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il villaggio dei solenni meo, nel laos, pervaso dall`odore "di immensa stravaganza" dell`oppio, dove tutto sembra sospeso; il lampo d`oro, destinato a durare per l`eternita`, che gli occhi e i capelli di ignazio, l`amico adolescente, mandano un giorno su un campo da tennis; la tigre avvolta dalla nebbia e come "distesa su piume o aria" che appare d`improvviso, alla luce dei fari, su una strada della malesia; il pavillon fuori moda dove - fra spumeggianti bicchieri di itala pilsen, giovani donne fasciate di seta e ufficiali tedeschi col monocolo - pochi minuti di oscuramento e il fischio degli stuka possono condensare la guerra; l`"arruffio di gesti tutti precisamente sintonici" che nel ricordo si rivelera` essere l`amore; lo sguardo appannato, "come una pellicola selvatica poggiata sulla cornea", di una delle piu` famose spie, kim philby, colto in un albergo di mosca. sono gli inattesi lampi di verita`, gli improvvisi scatti della memoria, le manifestazioni dell`arte della vita offerti ai lettori del "corriere della sera" fra l`aprile del 1982 e il marzo del 1983: e non e` un caso che, quasi a radunare idealmente questi brevi testi di massima densita` in un terzo e piu` malinconico `sillabario`, parise avesse scelto la rubrica "lontano". perche` quello che si impara - sembra dirci parise - lo si impara di colpo, da un momento all`altro, ma per lo piu` nel ricordo, quando ormai e` troppo tardi.

nel 1995, naipaul torna dopo circa vent`anni in quattro paesi sconvolti in diversa misura dal trionfo dell`islam. in indonesia, un`antica societa` pastorale ha lasciato il posto a una teocrazia governata dai grattacieli di giakarta, dove i nuovi manager si genuflettono alla mecca, ma senza perdere d`occhio l`andamento dei corsi nazionali. in iran, l`ayatollah khalkhalli e` agli arresti domiciliari, mentre nella sua qom ogni furore iconoclasta appare spento. in pakistan, l`oro saudita con cui il presidente zia e` andato al potere e` servito essenzialmente a far scatenare faide tribali. intanto in malesia, la gioventu` islamica fa proseliti, vaticinando per la nazione un futuro da grande potenza del sud-est asiatico.

all`inizio di questo libro, il terzo della sua autobiografia, canetti ci appare circondato dai relitti fumanti del rogo in cui sono stati distrutti i libri di kien, il protagonista di "auto da fe`". attorno a se`, vede il deserto e un`incombente rovina. poi, a poco a poco, la scena ricomincia a popolarsi, e le figure che vi si mostrano sono memorabili. innanzitutto hermann broch, che ci viene incontro come . poi hermann scherchen, l`infaticabile direttore d`orchestra . poi anna mahler, figlia del compositore, con la quale canetti intreccia un complesso rapporto amoroso. poi lo scultore fritz wotruba, irruento e selvaggio, come . infine musil, , nel suo totale isolamento; e alban berg, che si espone al mondo nella sua totale gentilezza d`animo, mentre un lieve cenno di ironia gli sfiora la bocca. e, ogni volta, in questi ritratti in movimento, avvertiamo lo straordinario dono fisiognomico di canetti. un gesto, un modo di respirare, un accento, una reticenza, tutto diventa cifra di una figura, emblema di un qualcosa di unico, che pero` svela un tratto della natura di cui siamo fatti. dietro a quel dono riconosciamo una fonte inesauribile dello scrittore canetti: la sua . a mano a mano che si delineano i profili delle figure, risalta anche, come una presenza palpabile, lo sfondo: vienna. di questa citta`, vista nei suoi ultimi anni di grandezza, nessuno ha saputo tracciare un ritratto altrettanto preciso e affascinante. come la vienna dell`"uomo senza qualita`", sull`orlo della prima guerra mondiale, questa di canetti, negli anni che precedono l`annessione nazista, e` un sistema di orbite planetarie, dove conducono esistenze parallele alcune forme pure ed estreme del vero e del falso. per canetti, il vero erano sei o sette persone che

in questi dodici saggi habermas si confronta con i temi dei grandi pensatori che lo hanno ispirato maggiormente: la comunicazione secondo peirce, il mondo della vita in husserl, la concezione del mondo secondo heidegger, l`attualita` di wittgenstein, lo sviluppo del pensiero di horkheimer, la nuova teologia statunitense, la cultura per simmel, la psicologia sociale di mitscherlich. completa il quadro una ricognizione delle correnti della sociologia tedesca, dalla repubblica di weimar alla germania odierna.

questo volume si presenta come una ricostruzione globale di un secolo, l`ottocento, colto nello specchio di una citta` come parigi, e indagato nei suoi elementi apparentemente marginali, quali la moda, il gioco, il collezionismo, la merce, la prostituzione, la figura del flaneur, i passages. ma il volume e` anche la rappresentazione di un sogno di cui la cultura europea ha dovuto destarsi: un risveglio che e` poi la crisi dello storicismo e delle ideologie ottocentesche, che approda in queste pagine alla sua forma piu` risolutiva e radicale.

proclama manganelli nell`affrontare la pittura del pitocchetto. in effetti, sarebbe arduo ravvisare in lui la serieta` benpensante dello specialista: diffida dei musei, frutto di ; dichiara che allestire una pinacoteca ; e lascia trapelare che ai quadri, riflesso della del mondo, preferisce talora i disegni, appartenenti . ma non ci si deve ingannare: l` autorizza a essere imprecisi, emotivi, irresponsabili - esattamente cio` che permette alla critica di condividere la natura misteriosa, elusiva, notturna della letteratura. non a caso nel 1977 manganelli ha precisato che . i saggi qui riuniti saranno allora letteratura generata dall`arte - o meglio dalle arti, visto che le sue predilezioni si estendono dalle statue stele lunigianesi, , all`amata pittura del seicento e agli amici come toti scialoja, fino agli ex voto e alle libellule-mascotte di lalique, numi tutelari del viaggio. e proprio in quanto letteratura, svincolata da gravami disciplinari, questi scritti riescono a sovvertire ogni idea sull`arte e a insegnarci una nuova grammatica della visione. come quando, a proposito dei mangiatori di patate di van gogh, leggiamo: .

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