
"il padre degli orfani" e` un altro giallo morale di soldati. ed e`, sottotraccia, una rilettura moderna della prima novella del decameron attraverso la rochefoucauld, e attraverso pascal: tra giansenismo e gesuitismo. il racconto ha avuto in cesare garboli il suo miglior lettore: "non so perche` la critica soldatiana abbia sempre negletto questa cenerentola, sia pure a favore delle grandi sorelle. magistrale studio di psicologia, il ritratto di antonio pellizzari, il protagonista, e` non il cartone ma il modello, si direbbe, del futuro alessandro rora` della "busta arancione", il falso devoto, il roseo e livido omosessuale complicato, torturato, introverso, domatore e fustigatore inflessibile dei suoi istinti."

con "piccolo cesare", del 1929, siamo all`origine stessa del romanzo criminale. assieme a "giungla d`asfalto", l`altro capolavoro di burnett, costituisce il modello e l`icona di ogni narrazione della giornata del gangster: "brulicante, sporca, fracassona, freneticamente viva" come la metropoli moderna, suo ambiente naturale. da entrambi i romanzi, infatti, vennero insuperabili classici della cinematografia realistica americana; espressioni gergali nacquero dalle perfette metafore dei due titoli, capaci di sintetizzare in un`immagine l`intero universo criminale. ed e` interessante notare che, nati dall`osservazione dichiaratamente oggettiva, "verista" della realta` sociale, i due romanzi hanno certamente influenzato perfino la saggistica sociologica sull`argomento, almeno nelle scelte espressive e nella ricostruzione delle atmosfere. "piccolo cesare" e` il ritratto di un boss, rico bandello, nell`arco della sua avventura: eccezionalmente capace, inesorabilmente freddo, professionalmente estraneo a ogni valutazione etica, straordinariamente fortunato. l`intenzione dichiarata dell` autore era di descrivere l`immagine del mondo vista con gli occhi di un gangster" raccontando la storia "in modo che l`azione stessa parlasse". ma c`e` anche qualcosa di piu`. tacito ed evidente come una scultura, c`e` un tipo umano in tutto il suo spessore psicologico; e in tutta la sua tragedia: essere comunque sconfitto, dover sempre ricominciare.

il libro di fallada, pubblicato nel 1932, racconta le vicende di un giovane commesso, di sua moglie, del loro bambino. una famiglia come tante della piccola borghesia che si ritrova alle prese con le crescenti difficolta` economiche e con lo spettro della disoccupazione in una germania in cui e` imminente l`ascesa al potere di hitler. "e da gente come questa, come i freschi sposi pinneberg - modesti, pazienti, onesti - che sono venuti fuori i nazisti?" si domanda ralf darendorf il sociologo tedesco che ha evidenziato per primo l`importanza di una lettura del romanzo in chiave sociale e politica. proprio dietro la trama apparentemente semplice - fare i conti con la vita di ogni giorno, la poverta` crescente, le incertezze del futuro in un misto di impotenza e di rassegnazione - si coglie il drammatico quadro sociale in un momento cruciale della storia della germania che portera` all`olocausto e alla seconda guerra mondiale.

la detective che narra in prima persona la sua inchiesta e` un travestito, giovane, benestante, di successo, passabilmente felice. di giorno progetta sistemi antihacker per i computer di ditte importanti, di notte dirige un suo club, nel cuore di bodrum, il quartiere della vita notturna di istanbul. un mattino, una delle ragazze, la piu` elegante e ricercata del suo club, viene a trovarla e sconvolta le rivela il pasticcio in cui s`e` infilata. un uomo potente, che non puo` essere compromesso in nessun modo, teme lo scandalo e la minaccia: e chi potrebbe aiutare una come lei? la ragazza nei guai si chiama buse, che significa "bacio" e, prevedibilmente, dopo quella disperata richiesta e` scomparsa. l`amica inizia a cercarla, presto scopre che buse e` stata uccisa, e a spingerla a improvvisarsi detective sono le circostanze, ovvero l`indifferenza della polizia e la caccia che aprono contro di lei certe organizzazioni, criminali e di nazionalisti tradizionalisti. da questo momento inizia per il lettore un itinerario alla maigret negli interni di un`umanita` varia, nel loro piccolo tran tran e nei divertimenti, nelle confessioni e nei loro sogni: l`umanita` parallela, a suo modo integrata, dei travestiti e degli omosessuali di una grande e intricata istanbul.


scalfari legge diderot: il diderot de "il sogno di d`alembert", che rimane uno degli scritti piu` efficaci dell`ideatore dell`encyclope`die. un dialogo serrato tra diderot e d`alembert su cosa sia l`uomo e cosa la natura, un sogno (quello appunto di d`alembert) dove la macchina del cosmo si presenta libera da ogni finalismo religioso e l`intelligenza, capace di indagare e trovare soluzioni; una consonanza puramente umana che deve aver mosso eguale consonanza tra lo scrittore e il suo lettore. cosi` il lettore di classici (nello specifico scalfari) prende l`ardire di immaginare un seguito allo scritto, e stende un dialogo che integra e conclude quello dello scrittore.




da manhattan alla city, nel vortice delle societa` di consulenza aziendale, della finanza di rapina, degli affari facili e quasi sempre sporchi, l`americanissimo scott marshall perde il controllo della propria vita, ingannato da un mondo in cui ha appreso a praticare con entusiasmo il gioco dell`inganno. anche il padre ha perso il controllo della propria vita, seppure nel lento fluire del tempo e della noia familiare dalla quale e` fuggito. seguendo le speculazioni di un presidente di una modesta squadra di calcio, marshall comprende che e` ora di tornare in america e che ad aiutarlo c`e` solo il padre venuto da li` per chiedergli aiuto: due vite alla deriva che si ricongiungono per necessita`, ma anche per un affetto antico e mai dimostrato.




le voci umane sono quelle degli studi della bbc durante il periodo piu` difficile della seconda guerra mondiale, quando l`inghilterra dovette reggere l`urto tremendo dei bombardamenti quotidiani e ininterrotti. come reagivano le persone nella broadcasting house, come rispondevano le strutture, come resisteva all`emergenza la burocrazia, e` il contenuto manifesto del racconto.


il protagonista di questo nuovo romanzo di marcella cioni e` un palazzo, palazzo berlari. labirinto di esistenze e castello dei destini incrociati, dalle "stanze non contabili", l`edificio passa di proprieta` e diventa la sede di una brulicante stratificazione di personaggi e storie, come un alveare con al suo centro un nucleo di abitanti piu` stabile e un`ape regina, nora, la nuova proprietaria, psicologa e psicoterapeura, collezionista di abiti chanel.

e` la storia di una famiglia triestina di sloveni trapiantati a palermo dalla fine dell`ottocento, e qui inventori e titolari di una bottega antiquaria diventata un`istituzione. nel testo contiene una nota al volume di leonardo sciasca.

dai sensi di colpa di un vecchio magistrato in pensione, riemerge una morte sepolta negli archivi del tempo: una ragazza, ultima generazione di una eminente antica famiglia siciliana, ma figlia di madre danese, e lei stessa piu` straniera che siciliana, scomparsa quasi vent`anni prima nel mare tra palermo e napoli, precipitata dal "postale". si preferi` allora credere frettolosamente all`incidente. ma adesso le domande di un improvvisato detective del passato giocano una specie di partita con un partner invisibile (e` il caso, o una regia sapiente che lo guida?) che risponde, disseminando ogni volta indizi, messaggi, incontri casuali, fotografie. e a ogni mano della partita prende corpo la trama di una faida bisecolare tra due famiglie.


- Fantascienza Sovietica - Cinque romanzi fulminanti, classici del genere: "Le Uova Fatali" di Bulgakov, il celebre e profetico "Noi" di Aleksej Zamjatin, la favola spaziale "Aelita" di Tolstoj (Aleksej, non Leo), "L'Uomo Anfibio" dei bizzarri incroci di Beljaev, le visite degli extraterrestri dei racconti dei fratelli Strugackij.

Hallucination Orbit raccoglie storie di fantascienza psicologica, come Nove Vite raccoglieva la biologia in fantascienza. In esso troverai racconti, curati e raccolti da Isamov, scritti da Jerome Bixby, Roald Dahl fino a Edward Ludwig e John Brunner.

Un libro particolare, scritto a quattro mani da Dino Buzzati e suo cognato Giuseppe Eppe Ramazzotti. Questo testo rilegato alla bodoniana racconta una storia tutta alla Buzzati, irriverente, colta, sagace e dalla prosa delicata ma ricade nella sezione illustrazione perché riporta, da corredo al testo, i disegni degli autori.


Questo libro affronta con passione e competenza una relazione salda quanto controversa, quella tra le parole e le storie del grande schermo. Sono le storie, i volti dei divi che catturano i sogni, rievocati attraverso la lingua che li richiama ancora ad occhi aperti, oltre il buio della sala. Il cinema italiano è ed è stato una magica fucina di autorappresentazioni del carattere, delle idiosincrasie e delle aspirazioni italiane. Mirabile macchina dei sogni, il cinema riempie il cuore o costringe a riflettere più di un saggio di sociologia. In un modo inedito e brillante, questo vocabolario attraversa la storia e la quotidianità dell’Italia su grande schermo.

"letti, divani, e giacigli, sono ospitali a viga`ta. e contemplano ingorghi e soprassalti. la prodigalita` e` un ardore di istintiva e disfrenata volutta`. si dipana come una corrente vitale a due fuochi: la passione gagliarda, che non si tiene ai limiti del ritegno; e la missione soccorrevole, da crocerossine che, per la societa` e la patria, e per il proprio piacere, esercitano le opere di bene come un darsi generoso secondo le esigenze ghiotte dell``appetito` da soddisfare, del `boccone` prelibato, del `ristoro`, e finanche del fervoroso `spolpamento`. a viga`ta si acclimatano divinita` pagane, santi, e creature circensi: una venere di lago e un apollo dormiente; uno splendore di ragazza, incline alle estasi, la quale, mentre dintorno preme il mistero del trascendente, corrompe e si corrompe con i propri aromi di purezza e la sua voglia di santita`, compiacendosi dei sogni lascivi, illusoriamente tattili, che tra uno spandersi di afrori di peccato mettono in comunicazione notturna il letto suo e quello del proprio confessore; le quattro svedesi equilibriste, le vichinghe volanti che, avvenenti e fascinose, montano le loro roboanti motociclette come cavallerizze da circo. un`astuta e insolente provvidenza narrativa si prende gioco delle aspettative: imbroglia, sbroglia, imprevedibile alla fine; sbrigliata com`e`, nel dare scacco matto. un cacciatore sbadato non sa di essere cacciato da un cacciatore per diletto. uno sgambetto e` inevitabile..." (salvatore silvano nigro )




la saga di una famiglia dal 1870 alla fine della seconda guerra mondiale, narrata come il crescere di un albero nodoso e dai rami intrecciati, faticoso ma forte di una sua determinazione, dalle sue radici degli avi, lontane per geografia e posizioni sociali. un`opera corale, o "un concerto italiano" come suggerisce il titolo della prima parte, ma che si stringe alla fine in un`infanzia e prima giovinezza.