
il racconto abbraccia due secoli, due sponde dell`atlantico e cinque generazioni di una dinastia ebraica in cui tutto e` smisurato: vitalita`, ricchezza, lusso, inclinazione al piacere in ogni sua forma. ma nessuna grande famiglia e` senza macchia, e la macchia dei gursky si chiama solomon, rampollo in disgrazia che pare essere stato presente, come zelig piu` o meno negli stessi anni, in tutti i momenti cruciali del ventesimo secolo - la lunga marcia, l`ultima telefonata di marilyn, le deposizioni del watergate, il raid di entebbe. solomon rimarrebbe tuttavia un mistero, se della sua fenomenale parabola non decidesse di occuparsi il piu` improbabile dei biografi, moses berger, ex ragazzo prodigio rovinato dal rancore e dall`alcol.







un libro per i cultori della botanica e per gli appassionati della cucina naturale e delle tradizioni contadine. gli autori prendono in considerazione una cinquantina di specie spontanee, per la maggior parte presenti in tutto il territorio italiano, ne descrivono le principali caratteristiche botaniche ed ecologiche, il loro uso in cucina e alcuni aspetti legati ai costumi e alle tradizioni. il testo e` arricchito da una serie di interviste a testimoni, raccoglitori abituali, che raccontano ricordi del tempo passato ed esperienze attuali.





in viaggio verso un remoto villaggio termale tra le montagne giapponesi, shimamura, raffinato intellettuale di tokyo, cerca pace e riposo, desideroso di sfuggire alla monotonia della vita cittadina e ritrovare se stesso. e nell`idilliaco paese delle nevi incontra komako, una giovane geisha, donna passionale e vulnerabile. tra loro nasce un rapporto alimentato da non detti, incertezze e desideri dell`animo e del corpo, una storia d`amore intrisa di ambiguita` e di amara solitudine: i turbamenti interiori dei personaggi e le loro debolezze emotive si trasformano in immagini e vicende scomposte che si intrecciano al naturale e imprevedibile fluire dell`inverno. "kawabata" scrive giorgio amitrano "nel suo stile ellittico, allusivo, ci restituisce la realta` con la stessa complessita` e frammentarieta` con cui la percepiamo, non nella sua versione edulcorata e semplificata. se la sua arte mimetica non ci rassicura e non ci consola, essa raggiunge l`essenza delle cose e dei sentimenti che ci rivela fragili, impermanenti, inconoscibili." il paese delle nevi (1937), capolavoro di kawabata, e` un dipinto delicato, lirico, segnato da silenzi e pause che lasciano affiorare fratture di significato e venature di acceso erotismo. in questo mondo etereo e sospeso, la malinconia si fonde con il candore immacolato della neve, come un`impronta leggera che mostra la fugace e ambigua bellezza della vita, labile e intensa nella sua transitorieta`.