
2 CD. 30 canzoni, le classiche ballate che si cantano nei pub irlandesi

da anni le donne italiane tacciono. per fortuna non l`autrice de "il corpo delle donne". lei si e` ribellata alla dittatura dei media usando per il suo documentario di denuncia le stesse immagini televisive che quotidianamente offendono la dignita` femminile. "perche` le donne italiane continuano a sopportare una televisione che le umilia profondamente?" chiede lorella zanardo. "perche` le donne hanno silenziosamente introiettato il presunto modello maschile di bellezza e perche` le donne italiane accettano di lavorare piu` di tutte le donne europee?" attraverso i commenti che le lettrici del blog ilcorpodelledonne.com le inviano, lorella zanardo intuisce che il silenzio delle donne e` solo nella sfera pubblica, mentre nell`ambito privato sono in atto cambiamenti profondi che la societa` e la politica non sono in grado di riconoscere. dice lorella zanardo: "se con il documentario mi ero proposta di lavorare sulla consapevolezza delle donne, di stimolarla e se possibile di approfondirla, a partire dai danni provocati dalla tv, il libro contempla anche la proposta di un metodo concreto su come educare i piu` giovani a una visione critica dei media: `nuovi occhi per la tv` diventa cosi` un percorso formativo per cambiare, da subito e concretamente". piu` di un manifesto, piu` della ricostruzione di una stagione di lotta contro l`arroganza televisiva, "il corpo delle donne" e` innanzitutto la storia di una donna che ha finalmente detto basta all`abuso mediatico del corpo femminile.

"cosa avra` cambiato cosi` tanto milano per aver cambiato cosi` tanto i milanesi? io sono nato nel 1960, i miei ricordi seppiati si fermano al 1965, massimo 1968, e secondo me e` tutto molto semplice: oggi i locali, siano qui da generazioni o appena planati dal pakistan, non ce la fanno piu` a "stagh adre`e, e alu`ra curen sensa save` indu`e van" (frase idiomatica che identifica il moto perpetuo milanese, il quale puo` essere bloccato solo da un ingorgo sulla tangenziale nord). forse il guaio e` che a milano tutto e` diventato evento, scatenando una specie di corrida urbana, fors`anco per la quantita` di corna che neanche a buffalo in texas (oltre ai sushi bar, in citta` ci sono almeno tre motel a testa, tutti con giochi di luce, e sia chiaro che parlo per sentito dire). milano vive di eventi. anzi, ne sopravvive. senno` sarebbe piu` pigra di napoli. le servono per svegliarsi. sono una sniffata di efficienza: le fiere, le settimane della moda, il salone del mobile... gli immigrati arrivano a frotte perche` fanno lavori che a noi italiani non interessano piu`, tipo appunto andare al salone del mobile." milano e` una citta` viva e in eterna mutazione. ma le sue caratteristiche fondamentali sono immutate e riassumibili nel sempreverde lavoro-guadagno-spendo-pretendo. e su questo assunto che enrico bertolino, comico e sagace osservatore della realta`, fa girare "pirla con me". perche` camminando davanti al duomo o lungo corso buenos aires puo` davvero farsi strada quella sensazione di stranezza nel sentirsi milanesi...