibili, segna su un bel viso l`ora della perfezione e poi quella di una bellezza piu` evidente, che annuncia gia` la maesta` di un declino". e quel declino maestoso vivremo nella "fine di che`ri", dove la punta avvelenata della storia del giovane emerge con fredda chiarezza dalla prosa avvolgente, atmosferica, precisa di colette.
nell`arco di poco piu` di un decennio - da quel non troppo lontano 1996 in cui fu insignita del premio nobel per la letteratura - wislawa szymborska e` diventata un autore di culto anche in italia. ne` questo vasto successo deve meravigliare. grazie a un`impavida sicurezza di tocco, la szymborska sa infatti affrontare temi proibiti perche` troppo battuti - l`amore, la morte e la vita in genere, anche e soprattutto nelle sue manifestazioni piu` irrilevanti - e trasformarli in versi di colloquiale naturalezza e (ingannevole) semplicita`. il volume raduna l`intera produzione poetica della szymborska, inclusa la recentissima raccolta "qui", apparsa in polonia nel 2009.
"la bella di lodi" e` una commedia d`amore e soldi tra una splendida ragazza possidente e prepotente e un intraprendente meccanico, molto attraente e sexy. al di la` dei conflitti di classe, i due finiscono presto energicamente avvinghiati, strapazzandosi in luoghi non propizi, lungo l`autostrada del sole appena aperta: raccordi, svincoli, autogrill, garage, motel. ma non si tratta solo d`amore. la coppia deve fare i conti anche con altri aspetti importanti nella vita italiana di sempre: lavoro, famiglia, societa`, motori, differenze patrimoniali, musica leggera.
tradotta da un`unica mano di poeta, l`intera opera teatrale di colui che swinburne, sul finire del secolo scorso defini` "il piu` grande scopritore, il pioniere piu` ardito e ispirato di tutta la letteratura poetica inglese". oggi esso ci attira come accenno a una letteratura virtuale che ha tutta l`arbitraria complicazione dell`artificio e insieme la necessita` di un processo della natura.
un`epopea, se non l`unica del popolo italiano certo la piu` travolgente di vite individuali e destini di comunita`, e` stata l`emigrazione di milioni di lavoratori; mai celebrata a livello ufficiale e nemmeno dalla cultura di popolo o di massa, e che rischia oggi la completa rimozione dal sentimento comune a causa della trasformazione dell`italia da terra di bastimenti che partivano a meta di immigrati stranieri. percio` raramente si trovano, nella storia della letteratura italiana, esempi di storie di emigranti. uno di questi pochi, il poema triste di vilardo che agli inizi degli anni settanta, dalle colline della sua delia nel cuore della sicilia, trasformava in canto corale tante storie di piccoli comuni eroi. una spoon river siciliana di cui leonardo sciascia scriveva nella prima edizione per l`editore garzanti: "vilardo e` nato a delia, in provincia di caltanissetta, e a delia e` vissuto per tanti anni, insegnando nelle scuole elementari. poeta, per cosi` dire, in proprio (un paio di volumetti pubblicati in edizione limitata: poesie di idillio, poesie d`amore), ad un certo punto si e` dato a raccogliere e ricreare queste storie (alcune ne ha pubblicate sul numero 15, luglio-settembre 1969, di "nuovi argomenti"). e non e` stata un`operazione facile. per quanto, leggendole, non sembri, la mediazione del poeta c`e` stata. e che non sembri, e` il maggior merito di questo libretto".
il 3 gennaio 1698 nasce a roma pietro trapassi. il giurista letterato gianvincenzo gravina, preso a benvolere il fanciullo ne grecizza il nome in metastasio e lo affida all`educazione del filosofo cartesiano gregorio caloprese. entrato in arcadia come aretino corasio, pietro scrive l`angelica in cui carlo broschi, con cui intreccera` un legame che durera` tutta la vita, interpreta il ruolo di tirsi. l`appoggio di marianna d`althann, e soprattutto la fama ottenuta coi sette libretti dal 1794 in poi, fruttano a metastasio la raccomandazione di apostolo zeno e l`incarico di poeta cesareo dal 1730. a vienna, dove rimane fino alla morte, scrive diciannove drammi, sette oratori per la quaresima, sonetti, rime diverse, poemetti in ottave e terzine.
rappresentata ad atene nel 421, quando stava per concludersi la prima fase della guerra del peloponneso, "la pace" e` una delle piu` graffianti, poetiche e amare commedie di aristofane. c`e` il contadino attico trigeo che ascende all`olimpo in groppa a un gigantesco scarafaggio per trovare la pace ma lo trova vuoto, perche` gli dei lo hanno abbandonato; c`e` polemos (la guerra) che tiene in schiavitu` irene (la pace) e medita di distruggere tutte le citta` greche. trigeo, con l`aiuto del coro, formato di contadini, cerchera` di porre fine al conflitto.
il burbero cnemone e` il bisbetico eroe del "dyscolos", e le sue asprezze di carattere sono lo sfondo entro cui si realizza questa giovanile opera di menandro di ambientazione agreste.
il genio vario, poliedrico, multiforme e rinascimentale di leonardo non aveva costruito un quadro ordinato e gerarchico di ambiti disciplinari in cui ordinare le sue riflessioni: arte, curiosita`, studi scientifici e nozioni tecniche, che pure sono tutte cose che si trovano negli scritti, nelle note e nei disegni vinciani. leonardo aveva una visione organica della natura e una concezione dinamica degli interessi dell`uomo e dell`artista, per cui nelle sue note troviamo la riflessione critica mescolata alla curiosita` e all`osservazione scientifica.
Edito in origine nel 2004, questo classico del piano blues di Chicago, viene ora riproposto. Al disco partecipano musicisti del calibro di Jimmy Dawkins, Lurrie Bell, Maurice John Vaughn, Bob Stroger e Kenny Smith.
Con la produzione di Sam Hollander (Train, Gym Class Heroes, Good Charlotte), John Popper ed i suoi Blues Traveler tornano con un disco molto rock che segna la loro rinascita e firma i 25 anni della band.
EP dal vivo, registrato nel noto teatro parigino ( tristemente noto ). 4 canzoni: Dream Brother, The Way Young Lovers Do ( Van Morrison ), Je Rien Connais Pas La Fin / Hymne A L'Amour, Hallelujah ( Leonard Cohen ).
Il quarto album del quartetto del New Mexico.
Trio garage blues italiano.
Secondo EP della cantautrice folk rock